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L’upset è servito: i Browns battono i 49ers 19-17

A Cleveland va’ in scena l’impensabile: grazie ad una difesa stellare, i Browns sconfiggono i favoriti 49ers. Prima sconfitta stagionale per San Francisco.


Quando Jake Moody, kicker di San Francisco, ha fallito il field goal dalle 41 yard che avrebbe consentito ai 49ers di tornare in vantaggio a 6 secondi dalla fine della partita, il Cleveland Browns Stadium è esploso. L’impossibile era appena diventato possibile. I Cleveland Browns sono riusciti a sconfiggere la squadra più in forma del momento, gli imbattuti San Francisco 49ers, in serie positiva, in regular season, da 15 partite. E lo hanno fatto nonostante l’assenza di Deshaun Watson. Affidandosi alla propria arma migliore di questo inizio di stagione: la difesa guidata da Jim Schwartz, capace di tenere i 49ers a soli 17 punti segnati (dopo i 167 accumulati nelle prime 5 gare di regular season, una media di 33,4 per partita).
Una vittoria importantissima per i ragazzi di coach Stefanski: i Browns salgono ora a 3-2 di record, rispondono alla vittoria dei Ravens ottenuta nel pomeriggio di Londra, raggiungono gli Steelers (in bye) e tengono dietro i Bengals. Sarà, come sempre, una durissima lotta in AFC North: la vittoria contro i 49ers, oltre ad aver iniettato autostima, ha certificato che questi Browns possono lottare fino all’ultimo per prendersi un posto ai playoffs.

Una gara dura e senza esclusione di colpi

Che sarebbe stato un pomeriggio di battaglia a Cleveland si era capito già dal riscaldamento pre partita, con alcuni giocatori dei Browns (tra cui Thornhill e Moore) e dei 49ers (tra cui Samuel e Williams) che, dopo essere venuti a contatto sulla sideline, hanno dato vita ad una rissa, sedata solamente dall’intervento dei coach e della squadra arbitrale.
La battaglia è poi proseguita in campo. E che battaglia. In totale: 5 sack, 11 tackle for loss, 15 quarterback hits, 91 tackles, 2 fumbles, 3 intercetti, 4 infortunati, una miriade di penalità. Anzi, per l’esattezza sono state 25 (12 per San Francisco, 13 per Cleveland) e hanno generato 224 yards totali di penalità (105 per i 49ers, 119 per i Browns). Una partita condizionata anche dalle condizioni metereologiche, con il vento ad imperversare sin dal kickoff e la pioggia che l’ha fatta da padrona a partire dal secondo quarto. E se a tutto ciò ci aggiungiamo anche 3 errori dei kicker, ecco che il quadro è abbastanza completo: quella andata in scena a Cleveland tra i Browns e i 49ers è stata una partita dura, combattuta, cattiva (sotto certi aspetti), senza esclusione di colpi e, proprio per tutti questi motivi, tutt’altro che brutta.

Parola alla difesa

Dopo che nella giornata di venerdì era stata confermata l’assenza di Deshaun Watson, le speranze dei Browns di poter compiere un upset erano al lumicino. Ci si aggrappava alla difesa, consapevoli però che per fermare l’attacco stellare dei 49ers probabilmente non sarebbero bastate le buonissime prove sciorinate nelle prime 3 gare di stagione. Serviva alzare il livello. Serviva l’eccellenza. Ed eccellenza è stata. Nonostante la partenza shock: primo drive 49ers, touchdown McCaffrey su imbucata di 13 yards da parte di Purdy. Dopo neanche 3 minuti dal kickoff i Browns sono stati costretti ad inseguire. Poi, però, con il passare dei drive, la difesa dei Browns, guidata da un insospettabile McLeod e un finalmente decisivo Owusu-Koramoah, saliva in cattedra, straripando nel secondo tempo: i primi 4 drive dei 49ers dopo l’intervallo si sono chiusi con un intercetto e tre 3&out; Brock Purdy, senza Samuel (out durante il primo quarto per un problema alla spalla) e senza McCaffrey (out tra il terzo e l’ultimo quarto per un problema agli obliqui), non è riuscito quasi mai a liberarsi dalla pressione esercitata dalla difesa di Cleveland, chiudendo con soli 12 completi su 27 e 125 yards conquistate, i dati peggiori della sua giovane (e finora molto positiva) carriera in NFL; George Kittle, una delle bocche di fuoco dell’attacco di San Francisco, completamente cancellato dal campo (una sola ricezione per una sola yard); in totale, l’attacco dei 49ers è stato tenuto a sole 215 yards conquistate, il minimo stagionale. Un trionfo di Jim Schwartz e dei suoi ragazzi, il modo migliore per sopperire alle assenze offensive e ad un non sempre perfetto PJ Walker. Quest’ultimo, unitosi alla “practice squad” a fine agosto e insignito dei gradi di vice-Watson la scorsa settimana, ha provato a mantenere i nervi saldi e a guidare nel miglior modo possibile il proprio attacco. Però, anche la difesa dei 49ers non è stata da meno di quella dei Browns, tanto che l’ex QB dei Panthers è stato intercettato 2 volte e si è dovuto affidare prevalentemente alle corse di Ford ed Hunt. Ed è proprio grazie ad una corsa in end zone di Kareem Hunt nel primo tempo che è arrivato l’unico touchdown di giornata messo a segno dai Browns. Un touchdown importante per Hunt, rientrato in squadra dopo il brutto infortunio di Chubb e parso nuovamente in forma dopo i mesi passati ad allenarsi da solo. Il resto dei punti a tabellone, per Cleveland, li ha messi Dustin Hopkins: dopo aver fallito il primo field goal nel primo quarto, il kicker dei Browns ha infilato i pali 4 volte tra il terzo e l’ultimo quarto (dalle 42, dalle 46, dalle 50 e dalle 29), siglando il 19-17 decisivo a 95 secondi dalla fine della partita.

Si riparte da qui

I Browns devono ripartire da qui, da questa vittoria. Anche se la partita sarebbe potuta finire diversamente, considerando il field goal allo scadere fallito da Moody. Ma, onestamente, i Browns hanno meritato di vincere contro i 49ers per la voglia, la dedizione e la resilienza che hanno messo in campo.
Con questa difesa, per il modo in cui sta giocando in questo inizio di stagione, si può andare lontano; il rientro imminente di Watson dovrebbe dare nuova spinta e maggiore fluidità all’attacco. Le prossime 2 gare, anche se entrambe in trasferta (contro i Colts prima e i Seahawks poi), sono ampiamente alla portata: essere 3-2 di record è già un buon viatico; tornare a Cleveland tra 3 settimane con 5-2 di record darebbe una scossa significativa a tutto l’ambiente in vista della seconda parte di regular season.

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