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I Cowboys domano i Giants: equilibrio in NFC East

Va in scena la tradizione nella chiusura della Week 3 in NFL, con i Dallas Cowboys a fare visita ai New York Giants.

Tony Pollard Cowboys Giants NFL 2022 week 3 Brad Penner-USA TODAY Sports Brad Penner-USA TODAY Sports

Va in scena la tradizione nella chiusura della Week 3 in NFL, con i Dallas Cowboys a fare visita ai New York Giants sul terreno del MetLife Stadium di Meadowlands. In palio, il ruolo di anti-Eagles della NFC East, dopo la partenza bruciante delle aquile di Philadelphia. Occhi puntati sul confronto a distanza tra i due QB, seppur lontano anni luce dal fascino della sfida tra Brady e Rodgers andata in scena domenica a Tampa. Per Cooper Rush, la carica di un inizio positivo nelle vesti di sostituto momentaneo di Dak Prescott, alle prese con l’infortunio alla mano che dovrebbe tenerlo lontano dai campi ancora per due partite “compresa quella di stasera” (parole sue nel prepartita); per Daniel Jones, la pressione di un record in prima serata “cousiniano” (non ce ne vogliano i tifosi dei Vikings), un tondo 0–8 da esorcizzare al più presto.

Primo tempo: errori e noia

Pronti, via e il ritmo iniziale del primo quarto sembra in linea con quello di tante partite viste domenica. Grande equilibrio, svariati errori, attacchi poco esplosivi, momenti di noia e penalità troppo frequenti, segno di una disciplina di squadra e di automatismi tattici ancora da oliare per tante squadre a questo stadio della stagione. La linea offensiva dei Giants non aiuta né Daniel Jones né Saquon Barkley; ciononostante, la prima opportunità di segnare è per i Giants, il cui field goal dalle è però bloccato dallo special team degli ospiti. Palla ai Cowboys e Cooper Rush trova ritmo nel segno dell’efficienza e guida i suoi nella redzone dei Giants, dove tuttavia i texani si complicano la vita con un false start su 3rd & goal cui segue un incompleto e dunque un field goal di Brett Maher che apre le marcature. In questo inizio spiccano per penalità e difficoltà nel pass blocking entrambi gli offensive tackle scelti dalle due squadre al primo giro dell’ultimo draft, Evan Neal dei Giants (settima scelta assoluta da Alabama) e Tyler Smith dei Cowboys (ventiquattresima scelta assoluta da Tulsa).

Riprendono meglio i Giants nel drive successivo, dove Daniel Jones fa un lavoro apprezzabile nel distribuire la palla al ricevitore di turno nel flat per allargare la difesa avversaria, finché, nuovamente, la linea non lo abbandona al suo destino, costringendo i Giants ad accontentarsi di tre punti, successivamente imitati dai Cowboys, che non riescono a concretizzare con un touchdown un drive contrassegnato da una lunga corsa da 46 yards di Tony Pollard, anche per una probabile pass interference in endzone non rilevata dall’équipe arbitrale. La difesa dei Cowboys però limita di nuovo l’attacco avversario e dall’altra parte continua il successo nel gioco terrestre per la franchigia del texana, grazie stavolta soprattutto a Ezekiel Elliott. Peccato che il drive killer stavolta si chiami CeeDee Lamb, colpevole di due drop banali, specialmente il primo, con cui spreca un lungo e perfettamente eseguito passaggio di Cooper Rush che avrebbe anche potuto proiettarlo in endzone dopo la ricezione.

Il sipario cala sul secondo quarto dopo un ultimo drive dei Giants, che si sviluppa sulla falsariga di quanto visto per gran parte del primo tempo, ossia con Micah Parsons e DeMarcus Lawrence letteralmente alla caccia di un Daniel Jones che fa del suo meglio per mantenere vivo il gioco a dispetto di una linea offensiva non esattamente impermeabile e gli arbitri contribuendo alle tante cose brutte che ci riserva questa partita con una chiamata decisamente discutibile per offensive pass interference di Sterling Shepard ai danni di Trevon Diggs. All’intervallo è 6–3 in favore dei Cowboys, dopo che Maher non centra i pali da 59 yards di distanza sul tentativo in extremis di ampliare il vantaggio.

Secondo tempo: arrivano i touchdown (ma continuano gli errori)

Il secondo tempo inizia sulla falsariga del primo, con DeMarcus Lawrence che raccoglie il suo terzo sack e Daniel Jones costretto ad affidarsi alle proprie gambe per dare continuità al gioco, cosa che gli riesce molto bene grazie al suo atletismo ma che non esime la linea dalle sue responsabilità di fronte ad un front seven dei Cowboys che sembra una truppa d’assalto in azione nelle trincee nemiche. I Giants perlomeno riescono ad impattare con un field goal di 51 yards di Graham Gano ed evitano di vanificare di nuovo quel che Jones riesce a combinare sotto il costante assedio della difesa ospite.

I ricevitori di Dallas continuano, da parte loro, a non concretizzare le opportunità che il braccio di Cooper Rush crea ed invece dall’altra parte Saquon Barkley riesce finalmente a trovare il pertugio giusto ed esplodere per una corsa da 36 yards, coronata dal TD che proietta i Giants in avanti: 13–6 a 5 minuti dalla fine della terza frazione di gioco e partita che si scalda, finalmente. Infatti, nel drive successivo Cooper Rush finalmente trova collaborazione dai suoi ricevitori e il ritmo del suo attacco accelera sensibilmente, producendo uno sforzo che è concretizzato dal tuffo in endzone di Zeke Elliott per il suo decimo touchdown in carriera conto i Giants ed il nuovo pareggio a quota 13 con cui si conclude il terzo quarto.

L’ultimo periodo si apre vedendo ristagnare i due attacchi, anche se Dallas converte un quarto down a metà campo con una ricezione cruciale di Lamb, il quale si rende protagonista di un’altra ricezione profonda che porta la palla a 1 yard dalla linea di meta. A questo punto, la coppia Rush–Lamb, finalmente in sintonia, sfodera una prodigiosa combinazione con un passaggio perfetto di Rush ed una ricezione spettacolare nell’angolo della endzone da parte del prodotto di Oklahoma: 20–13 con otto minuti e mezzo sul cronometro, drop del primo tempo dimenticato ampiamente e risultato ribaltato con due drive chirurgici, che mettono sulle ginocchia una difesa dei Giants che inizia a tradire un certo debito d’ossigeno.

Non meglio fa l’attacco, tradito da due drop di Sterling Shepard (con partecipazione del difensore in marcatura) e soprattutto di Kenny Golladay, non forzato e che sottolinea una volta di più la mancanza di produttività dell’ex-wide receiver dei Lions da che si trovanella Grande Mela. Sul punt successivo, un ritorno lungo di Turpin da 28 yards mette i Giants a distanza da marcatura ma l’attacco della compagine allenata da Mike McCarthy, invece che “cuocere” a fuoco lento i newyorchesi ed il cronometro, non converte un terzo down con un’azione di passaggio che non ha successo e deve accontentarsi di un field goal con cui porta a 10 il proprio margine di vantaggio.

Palla di nuovo a Daniel Jones che, a dispetto dell’assalto prolungato della difesa dei Cowboys, riesce a condurre i suoi alle soglie della red zone, dove si ferma per un intentional grounding con cui cerca di sottrarsi alla morsa avversaria. Graham Gano centra comunque i pali, anche questa volta da 51 yards, consegnando alla difesa la speranza di raddrizzare la partita nel finale.

Pollard corre ancora, anche a questo punto della partita, con concretezza e determinazione ma l’attacco dei texani si complica la vita da solo fermando il cronometro e i Giants hanno l’opportunità di pareggiare nell’ultimo minuto e mezzo o poco più, anche se partendo dalle proprie 9 yards, il compito è particolarmente arduo. La disperazione non aiuta e Diggs intercetta Jones, lanciando i titoli di coda che includono anche un saluto all’insegna del nervosismo tra le due squadre.

Storie tese fra rivali divisionali che fanno parte dal gioco ma non distolgono l’attenzione dal tanto lavoro che attende Brian Daboll, che dovrà assolutamente registrare la sua linea d’attacco per aiutare Daniel Jones a fare capire se potrà o meno essere il QB del futuro. L’impressione è che questi faccia il possibile ma dovere correre per la propria incolumità nella metà delle occasioni in cui fa drop back per lanciare è una ricetta perfetta per il fallimento e ciò non dipende certamente da lui. Bene invece, ancora una volta, Cooper Rush, primo QB della storia a guidare tre rimonte decisive nell’ultimo quarto in occasione delle prime tre partite da titolare. Mike McCarthy farà meglio a non dormire sugli allori, però. La strada è lunga e gli Eagles sono, per il momento, in controllo nella NFC East.

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