Era la partita più importante dello slot delle 19 (ora italiana) di domenica. E non ha deluso le aspettative. A Orchard Park, in New Jersey, si sono affrontati i Buffalo Bills e i Tampa Bay Buccaneers; entrambe, al fischio d’inizio, con record 6-4; entrambe reduci da un ultimo mese altalenante, dopo un buonissimo inizio di stagione.
A spuntarla sono stati i padroni di casa, guidati dalla solita prestazione dirompente di Josh Allen, autore di 3 touchdown su lanci e 3 touchdown su corsa; in questo modo, i Bills provano a mantenere la scia dei sorprendenti New England Patriots, al momento dominatori della AFC East.
Per i Buccaneers, invece, è arrivata la seconda sconfitta consecutiva, nonostante Baker Mayfield abbia provato fino all’ultimo a rispondere colpo su colpo all’MVP del 2024. Il 6-4 di record li tiene comunque in testa alla NFC South, ma c’è da sistemare (più di) qualcosa in difesa e provare a recuperare qualche ricevitore se si vuole andare lontano ai playoffs.
Attacchi protagonisti, difese da rivedere
44-32 per i Bills. Questo il punteggio finale. Tanto basta per far capire che, al netto di attacchi molto prolifici, le difese di entrambe le squadre non sono state irreprensibili, tutt’altro. Josh Allen ha fatto ciò che voleva, con la difesa dei Bucs incapace di trovare risposte adeguate per fermare il QB dei Bills; lo ha sì intercettato 2 volte (anche se il primo intercetto è stato più un errore grossolano di Allen) ma per il resto non è mai riuscita a mettergli pressione, consentendogli di lanciare per 317 yard (19 completi su 30), di correre per 40 e di servire a proprio piacimento tutte le frecce del proprio arsenale. Senza Coleman (fuori per motivi disciplinari) e Kincaid, con Shakir limitato, Josh Allen ha distribuito i suoi lanci a tutti gli altri ricevitori (Shavers 4 ricezioni, 90 yard, un TD; James Cook 3 ricezioni, 66 yard, un TD; Johnson 2 ricezioni, 61 yard, un TD; Davis 3 ricezioni, 40 yard; Knox una ricezione, 23 yard; Samuel 2 ricezioni, 19 yard; Palmer 2 ricezioni, 17 yard), a dimostrazione del fatto che riesce tranquillamente a gestire la situazione e a vincere partite indipendentemente da chi è in campo insieme a lui. E questo è il plus dei Bills nel testa a testa con i Patriots che, verosimilmente, andrà in scena nel prossimo mese e mezzo per prendersi la Division.
Baker Mayfield si è presentato ad Orchard Park consapevole di dover affrontare uno “showdown” con l’MVP uscente. E per quasi 3 quarti di partita ci è riuscito, ha tenuto testa e ha risposto colpo su colpo ai Buffalo Bills. Ancora senza Chris Godwin, Mike Evans e Bucky Irving, Mayfield ha trovato nel running back Sean Tucker il protagonista (inaspettato) di giornata e lo ha “sfruttato” a pieno, tanto che il 24enne prodotto di Syracuse ha chiuso con 106 yard guadagnate su corsa (e 2 TD) e 34 yard guadagnate su ricezione (e un TD). Purtroppo per Mayfield l’intercetto subìto nel terzo quarto (grande gesto atletico di Bishop) ha un po’ spezzato il ritmo dei Buccaneers, ha gettato una piccola ombra sulla sua prestazione (16 lanci completati su 28, 173 yard guadagnate su lancio, 39 yard guadagnate con le sue gambe, TD compreso) ed è risultato fatale ai fini del risultato finale. Anche perché, come detto sopra, la difesa dei Buccaneers non è corsa in aiuto del proprio QB, con annessa una penalità sanguinosa a poco meno di 3 minuti dalla fine che, invece di riconsegnare l’ovale agli ospiti (con punteggio sul 37-32 per Buffalo), ha consentito al drive dei Bills di continuare e concludersi con il TD del 44-32 finale. Questa sconfitta non fa premere il pulsante del panico in Florida, anche perché Tampa Bay resta in testa alla propria Division con una partita di vantaggio sui Panthers (che, onestamente, non dovrebbero impensierire più di tanto Mayfield e compagni); ma ha lanciato dei piccoli campanelli d’allarme a coach Bowles e, quest’ultimo, dovrà essere bravo a saper apportare le giuste correzioni (prevalentemente in difesa, ma anche con lo special team) per provare a far arrivare i Buccaneers quanto più lontano possibile a gennaio.