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Panthers Parma in perfect season Campioni d’Italia per la 5ª volta

Italian Bowl n. 40 non adatto ai deboli di cuore, con Parma che a partita praticamente vinta si “distrae” e si fa portare in overtime!

Italian Bowl 40 Panthers-Seamen

L’Italian Bowl numero 40 è la partita che non ti aspetti di vedere, perché parte con il “peso” di essere la finale più scontata degli ultimi anni, dal momento che i Panthers Parma in stagione hanno incontrato due volte i Seamen Milano, ed in entrambe le gare hanno fatto bottino pieno.

Eppure la speranza per i Seamen c’era, anche se ridotta. Primo perchè Parma negli anni, ha sempre fallito l’aggancio alla “perfect season”, e secondo perchè anche nel 2014 i Panthers arrivarono favoriti contro i marinai, ma troppa sicurezza di fare il double, avendo vinto l’anno precedente proprio contro i Seamen per 51-28, li aveva portati a sottovalutare la voglia di rivalsa degli avversari, che fecero la partita perfetta e portarono a casa il primo Italian Bowl della propria storia con un netto 33-3.

Scaramanzia a parte, l’Italian Bowl n. 40 comincia secondo le previsioni, tra il primo e il secondo quarto di gioco i Panthers vanno a segno tre volte, con Hennessey, Diaco e Finadri, e a meno di due minuti dall’intervallo il risultato è un impetoso 21-0. Partita che sembra a senso unico, almeno nel punteggio. Ci pensa Luke Zahradka con un big play pass da 40yd per Jordan Bouah a riaccendere una flebile speranza per i milanesi. Nonostante l’errore di Di Tunisi sull’extra point si va al riposo sul 21-6, che suona meglio di 21-0, perchè almeno da l’idea che possa ancora esserci una partita.

La conferma che i Seamen possano rientrare in gioco arriva a meno di 6 minuti dal termine di un terzo quarto caratterizzato da molte penalità, grazie ancora all’asse Luke Zahradka – Jordan Bouah, che siglano un altro big play con un lancio da 56 yards per il touchdown del 21-12, con trasformazione da 2 punti fallita dai marinai, ma le distanze si sono più che dimezzate.

Speranza che dura giusto un drive, perché Hennessey mette a ferro e fuoco la secondaria dei Seamen con 4 completi su 5 lanci, e Pooda  completa il lavoro, portando la palla fino alla 1 yard degli avversari, e per Diaco è un gioco da ragazzi varcare l’endzone e riportare i Panthers a distanza di sicurezza, sul 28-12.

Ma ormai la partita vive di big play, e ci pensa ancora Jordan Bouah con un kick off return da 80 yards a rimettere i Seamen in carreggiata. Ennesimo errore sull’extra point per i marinai e punteggio che diventa 28-18, insomma, poteva essere meglio, ma 10 punti di gap con un intero quarto di gioco a disposizione non consentono di mettere in ghiaccio l’incontro.

Nel quarto ed ultimo periodo Panthers e Seamen si alternano un po’ nervosamente alla guida del gioco, ma ecco l’ennesimo big play che sembra creare una rottura definitiva: Reilly Hennessey trova Tommaso Finadri con un pass da touchdown per 49 yards, e anche se Felli fallisce l’extrapoint, il risultato a 7 minuti dal termine dice 34-18 per Parma, che probabilmente sente di essere in una comfort zone e tira i remi in barca.

Nel football si sa, la palla non è rotonda, e quindi è ancora più imprevedibile rispetto ad altri sport, e infatti quando ormai sugli spalti si preparano i festeggiamenti per il titolo conquistato con una perfect season (la prima per i Panthers), arriva il colpo di coda dei milanesi che iniziaon a spingere a testa bassa, con Zahradka che distribuisce palloni un po’ a tutti, disorientando la difesa avversaria e a meno di 5 minuti dal termine dell’incontro, è Di Tunisi a ricevere il passaggio che vale 6 punti, anzi, 8, grazie a Jarey Elder che entra in endzone per la prima trasformazione da 2 punti dei Seamen. Punteggio che dice 34-26 per Parma e 4 minuti abbondanti da giocare, e inevitabilmente la partita si riapre.

Parma è in stato confusionale, Hennessey non riesce più a dirigere il gioco come nei primi due quarti, ma in generale è su tutta la squadra che sembra calata una cappa di negatività, forse torna, per l’ennesima volta, in mente la questione della perfect season… maledetta scaramanzia.

Fatto sta che Parma non muove palla, mentre Milano si, e lo fa anche grazie alla complicità degli avversari che in preda ad un raptus di ansia da prestazione, regalano una fondamentale pass interference che porta i Seamen a ridosso della meta campo invece che ad un terzo e lungo sulle proprie 30 yards.

Zahradka è “on fire” e manda ancora a segno Di Tunisi, il punteggio cambia sul 34-32 per i Panthers, e Zahradka stesso, sull’onda dell’entusiasmo va per la trasformazione da due punti, che vorrebbe dire pareggio, ma commette un fumble! Partita chiusa? Nemmeno per sogno, perchè il fumble viene ricoperto direttamente in end zone da Elder e cala il ghiaccio sul Garilli di Piacenza: 1 minuto e 9 secondi da giocare dice il tabellone, e le due squadre sono in perfetta parità: 34-34.

Parma ci prova, ha la possibilità di chiudere il match con un field goal e con la forza della disperazione arriva fino alle 12 yards dei Seamen, quando mancano pochi secondi al termine del tempo regolamentare. Si gioca un quarto down con Felli che deve solo metterla tra i pali, ma il suo field goal viene bloccato sul nascere e si va all’overtime.

Overtime che comincia con i Seamen in attacco, e sembra che ormai l’inerzia sia tutta per i caschi blu navy, ma ecco il colpo di scena, forse i milanesi accusano la stanchezza mentale (e fisica) per la gran rimonta fatta nel quarto quarto (22 punti), e vanno ad un quarto down per chiuderla con un field goal. Di Tunisi sbaglia, il risultao rimane invariato, i Panthers fanno entrare l’attacco, Hennessey lancia in endzone per Simone Alinovi e Parma vince.

Il touchdown di Alinovi porta il risultato sul 40-34 e chiude la gara. Panthers che si cuciono addosso il quinto titolo nazionale, Seamen che falliscono il miracolo proprio quando sembrava più realistico, e partita che ha tenuto tutti col fiato sospeso fino alla fine.

L’MVP dell’incontro viene assegnato (a ragione) a Tommasi Finadri, autore di 9 ricezioni, 2 touchdown e 124 yards.

Photo credit: Giulio Busi

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