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Non c’è 2 senza 3: i Miami Dolphins vincono ancora

I Dolphins si impongono sui Raiders e volano sul 3-0, dopo un primo tempo opaco fa seguito un secondo tempo altamente spettacolare.

Jakeem Grant Dolphins Raiders 2018

Nell’immaginario americano ogni grande città ha il suo parco giochi, utilizzato non solo dai bimbi, ma anche da adolescenti che, alle loro prime uscite da soli, escono per un frullato e un giro sulle montagne russe, che oltreoceano si chiamano milkshake roller coaster. La partita tra Miami Dolphins ed Oakland Raiders è stata proprio questo: un lungo e bellissimo roller coaster emozionale. Sia che l’abbiate persa (e allora correte a vedere gli highlights appena terminate la lettura) sia che vogliate riviverla con queste righe, non scordatevi di allacciare le cinture, le montagne russe stanno per partire.

Un inizio da dimenticare

Il nostro roller coaster parte scendendo, verso il basso, perché i Dolphins cominciano davvero male la loro seconda prova casalinga, subito sotto di una segnatura da TD. Il primo drive di Derek Carr è infatti sontuoso. Il QB di Oakland parte con un incompleto, ma poco importa, combina subito dopo con il suo WR Jordy Nelson, ex arma sanguinosa di Aaron Rodgers Green Bay, sul secondo passaggio della partita riceve e poi si lancia per 61 yards, alle quali ne aggiunge subito altre 12 per una visita in end zone. Alcuni spettatori devono ancora accomodarsi a Miami Gardens, ma i Fins sono già sotto di 7. La palla va a Miami ma la squadra è ancora negli spogliatoi, è subito il momento di Matt Haack e di una sua punt, grazie ad un blocco illegale alla schiena della squadra che riceve, Oakland riparte dalle sue 4 difensive.

Carr è a suo agio, Nelson ancor di più, e gli ospiti salgono rapidamente. Per il ricevitore le yards totali nei primi due drive saranno 139. La difesa di Miami decide finalmente di cominciare a giocare e forza un turnover on downs, bloccando gli attaccanti su un quarto tentativo. L’attacco però latita ancora e non riesce ad arrivare neanche a metacampo. Stranamente Haack calcia corto. La posizione offensiva è buona per i Raiders, ma Xavien Howard lo è ancor di più e si presenta subito ai nero – argentati con il piatto forte della casa: l‘intercetto. Il ritorno fino alle 43 difensive è eccellente, l’esatto opposto dell’attacco di Miami; terzo drive e terza punt.

La offense dei Dolphins ricorda troppo quella del secondo tempo a New York, è lenta e poco brillante; ciò non fa sperare nulla di buono. Riparte in attacco Oakland e cominciano a volare bandiere gialle, le quali saranno compagne dell’intero match, dall’una e dall’altra parte, ma soprattutto a danno degli ospiti. Le penalties sono le migliori alleate della defense di casa, la quale le sfrutta a proprio vantaggio e mette molta pressione a Carr, che viene anche abbracciato e tirato giù da William Hayes; durante la sua preziosa sack, però, il numero 95 si fa male e sarà costretto ad abbandonare la partita.

Ryan Tannehill e compagni si rendono finalmente conto che stanno giocando una partita di football e mostrano di saper far bene il loro lavoro, il drive offensivo finalmente produce e l’asse Tannehill – Stills funziona bene come due settimane fa, il numero 10 riceve e realizza un TD da 34 yards, i Fins la pareggiano dopo essersela presa un pò troppo comoda. Si fanno sentire i tanti tifosi all’Hard Rock Stadium che, come praticamente tutti gli stadi NFL è, neanche a dirlo, sold out.

Il sorriso sulle facce dei tifosi in arancio e verde acqua non dura però troppo perché Oakland scorre velocissima lungo i numeri: Marshawn Lynch macina yards correndo e richiama sempre 3 o 4 difensori per farsi fermare, al suo fianco si fa vedere anche Martavis Bryant, WR veloce che combina una bella end around con il suo QB. I Dolphins sono però all’altezza e il campo ci regala una perfetta sack dell’immortale Cam Wake; sarebbe quarto tentativo e punt ma il lineman Akeem Spence commette una sciocchezza di quelle che coach Gase e il suo coordinatore Matt Burke gli rinfacceranno un paio di volte in settimana: violenza non necessaria su un uomo di linea dei Raiders, ovvero 15 yards di penalità per gli ospiti e doccia anticipata per l’irruento Spence. I Raiders ringraziano, con un possesso lunghissimo (circa 9 minuti) che li porta fino alle 2 yards offensive. Una penalità di falsa partenza li allontana però dalla terra promessa e i Dolphins li bloccano; Oakland si accontenta di un kick corto e va sopra di 3. Restano 3 minuti e spiccioli nel secondo quarto e Tannehill prova a metterli a frutto, ma il gioco sulle corse, che era stato la forza di Miami nelle due gare precedenti, è stantio, dal momento che la difesa avversaria è preparatissima alle incursioni di Gore e Drake e li ferma sempre, puntualissima. Si coinvolgono allora i TE, i quali rispondono sempre alle chiamate di Tannehill, con buone ricezioni, sia da parte di A.J. Derby, sia da parte della matricola Mike Gesicki. Sul terzo down viene però fischiata, a danno dell’attacco una interferenza sul passaggio, che i Raiders capitalizzano con una sack. I Fins restano fuori dall’area di calcio e devono puntare.

Non accade più nulla prima del termine del primo tempo. Il secondo tempo si apre ancor peggio per i padroni di casa, altra bandiera gialla, chiamata una nuova PI a Miami, altra punt per Haack, altro attacco per Carr. Coach Gruden è predone come recita il nome della sua squadra e combina un bel mix di corse e lanci che porta Beast Mode Lynch a due passi dalla porta di casa dei Dolphins, e da quella mattonella il numero 24 mostra a tutti quel che sa fare, correndo dritto in TD. 17 a 7 per Oakland dopo il PAT e situazione cupa per i Dolphins. La discesa delle nostre montagne russe tocca qua il fondo, e comincia a risalire.

Dolphins all’arrembaggio

La reazione non si fa comunque attendere troppo. Tannehill riparte a testa bassa e passa prima per Danny Amendola (15 yards) e poi per il ritrovato DeVante Parker, al debutto stagionale, che riceve per 40 yards. Il gioco sulle corse continua a non decollare e allora, in un momento di difficoltà, il palco se lo prende un attore che sarà, con ogni probabilità, grande protagonista quest’anno, Jakeem Grant. Ottiene l’ovale su un rapido handoff e si fionda in meta: TD da 18 yards per il numero 19.

Gli ospiti accusano il colpo: il loro successivo attacco termina con una punt, esattamente come il successivo di Miami, nel quale comunque Gesicki mette ancora in mostra tutto il suo atleticismo; il ragazzo non è bravo a bloccare, pazienza: compensa abbondantemente in ricezione. Sulla punt di Haack, Nelson rischia il pasticcio, ma è svelto con le mani a ricoprire la propria fumble. Anche questo drive offensivo dei Raiders non è efficace: altra punt. Il calcio è corto e Miami ne approfitta con cinismo. Il possesso parte con una bella corsa di Tannehill per un primo down e si chiude con i fuochi d’artificio: double reverse da manuale neanche fossimo ancora i Dolphins del compianto Tony Sparano. Avviene tutto in velocità: il centro Kilgore passa a Tannehill, che subito passa a Frank Gore che corre da destra a sinistra nel backfield; il sempre ottimo numero 21 cede un flip all’indietro per Albert Wilson il quale corre da sinistra a destra che con una leggerezza invidiabile, on the run,  lancia per Grant; il WR è rapidissimo e lo dimostra: corre per 52 yards, entra in end zone e si tuffa tra i tifosi, Miami passa finalmente in vantaggio.

I Raiders hanno ancora tutto il tempo per ribaltarla, restano infatti circa 8 minuti al termine del match dopo questa segnatura. I protagonisti del drive sono i soliti noti Nelson e Lynch, ma in difesa non stanno a guardarli. Wake rompe il suo bloccaggio e disturba Carr, il quale riesce a lanciare ma è impreciso; la palla finisce in meta ma non ci sono attaccanti a riceverla: le mani che la afferrano sono infatti le solite, sicurissime pinze di “X” Howard. E’ il gioco chiave della partita e i Dolphins potrebbero accontentarsi di questo risultato, prendendosela comoda. Potrebbero, ma Tannehill sente il calore del pubblico – e sicuramente anche quello atmosferico di un torrido pomeriggio di fine estate nella Florida del Sud – e se ne ciba:mette velocemente l’ovale in mano a Wilson, con una flip, e il ricevitore numero 15 inizia a correre, fermandosi solo sotto i due pali gialli. 26 a 17 per Miami e Raiders fiaccati nel corpo e nello spirito, riusciranno solamente ad aggiungere 3 punti con un calcio nel loro ultimo possesso. Siamo a 3 nella colonna delle vittorie e a 0 in quella delle sconfitte, niente male per una squadra che davano per spacciata, a bocce ferme.

Come si diceva, questo match è stato un vero roller coaster; è però tutto bene quel che ben finisce e la cosa più importante, come sempre, è la vittoria finale. Prima di chiudere vorrei mandare un abbraccio a tutti gli amici, tifosi di questi Dolphins, che davano Ryan Tannehill per finito ad inizio stagione, che si lamentavano perché con un QB così non si sarebbe potuti andare lontano, che si sono lamentati quando gli Arizona Cardinals ci hanno soffiato, a loro dire, il QB proveniente dall’Università della California di Los Angeles Josh Rosen, al draft di aprile. Beh quei Cardinals sono ora 0 – 2 e, al momento in cui scrivo, non so ancora se riusciranno a vincere con i Chicago Bears, nel posticipo della domenica notte. I Dolphins sono invece 3 – 0 e le statistiche di Tannehill di stasera non sono esattamente da cestinare: 17 passaggi completati su 23 tentativi, per 289 yards, con 3 TD e 0 intercetti. Il qb è anche stato il leader di uno sterile attacco sulle corse (26 yards sulle sue gambe, in 3 tentativi), mentre Wilson e Grant guidano le squadra in ricezione, con 74 e 70 yards rispettivamente, entrambi in 2 sole ricezioni.

Miami è prima nella AFC East da sola dopo 3 giornate, non succedeva più dal 1998, quando come QB giocava un signore, di cui avrete sentito parlare, che risponde al nome di Daniel Constantine Marino Jr. Dan the Man, uno dei migliori della storia nel suo ruolo, senza alcuna discussione. il tempo per celebrare è però poco, perché la settimana prossima arriva una di quelle sfide che separano i ragazzi dagli uomini: si va nella tana del lupo o, meglio, delle volpi, perché si andrà in trasferta a Foxborough, Massachusetts, a casa dei Patriots, altra squadra che ha un QB mica male.

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