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Sorpresa ad Ancona: cadono i Panthers

Gli Energy Building Dolphins Ancona battono i Panthers Parma, campioni d’Italia da 3 anni, per 28-20 in una partita che il numeroso pubblico che ha popolato la tribuna del Dorico non potrà dimenticare facilmente. Dopo 3 ore di battaglia, l’incredulità per il risultato che stava maturando era stata già sostituita del tutto dalla consapevolezza: la […]


Gli Energy Building Dolphins Ancona battono i Panthers Parma, campioni d’Italia da 3 anni, per 28-20 in una partita che il numeroso pubblico che ha popolato la tribuna del Dorico non potrà dimenticare facilmente.

Dopo 3 ore di battaglia, l’incredulità per il risultato che stava maturando era stata già sostituita del tutto dalla consapevolezza: la consapevolezza di una squadra che può contare su un’anima difensiva gagliarda e di una offensiva in grado di generare punti sia con azioni improvvise e fulminee, quanto con drive ragionati e metodici. In questo contesto è estremamente visibile il lavoro che nelle ultime settimane, dopo un inizio sfortunato, stanno facendo Roberto Rotelli (HC), Francesco Sclafani (OC) e Giorgio Gerbaldi (DC).

Tommaso Monardi e soci devono aver capito sin da subito che la trasferta marchigiana non sarebbe stata una passeggiata: in apertura di partita Matthew Gordon si fiondava su un lancio esterno del giovane QB anche della nazionale e lo riportava per tutto il campo fino a varcare la linea della endzone avversaria (conversione da un punto, non buona, di Leonardi).

Con il punteggio di 6-0 si concludeva un rapidissimo primo quarto. Dopo l’inversione del campo, però, Parma si trovava a giocare un terzo down e 14 yard da conquistare a 18 yard dalla linea di meta, Monardi mostrava tutto il suo talento confondendo la difesa dei padroni di casa con una bella finta e trovando direttamente dentro l’area di meta il suo target preferito, Jared Karstetter. Alex Vergazzoli, automatico come sempre, dava il primo (e poi unico) vantaggio per le pantere.

Chi ruggiva però era Mitch McGrath: Rocky Pentello ci metteva giusto due azioni per trovare la via per la endzone avversaria, prima un lancio troppo basso per essere ricevuto sul breve per Mejdi Soltana, poi una bomba sul profondo per il già citato McGrath, che bruciava la safety avversaria e si involava indisturbato verso il controsorpasso. (trasformazione da 2 punti non riuscita).

Il secondo quarto era il momento in cui si decideva il match. Nel drive successivo Parma veniva inchiodata nuovamente dalla difesa dorica. Questa volta saliva alla ribalta Roman Vikhnin, il forte LB dei padroni di casa, già miglior difensore del campionato due stagioni fa, con due sack consecutivi annullava ogni tentativo avversario sul nascere, e con il secondo di essi strappava via il pallone dalle mani del QB, pallone che veniva poi ricoperto da Max Bonomo. L’occasione era talmente ghiotta per l’attacco (entrato sulle 10 avversarie) che l’essere usciti da quella situazione di campo con soli 3 punti, ad opera di Leonardi, sembrava più una vittoria per Parma. La quale però non poteva gioire, perché una volta ritornata in possesso del pallone ad aspettarla dall’altra parte trovava ancora una difesa che non aveva nessuna intenzione di concedere alcunché.

Con 1’35” sul cronometro e il risultato sul 15-7 tornava Pentello e ancora i big play la facevano da padrone: il tempo di giocare 3 azioni e bisognava aggiornare il punteggio: McGrath, dopo aver ricevuto sopra la testa del difensore avversario, cadeva giusto una yard corto rispetto alla linea di meta, il che lo costringeva ad un ulteriore sforzo, nello snap successivo, per valicarla, correndo lui stesso (Leonardi extra point buono). Con pochi secondi sul cronometro del secondo quarto, Parma si inginocchiava per far scorrere a zero il cronometro e andare a schiarirsi le idee nei 15 minuti di intervallo.

Ma il terzo quarto iniziava sulla falsariga di quanto visto nella prima metà di gara, con l’attacco dei padroni di casa ad esplorare il profondo e la difesa a non concedere nulla. Con la partita in controllo arrivava la prima difficoltà per i Dolphins: Mejdi Soltana si faceva bloccare il punt che veniva poi ricoperto all’interno delle 20 yard. Monardi deve aver pensato che fosse arrivato il momento di azzannare, ma i suoi tentativi in endzone venivano ben difesi da Carlo Fanini prima e da Enrico Leonardi poi, costringendo i parmensi ad accontentarsi di 3 punti.

Avanti di 12, l’attacco dei Dolphins cambiava strategia, niente più ricerca del profondo, ma un avanzamento più lento, ma costante, anche per iniziare a togliere un po’ di tempo dal cronometro. I protagonisti del drive erano Fulvio Renzi e Giuseppe Lombi: il primo, cercato con insistenza da Rocky, conquistava il primo down ricevendo in tuffo, dopo la classica azione “pentelliana” in cui il QB sparisce dalle grinfie della pressione avversaria per ricomparire, mentre lancia in corsa, verso la sideline. Giuseppe poi sorprendeva la difesa avversaria, sia andando a ricevere fuori dal backfield, sia correndo nel cuore della linea: erano proprio due corse ritardate che consentivano all’esperto RB con il numero 33 di valicare la goal line per dare il massimo vantaggio ai suoi: 28-10.

Parma entrava nell’ultimo quarto dopo aver accorciato con un FG e rendendo il risultato a due segnature di distanza. Ovviamente non si è campioni d’Italia (per 3 volte consecutive), per caso: gli emiliani decidevano di mettere tutto in campo negli ultimi 15 minuti, la difesa dorica concedeva qualcosa, senza però permettere mai a Monardi di andare sul profondo, costringendolo quindi sì ad avanzare, ma a bruciare anche preziosi secondi. Il TD di Karstetter arrivava a poco più di 5 minuti alla fine della partita.

L’attacco toglieva un po’ di tempo al cronometro, ma non metteva i punti della sicurezza sul tabellone. Toccava quindi alla difesa mettere la parola fine sulla partita. Soltana trovava redenzione dopo il punt bloccato andando a difendere su due lanci consecutivi, gli incompleti sul terzo e soprattutto sul quarto down, smorzavano ogni velleità dei Panthers, il successivo punt non trattenuto da Christian Ryan (al primo errore della sua partita quasi perfetta) e recuperato da McGrath faceva esplodere la gioia di giocatori e tifosi.

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