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I Miami Dolphins calano il tris Contro i New England Patriots
I Miami Dolphins sconfiggono agevolmente i New England Patriots, conquistando la terza vittoria consecutiva, e tentano il rilancio in chiave playoff.
Servivano tre vittorie ai Miami Dolphins, in queste tre settimane centrali di novembre nelle quali il calendario dava loro una mano, e tre W sono arrivate. L’ultima della serie, in week 12, è stata quella ottenuta, all’Hard Rock Stadium, di fronte a dei New England Patriots in rebuilding, ma guidati da un QB di cui sentiremo probabilmente molto parlare, in futuro. Riviviamo la partita, caratterizzata da un grande primo tempo per Miami, e poi esaminiamola, mettendola in prospettiva e dando uno sguardo alle prossime sfide che attendono i pinnati.
Un primo tempo esplosivo e un secondo di gestione
Il primo quarto è tutt’altro che spettacolare. Le due franchigie si studiano senza infierire e gli ospiti sembrano più sul pezzo, riuscendo a costruire un drive che li porta fino a tentare un FG, poi fallito, lungo 45 yards. Nel secondo periodo di gioco, però, esplode Miami, che rievoca i fasti della sua offense della stagione 2023. Tua Tagovailoa si intende con Jonnu Smith e Jaylen Waddle, che saranno i suoi bersagli preferiti per l’intera partita, trovando un TD grazie al TE, che riceve un passaggio lungo 7 yards. Il corto possesso di risposta dei Pats si chiude con un punt e i Fins riprendono da dove avevano lasciato.
Smith riceve per 13 yards, Waddle per 17, De’Von Achane corre per una manciata di yards e, dopo un’altra buona ricezione di quasi 15 yards del numero 17, il RB, in ricezione, segna il secondo TD per i padroni di casa. A un nuovo punt ospite, Miami risponde con un filo di gas: Waddle riceve prima per 15 yards e poi per 19, Smith fa lo stesso per 14, Jaylen Wright corre per un buon primo down e il suo compagno di reparto, Achane, si smarca bene: 11 yards in ricezione e altro TD. I Dolphins si prendono un vantaggio di tre possessi, mostrandosi chiaramente migliori dei loro avversari. Prima del termine del primo tempo, Jason Sanders converte un FG lungo 21 yards, chiudendo la prima mezz’ora (effettiva) di gioco sul 24-0 per Miami.
Nel secondo tempo, i ritmi dei Dolphins si abbassano vistosamente. I Pats provano a rimontare e lo fanno mettendo a segno 2 TD, il primo su un bel lancio di Drake Maye per Austin Hooper, lungo 38 yards, sul quale la difesa ha le sue colpe. Così come l’attacco le ha sulla seconda marcatura ospite, nata da una brutta incomprensione tra Skylar Thompson e Jaylen Wright che non si intendono su un handoff. Christian Gonzalez recupera e porta in meta per il secondo +6 dei suoi, che diverrà +8 dopo la conversione da due punti. I 15 punti di New England saranno comunque troppo pochi per mettere in difficoltà Miami, perché arriveranno tutti nel quarto quarto, dopo che Waddle avrà segnato un TD personale lungo 23 yards. Ad ogni modo, dopo la svista di Thompson e Wright, Mike McDaniel richiamerà sulla sideline il QB2, entrato per evitare ogni possibile rischio a Tua Tagovailoa, per rimettere in campo il titolare e lasciare gestire a lui le ultime battute di una gara nella quale i Fins vincono e convincono, ma contro un avversario considerevolmente inferiore.
Si attendono conferme, già giovedì
Le 3 vittorie contro New England Patriots, Las Vegas Raiders e Los Angeles Rams hanno rilanciato Miami, che con un record di 5-6 è in the hunt per un seeding ai playoff AFC (verosimilmente il settimo, l’ultimo dei disponibili) ma ancora attardata rispetto a franchigie come i Denver Broncos o i Los Angeles Chargers, che sono meglio posizionate e stanno giocando bene. Va poi aggiunto che queste 3 sfide non l’hanno vista affrontare esattamente dei giganti, ma squadre inferiori o che attraversano momenti di difficoltà. Tutto cambierà giovedì notte, nel turno del Giorno del Ringraziamento, quando i Fins dovranno lasciare il proprio stadio (e il proprio clima) per affrontare i Green Bay Packers al Lambeau Field. Si tratta di una sfida interconferenziale, contro una franchigia in forma e in un ambiente ostile, sotto ogni punto di vista. Insomma, l’appuntamento di week 13 ha tutte le caratteristiche di una vera e propria partita trappola. Proprio come quelle che, l’anno scorso, Miami ha sempre perso.
Per questo motivo, l’appuntamento sarà di assoluto rilievo per il prosieguo di questa campagna. Se i Fins dovessero uscire sconfitti, dimostrerebbero di essere la franchigia che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi due anni, molto talentuosa ma altrettanto effimera, oltre che incapace di vincere le sfide che contano. Se invece dovessero vincere, poco cambierebbe in ottica playoff (questa maratona si deciderà a fine dicembre, sempre che Miami riesca a vincerle tutte fino a quel momento, perché il margine di errore è bassissimo), ma molto in chiave psicologica. I Dolphins tornerebbero a .500, con un record di 6-6, scrollandosi di dosso i tanti problemi che hanno contraddistinto i mesi di settembre e ottobre nonché motivati a inseguire uno score positivo.
L’attacco è in crescita evidente, e non soltanto perché Tua è tornato, ma anche perché Waddle è tornato quello che ci ricordavamo e Smith sembra essere il tassello che mancava a completare un reparto che può contare su ottimi skill players, in ogni posizione che gioca la palla, e ha una linea che dà al QB il tempo necessario a leggere le sue tracce. Siamo molto più avanti di quanto eravamo al rientro di Tagovailoa, al cospetto degli Arizona Cardinals. La difesa si gode il miglior Zach Sieler e ha trovato un leader in Calais Campbell, che nonostante l’età non è il giocatore finito che qualcuno, come chi scrive, si attendeva a inizio stagione, bensì una pietra angolare, in linea e nell’intero reparto.
Ambedue le unità dovranno essere al meglio, tra qualche giorno, se si vuole contrastare una franchigia come quella dei Packs, che sta tenendo il passo delle lepri in NFC: i suoi rivali divisionali Detroit Lions e Minnesota Vikings.
Crediti fotografici: Pro Football Focus
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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