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Week 6: i Buccaneers superano i 49ers 30-19

Con un Baker Mayfield formato MVP i Tampa Bay Buccaneers superano i San Francisco 49ers e si issano in cima alla NFC.


Finisce in festa al Raymond James Stadium di Tampa, con i primi cori “MVP” da parte dei tifosi dei Bucs nei confronti di Baker Mayfield. I Tampa Bay Buccaneers riescono a prevalere nei confronti dei San Francisco 49ers, in una partita che metteva di fronte due squadre con lo stesso record (4-1) e falcidiate dagli infortuni (i californiani in misura maggiore, ma anche in Florida non se la passano meglio).
Per i Buccaneers è stata una vittoria che consolida ancora di più il loro buonissimo inizio di stagione e ne certifica il grado di contender nella NFC; Baker Mayfield continua a giocare a livelli altissimi, la difesa si è dimostrata ancora una volta di qualità. La quinta vittoria in 6 partite, la prima con uno scarto superiore ai 7 punti e arrivata senza dover attendere l’ultimo drive dell’incontro, non può non far sognare i tifosi di Tampa.
I 49ers, invece, stanno facendo meglio di quello che ci si potrebbe attendere da una squadra quasi dimezzata da infortuni nei suoi uomini chiave. A Tampa, la truppa di coach Shanahan ha provato a rimanere aggrappata alla partita, è riuscita anche a mettere la testa avanti; ma alla fine ha dovuto arrendersi alla maggiore freschezza psico-fisica dei padroni di casa. Essere 4-2 di record, comunque, non è male, visto l’inizio di stagione; l’obiettivo però sulla baia sarà quello di recuperare al più presto gli infortunati recuperabili e provare a dare fastidio fino alla fine ai Seahawks e ai Rams per la conquista della NFC West (al momento tutte e 3 le squadre sono appaiate a 4-2 di record).

Bucs: contro le avversità con un Baker formato MVP

Siamo solamente alla 6a giornata, ma è innegabile che Baker Mayfield stia giocando a livelli da MVP. Dopo aver guidato alla vittoria Tampa Bay in 4 delle prime 5 partite con rimonte all’ultimo respiro, contro i 49ers il QB dei Buccaneers è riuscito, per la prima volta in stagione, ad inginocchiarsi nell’ultimo drive e a non dover compiere chissà quali “miracoli” per portare i suoi alla vittoria. Complice un secondo tempo in cui i Bucs hanno preso il sopravvento sui 49ers, trascinati sia dal proprio QB che dalla propria difesa.
Baker Mayfield, privo di Mike Evans, Chris Godwin e Bucky Irving dall’inizio e del rookie delle meraviglie Emeka Egbuka per tutto il secondo tempo, ha confermato di essere uno dei migliori QB della NFL. L’ex Browns ha chiuso con 17 lanci completati su 23 per 256 yard, 2 touchdown lanciati, 14 yard conquistate con le sue corse; e la sensazione di avere in mano tutto l’impianto offensivo dei Buccaneers, indipendentemente da chi scende in campo al suo fianco. Per i primi 2 touchdown della partita si è affidato alle corse di White e Tucker; poi, poco prima dell’intervallo, ha trovato in end zone Kameron Johnson con un lancio dalle 34 yards. In seguito, durante il primo drive dei Bucs nel terzo quarto, dopo che i 49ers si erano riavvicinati nel punteggio (20-19), in una situazione di 3rd&14 ha tirato fuori la giocata della partita: è sfuggito ad un sack che era praticamente fatto, ha evitato un altro difensore pronto a “stenderlo”, ha eluso l’intervento di altri difensori dei 49ers e si è allungato fino a prendersi il primo down. Una di quelle giocate fuori dal comune che Mayfield non ha mai disdegnato in carriera; una di quelle giocate che, come detto anche da coach Bowles, ti lasciano senza parole e ti fanno pregare affinché non gli succeda niente durante l’esecuzione. E un paio di giocate dopo, Mayfield ha lanciato in touchdown Tez Johnson: 27-19 Bucs; gioco, partita, incontro. I cori “MVP” del pubblico di casa diretti al proprio QB forse sono ancora un po’ prematuri ma, al momento, strameritati.
È stata quindi l’ennesima grande giornata, l’ennesima grande partita di Mayfield. Ma non si può non sottolineare la prova quasi dominante della difesa dei Buccaneers. Dopo i primi due quarti un po’ in sordina, il reparto difensivo di Tampa Bay è salito in cattedra nel secondo tempo, concedendo solamente 3 punti ai 49ers. Frutto di continui blitz che hanno visto Lavonte David protagonista indiscusso e Mac Jones chiudere la partita con 6 sack subiti, 2 intercetti, 5 “tackles for loss”. Vita Vea è stato, ancora una volta, dominante ma, comunque, tutta la difesa dei Bucs ha dato prova della propria forza, concedendo agli ospiti solamente un TD su corsa a McCaffrey (che ha chiuso con sole 54 yard conquistate su corsa) e 4 field goal.
Con un attacco così, con una difesa così, a Tampa è lecito sognare qualcosa in più di una qualificazione ai playoffs.

49ers: si accettano miracoli

Ovviamente non si può raccontare la partita dei 49ers senza soffermarsi sulle assenze; perché sarà anche vero il detto “next man up”, ma quando ti ritrovi senza giocatori del calibro di Brock Purdy, George Kittle, Brandon Aiyuk, Ricky Pearsall e Nick Bosa, hai Jauan Jennings in campo con una caviglia malconcia e i postumi di 5 costole rotte, perdi anche Fred Warner durante la partita (anche per lui stagione finita), poi è difficile pensare di riuscire ad avere continuità e a riuscire sempre ad avere la meglio degli avversari. Era successo in Week 5 contro i Rams, la cosa non si è ripetuta contro i Bucs. Mac Jones (che comunque ha giocato non al meglio causa leggero infortunio subìto nell’ultima gara) non è mai riuscito ad entrare in ritmo, sovrastato, come detto, dalla difesa dei Buccaneers; è riuscito in un paio di buone connessioni con Kendrick Bourne (142 yard in ricezione), ma non è mai riuscito a far girare a pieno il suo attacco, con il gioco di corse fermo alle 54 yard conquistate da McCaffrey e alle 13 conquistate dallo stesso QB dei 49ers. Troppo poco per sperare di avere la meglio contro squadre in forma come lo sono i Tampa Bay Buccaneers.
E non è facile per Coach Shanahan, in questa situazione, tentare di trovare delle soluzioni o delle varianti al gioco dei San Francisco 49ers, considerando che ogni settimana qualche giocatore a roster subisce infortuni che impattano, nel lungo o nel breve periodo, sulla stagione della squadra della baia. E la “bye week” per i 49ers è lontana (week 14). Una soluzione, considerando quanto successo a livello di infortuni nelle ultime 3-4 stagioni, potrebbe essere un viaggio a Lourdes. Ma anche in quest’ultimo caso non c’è certezza che tutti questi problemi vengano risolti.
A parte tutto, resta comunque una cosa buona per i San Francisco 49ers: la classifica della NFC West che li vede comunque in testa a parimerito (ma, al momento con le vittorie divisionali dalla propria parte) ai Rams e ai Seahawks. La strada per arrivare ai playoff però, in queste condizioni, è onestamente impervia.

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