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Statement Game: Los Angeles Rams 6 @ Chicago Bears 15
Una prestazione mostruosa dei Bears annulla l’attacco dei Rams e Aaron Donald, garantendo la vittoria ai ragazzi di Nagy.
I Rams di questi anni non hanno bisogno di presentazioni: un buon QB in grande miglioramento, un running game guidato da uno dei migliori running backs in circolazione, e una difesa con quello che viene considerato da molti il legittimo pretendente al DPOY e da qualcuno anche all’MVP. Il tutto sotto la sapiente guida di Sean McVay, uno dei più interessanti giovani allenatori in circolazione. Coach Nagy ha speso durante la settimana precedente il match parole di grande apprezzamento verso di lui. Parole da cui si intuiva il grande rispetto per il lavoro che stanno facendo a Los Angeles.
E credo che la parola giusta per inquadrare quello che è successo durante i sessanta minuti sia proprio questa: le due squadre si rispettavano molto. Mi ha fatto molto piacere vedere una squadra come i Rams scendere in campo attenta sia a non lasciare spazi al nostro attacco sia a non concedere opportunità alla nostra difesa.
Andando al football giocato, la partita si apre con il drive dei padroni di casa. Trubisky comincia bene, cerca i suoi ricevitori che vengono ben coperti dalla secondaria dei Rams e quando non li trova corre, guadagnando parecchio terreno. Il resto lo fa Jordan Howard. Purtroppo un passaggio per Bellamy, chiaramente troppo lungo, viene intercettato da Marcus Peters e ritornato per 48 yards.
Nel successivo drive la difesa Bears dimostra inequivocabilmente di che pasta è fatta, e riesce, in un drive che inizia sulle proprie 15, a concedere ai Rams soltanto un field goal.
I Bears non ci stanno a lasciare andare via i Rams . Il drive che segue vede Trubisky trovare Trey Burton per 17 yards e Tarik Cohen guadagnarne 32 con una corsa. L’endzone è vicina, ma un sack di Franklin costringe Nagy a chiamare un FG. 3 pari.
Le squadre tornano a concedere pochissimo all’attacco avversario, finchè Jared Goff non lancia malamente per Woods, e viene intercettato da Roquan Smith che ritorna fino alle 4 di LA. Scopriremo poi che questo è, oltre al primo intercetto del rookie LB in maglia Bears, anche il suo primo dai tempi dell’High School. Chicago rovina il buon intercetto, riuscendo ad accumulare 15 yards con due penalità. Il tutto rende il drive estremamente problematico, costringendo Trubisky a lanciare due incompleti, e ancora una volta i Bears a calciare un FG.
Gurley viene praticamente immobilizzato dalla difesa Bears, e quello che i Rams riescono a generare è un passing game che però non trova mai ritmo. Questo fa fermare la squadra di Los Angeles sulle 32 di Chicago e li costringe ad un 50 yarder, che Zuerlein mette tra i pali. Le due squadre si rispondono colpo su colpo. 6 pari.
Sono ancora le difese a farla da padrone e i due attacchi sono costretti al punt ancora una volta.
Trubisky riprende palla con 51 secondi da giocare prima dell’halftime, e sembra avere intenzioni bellicose. Dopo due snap in cui non si conclude granchè, arriva il secondo intercetto della giornata per il numero 10, stavolta per mano di Robey. Palla a Los Angeles con 19 secondi da giocare. Goff prova a cercare l’endzone ma si fa intercettare da Eddie Jackson. Fine primo tempo.
Il secondo tempo si apre con i Rams che hanno palla. Il ritorno successivo al calcio di Parkey vede una penalità fischiata ai Rams che fa partire il drive sulle loro 13. E’adesso che succede quello che secondo me ha spostato l’ago della bilancia a favore dei Bears.
I Rams corrono e Gurley viene fermato da Leonard Floyd con una loss di 5 yards. Nella play successiva, Eddie Goldman sacka Goff nella sua end zone. Safety. A uno dei migliori attacchi della NFL. Punteggio 8-6 Bears.
Nel drive successivo i padroni di casa capitalizzano il momento di sbandamento degli ospiti. Trubisky per Allen Robinson, Howard e Cohen portano avanti il drive. Robinson sembra anche entrare in Endzone, ma mette il piede fuori dal campo prima di toccare il pilone arancione e il TD viene annullato. È così che Nagy tenta una delle sue: Mette in campo tutti gli uomini di linea che ha, anche in veste di ricevitori, e Akiem Hicks come running back. La difesa dei Rams si aspetta una replica della giocata della settimana scorsa contro i Giants e va a bloccare il centro della linea di scrimmage. Non prestano attenzione al numero 79, un omone di 2.01 per 143kg che si stacca dalla linea e in veste di ricevitore entra in endzone ricevendo il passaggio di Trubisky: Bradley Sowell. TD Bears. 15- 6.
I Rams sembrano alle corde: il successivo drive è un three and out. Tuttavia, quello che non riesce all’attacco, sembra riuscire alla difesa, che intercetta Trubisky per la terza volta. La storia sembra ripetersi continuamente, e nella giocata successiva Kyle Fuller intercetta anch’esso Goff per la terza volta. Non una giornata delle migliori per i due signal caller.
I Rams dimostrano di avere la volontà dei campioni; tentano in tutti i modi di penetrare una difesa Bears che nel freddo dell’Illinois non permette a Goff di trovare l’intesa con i suoi ricevitori e a Todd Gurley di trovare spazi dove far valere la propria classe. Il RB terminerà con 28 yards in 11 portate (di cui circa 15 prese nell’ultimo snap della partita, con 15 secondi da giocare) e 30 in ricezione. Niente, per uno come lui.
Con l’ultimo quarto da giocare, i Rams le tentano tutte: Goff e Gurley tentano disperatamente di rompere il muro Bears, ma si devono accontentare di calciare un FG, che per loro sfortuna colpisce il palo destro.
Gli Orsi tentano di consumare quanto più cronometro possibile, bruciando tre importantissimi minuti e mezzo in quattro giocate.
Si arriva cosi a 6 minuti dalla fine, con i Rams che, ancora sotto di due possessi partono dalle loro 18. Goff cerca di manovrare come la difesa Bears gli concede di fare e riesce a prendere un down; ma oggi il Soldier Field è un campo minato, e la posizione delle mine la conoscono Mack e soci: si arriva ad un 4th e 4. Goff cerca di passare per chiudere il down ma la linea non tiene, e Akiem Hicks gli arriva addosso per un sack.
Turnover on Downs e palla a Chicago sulle 26 di LA. Chicago brucia un altro minuto e 43 secondi, tentando poi il FG. Parkey sbaglia clamorosamente mandando il pallone a sinistra.
Los Angeles riprende il possesso sulle sue 28 con 2:45 da giocare. Impresa difficile, ma da una delle squadre migliori della lega ci si può aspettare di tutto. Bisogna mantenere alta la concentrazione fino alla fine; la secondaria dei Bears non concede nemmeno pochi millimetri all’attacco dei Rams e Goff viene intercettato per la quarta volta da Prince Amukamara. L’ultimo drive dei Bears non fa altro che consumare altri 1:48, rendendo la palla ai Rams con 35 secondi da giocare. Per la squadra di Los Angeles diventa inutile continuare. E’la resa.
I Bears si dimostrano una squadra che non ha paura di nessuno. Howard supera le 100 yards per la prima volta in questa stagione. In molti hanno criticato il giocatore dicendo che non è adatto al sistema di Nagy; io credo invece che sia una delle pedine fondamentali. Chi lo svaluta evidentemente non ha capito che un giocatore così in certe situazioni come quella di domenica sera fa la differenza.
Cohen fa il suo: 69 yard in 9 portate e 20 ricevute. Robinson il migliore dei ricevitori, ma il reparto ha sofferto molto la performance abbastanza sottotono di Trubisky; in prime time e al rientro dopo due settimane, riesce a imbastire solo un drive degno di nota, quello del TD, lanciando tre intercetti con un PR di 33.3. C’è da dire che la sua controparte, Jared Goff, QB con altra esperienza e altre aspirazioni fa addirittura peggio, con quattro intercetti e zero TD. Di Gurley abbiamo detto.
Veniamo ai migliori in campo. La difesa, innanzitutto. Limitare a sei punti un attacco che ne fa in media una trentina, con punte oltre 50 è sicuramente una prestazione stratosferica. La pressione sul QB è continua, e ora sembra che anche la secondaria sia arrivata a regime, rompendo passaggi e quando può intercettandoli. Il lavoro sul gioco di corse avversario assolutamente da primi della classe.
Una delle chiavi della partita era sicuramente nel limitare l’apporto di Aaron Donald, e il rookie James Daniels, draftato come centro e ora usato prevalentemente come guardia, ha saputo svolgere perfettamente questo compito. Il mostruoso 99 dei Rams viene praticamente annullato, terminando la serata con 1 tackle.
Un plauso ulteriore va al coaching staff. Sia la coppia Nagy/Helfrich sia l’astuto Vic Fangio riescono a guardare più lontano dello staff tecnico dei Rams, fermando il loro gioco e rendendoli inoffensivi. Con una prestazione migliore da parte di Trubisky forse il punteggio sarebbe stato addirittura più pesante.
Ma è inutile parlare di questo: i Vikings hanno perso a Seattle e domenica prossima abbiamo una partita dal triplice significato: un altro Aaron arriverà in città. Uno che noi tifosi conosciamo bene. Uno che ha detto che vuole vincere a Chicago per rimanere in corsa playoff; ha detto che del resto, in passato a Chicago ci ha vinto molte altre volte. Uno che è riuscito in Week 1 a scappare con una vittoria a casa sua, agguantata per il rotto della cuffia (e per un punto). Uno che ha appena preso virtualmente il controllo della sua squadra, dopo il licenziamento del suo capo allenatore.
Battendolo, si vince la division.
Battendolo, lo si allontana dai Playoff.
Battendolo, si vendica Week 1.
Ah, dimenticavo. Gioca per la squadra più odiata dai tifosi Bears.
Non credo servano altre motivazioni.
#BeatThePackers
Autore: Chicago Bears Italia
Data di pubblicazione:
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