La stagione è agli sgoccioli e i Miami Dolphins hanno poche possibilità di riuscire a centrare i playoff. Prima di week 17, però, erano addirittura pochissime e i risultati delle dirette avversarie, ovvero le sconfitte di Indianapolis Colts e Denver Broncos, mantengono i pinnati in corsa. Tutto si deciderà durante il prossimo gameday, che non sarà in unica giornata ma vedrà anche alcune sfide nella giornata di sabato, com’è stato il caso durante tutte queste feste invernali. In AFC resta un solo seed disponibile e Miami se lo contende con Denver e Cincinnati.
Che partita è stata
La sfida tra Miami Dolphins e Cleveland Browns è stata noiosa e poco divertente. I due attacchi sono sempre stati in difficoltà, sia per merito delle difese – che hanno fortemente limitato i reparti offensivi, con Calais Campbell e Myles Garrett a dominare sui due fronti – sia per la loro scarsa disciplina, viste le troppe bandierine gialle, assegnate anche per falli sciocchi come violenze non necessarie.
I primi punti per i Dolphins, ospiti di giornata, li mette a tabellone Jason Sanders, che insacca un FG lungo 54 yards con il brivido, toccando la traversa bassa. Il kick chiude un bel drive tessuto da Tyler Huntley, titolare al posto di Tua Tagovailoa, indisponibile a causa di una botta rimediata al fianco, in collaborazione con Jonnu Smith, attivo in ricezione. La risposta di Cleveland arriva su possesso di Dorian Thompson-Robinson, QB sperimentale che dimostra di essere ancora piuttosto lontano da un livello accettabile in NFL, arricchito dalle corse di Jerome Ford. Alla fine è Dustin Hopkins a pareggiarla su FG lungo 25 yards. Tyreek Hill e Malik Washington rispondono presente alle chiamate del loro QB ma l’attacco fatica a ingranare, è ancora Sanders a muovere il tabellone, con un calcio lungo 39 yards sulla chiusura del secondo quarto.
La gara si vivacizza nel secondo tempo, a causa anche delle difese che cominciano ad accusare un po’ di stanchezza. È Huntley a firmare il primo TD della gara, in scramble, dimostrando che gli anni a guardare le spalle a Lamar Jackson gli hanno insegnato qualche trucchetto ben spendibile. La offense dei Browns è stantia e DTR si fa chiamare tre intentional grounding, che spiegano bene il suo disagio nella tasca. Quando coach Kevin Stefanski decide di aumentare l’aggressività, Jalen Ramsey fa lo stesso e l’attacco di casa continua a sbattere contro porte chiuse. Il 20 a 3 finale giunge grazie a un meritato TD di Jonnu Smith. È Miami a trionfare in un match non bello, ma che andava vinto per darsi almeno altri 7 giorni di speranza.
Che cosa deve accadere per centrare i playoff?
La strada per i playoff ora è semplice: Miami deve vincere a New York, contro dei Jets che – contrariamente a quanto dica il loro nome – sono impantanati nel fango. Ciò però potrebbe non bastare. I Denver Broncos, infatti, ne hanno vinta una in più e, se avranno la meglio su dei Kansas City Chiefs che potranno schierare numerose riserve, saranno loro ad aggiudicarsi il pass. Non è mai una bella situazione quando sono altri a controllare il tuo destino, ma di nuovo, se consideriamo che la stagione sembrava destinata a finire a rotoli qualche settimana fa, specie dopo la sconfitta contro gli Houston Texans, questo rivolo di speranza dà aria all’intero movimento.
Per ora, guardiamo soltanto alla prossima sfida, augurandoci che Tagovailoa possa giocarla. Spingersi oltre e considerare che, comunque, guadagnando il settimo seed si andrebbe a giocare contro il secondo, ovvero contro quei Buffalo Bills che ci sconfiggono sempre, non sarebbe utile né incoraggiante. Andare in postseason restituirebbe motivazione a un ambiente che recentemente non ne aveva più molto e proietterebbe al futuro con una maggiore serenità.
Crediti fotografici: Sports Illustrated