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Riunificazione delle Federazioni, a chi conviene ?

In quest’ultimo mese, come regalo di Natale, i dirigenti delle squadre di football americano stanno lavorando alacremente per verificare se ci siano o meno i presupposti per la riunificazione del movimento sotto un’unica federazione. Una mossa simile porterebbe indubbiamente molti vantaggi, primo fra tutti la possibilità di avere campionati più competitivi e più distribuiti sul […]


In quest’ultimo mese, come regalo di Natale, i dirigenti delle squadre di football americano stanno lavorando alacremente per verificare se ci siano o meno i presupposti per la riunificazione del movimento sotto un’unica federazione.

Una mossa simile porterebbe indubbiamente molti vantaggi, primo fra tutti la possibilità di avere campionati più competitivi e più distribuiti sul territorio nazionale.

Ma quali sono le condizioni per una riunificazione? Ci saranno vinti e vincitori o saranno tutti vincitori?

Di primo acchito si potrebbe intuire che chi ci guadagna in questo senso dovrebbero essere tutti, dalle società ai giocatori, ma se anzlizziamo la faccenda da altre angolazioni troviamo molti spunti interessanti.

Paolo Crosti (presidente dei Rams Milano – FIF) impone le sue condizioni, ovvero una riunificazione “parziale” dove le federazioni rimangono distinte ma i tesseramenti sono convergenti, dove ogni federazione si paga i propri arbitri e dove non c’è posto per la IFL.

Sembra assurdo ma la proposta FIF sembra focalizzata proprio sull’esclusione della IFL, o almeno sulla sua emarginazione in quanto a detta dei dirigenti FIF, “non ci sono i presupposti per avere un campionato semiprofessionistico in questo momento”.
Stante in questo modo le cose, IFL protrebbe comunque esistere ma giocherebbe un campionato che non da titolo di campione nazionale alla squadra vincente. Ci chiediamo a questo punto cosa possa spingere le squadre di IFL a continuare nel lavoro che stanno svolgendo.

La proposta di FIF appare ancora più strana se si considera che in Italia, dal 1981 (data del primo campionato nazionale) ad oggi, è sempre esistita una Serie A con giocatori stranieri (talvolta gli americani erano presenti anche in A2) ed appare sconcertante l’idea che si debba abbassare il livello del gioco, poichè un’involuzione simile potrebbe sicuramente portare a rendere meno interessante il campionato per i tifosi italiani, che seppur pochi e mal gestiti, sono l’unica fonte che può dare credibilità ad uno sport.

Uno sport senza spettatori è come un passatempo tra privati e togliere la titolarità alle squadre di IFL vuol dire dare in pasto agli appassionati un livello di gioco sicuramente meno spettacolare e meno interessante, mossa che potrebbe abbassare ancora di più l’interesse generale e far sparire dalle tribune italiane i pochi tifosi che ancora ci sono (ndr: tifosi che in questo momento sono praticamente presenti in maggioranza proprio negli stadi del campionato IFL dove Rhinos Milano e Warriors Bologna la fanno da padrone con il maggior numero di presenze).

Da parte sua FIDAF sembra non cogliere le proposte offerte, IFL e LENAF infatti hanno già stilato i propri campionati che saranno ufficializzati a breve, e sembra anche già definita la data e la località per il Superbowl IFL.

Ma a che pro quindi proporre l’unificazione se le condizioni proposte sono perentoriamente inaccettabili per la controparte?

Analizzando bene la struttura dei campionati FIDAF e dei campionati FIF e la distribuzione sul territorio delle squadre, sembra che l’accelerazione di FIF verso la riunificazione possa essere solo un tentativo di sopravvivere.

Sopravvivere perchè mentre FIDAF conta circa 50 squadre divise in IFL, Serie A2 e Arena League, FIF in questo momento si trova con poco più di 10 squadre attive divise tra campionato ad 11 e campionato a 9, molte delle quali sono squadre di neoformazione. Sopravvivere perchè non essendoci una normativa che regolamenti i tesseramenti dei giocatori tra le due federazioni, FIF corre il rischio che i propri tesserati scelgano di passare in FIDAF nelle aree geografiche ove coesistono realtà di entrambe le federazioni, un esempio sono proprio i Rams che a Milano si troverebbero a “lottare” contro le sirene di Rhinos (IFL), Seamen, Daemons e Puma (LENAF), che sulla carta parteciperanno a campionati più interessanti per numero, blasone e competitività degli avversari.

Se l’obiettivo di FIF è quello quindi di salvaguardare le proprie associate, FIDAF potrebbe semplicemente decidere per un accordo da definirsi a partire dalla prossima stagione (2011), ma siamo sicuri che FIF possa essere in grado di aspettare la prossima stagione?

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