Touchdown logo

I Crusaders contro i Redskins per sognare

C’è l’umore giusto per affrontare i Redskins Verona. La mamma del tight end Mirko ‘Cico’ Mattana attende gli under a bordo campo mostrando un enorme vassoio colmo di fatti fritti. In men che non si dica la struttura di viale Bonaria si trasforma in una festosa area da pic – nic, sotto lo sguardo attonito […]


C’è l’umore giusto per affrontare i Redskins Verona. La mamma del tight end Mirko ‘Cico’ Mattana attende gli under a bordo campo mostrando un enorme vassoio colmo di fatti fritti. In men che non si dica la struttura di viale Bonaria si trasforma in una festosa area da pic – nic, sotto lo sguardo attonito della “senior” alle prese con la prima seduta di allenamento della stagione 2009 – 2010. Sono strascichi conviviali scaturiti dalla indimenticabile vendemmia di domenica scorsa (60 a zero sui Doves Bologna). Martedì, seppur a malincuore, qualcuno si è assentato per motivi di studio: compiti in classe e interrogazioni incombono. Il coaching staff, prontamente avvisato, apprezza il gesto ma ammonisce: “chi non si allena, non può avere le carte in regola per affrontare una gara di football americano”. Ha marcato visita pure lo sfortunato linebacker Simone Cassano, costretto ad abbandonare nelle primissime fasi del match per una frattura scomposta del perone. L’intervento ospedaliero è andato a buon fine e non si esclude che i tempi di recupero siano rapidi. Le speranze di passare il turno sarebbero più concrete se si superasse l’ostacolo rappresentato dai pellerossa scaligeri. L’head coach Riccardo Frau ce la metterà tutta, ma il pronostico è apertissimo. Torniamo al match di domenica scorsa. Cosa ti è piaciuto? Nonostante la partita stesse andando bene, i ragazzi sono riusciti a mantenere la concentrazione sino alla fine, certo c’era un clima giocoso, ma ci può stare quando la partita prende quella piega lì. Qualche nota negativa? Ho notato alcuni ragazzi esperti un po’ deconcentrati; non mi aspettavo che facessero certi errori, però, quando vinci 60 a zero, è difficile rimanere lucidi fino alla fine e non sbagliare, sono giovani, possiamo perdonarli. Dei Redskins si sa solo che hanno due vittorie, contro l’unica dei Cru In realtà non sappiamo nulla di loro, a parte qualche informazione che ci è stata riferita dagli allenatori dei Doves, ma i racconti a voce sono limitativi. Che idea ti sei fatto sui veneti? Almeno sulla carta, i livelli dovrebbero essere simili. E’ una squadra più vecchia della nostra, sono sicuramente più avvantaggiati perché hanno giocato anche a flag football, quindi si conoscono da molto più tempo rispetto a noi. Però veniamo da questa sonante vittoria e siamo molto carichi. Loro avranno un viaggio alle spalle per arrivare a Cagliari. Che tipo di accorgimenti prenderai in settimana? Sulla base delle poche notizie che abbiamo sui Redskins cercheremo di allenare i ragazzi ad un certo tipo di giocate. I senior vi stanno dando manforte anche durante la settimana Alcuni “vecchi” vengono a vedere la fine dell’allenamento, chi può è sempre presente, bisogna dargliene atto, uno su tutti sicuramente il ciccione di linea Walter Serra. La ripresa della prima squadra potrebbe condizionare i ragazzi? Hanno in testa solo il loro campionato, come è giusto che sia, poi, come finiranno, ci sarà tempo per andare ad allenarsi in prima squadra. Adesso il loro compito è impegnarsi con la giovanile. Nella gara con i Doves al tuo fianco c’era il dirigente ed ex head coach Giuseppe Marongiu Giuseppe ha insegnato a me, Yascha e Yuri Minniti a giocare, gli siamo simpatici, cerchiamo sempre di coinvolgerlo nella giovanile. Ci da una mano, compatibilmente ai suoi impegni lavorativi, cerca sempre di venire. I ragazzi lo conoscono, sono contenti quando si avvicina al campo, lui crede molto nell’under. Che vi dice? Ci dispensa consigli, lui ha allenato prima di me, è una persona che capisce il football, abbiamo una linea di vedute simili, è più semplice confrontarsi. O meglio, è più semplice trovare una soluzione. L’impianto d’emergenza di Monserrato ti è piaciuto? Il campo da rugby ha comunque riscosso successo, non tanto per le sue condizioni, per niente buone, quanto perchè ha permesso che si creasse un clima familiare. Ci sono gli spalti, c’è la possibilità di fare la grigliata. Già, lo spuntino di fine gara da condividere con la squadra ospite, un tuo vecchio pallino Ho cominciato a giocare con questa usanza, grazie all’ex head coach, (ora arbitro), Alberto Toscano. Alla partita chiunque doveva portare qualcosa da mangiare perché chi viene qui sta facendo una trasferta, è giusto fargli vedere che siamo ospitali. Poi è bello perché a fine partita puoi parlare con compagni, avversari, pubblico, familiari e fidanzate. Mi è sembrata una cosa giusta da continuare, anche perché ciascuno di noi deve portare poche cose. Non è necessario che si vada a spendere cifre esorbitanti, basta anche una crostata da un euro. E’ il gesto. Sei ospitale con gli avversari e speri che il giorno che tu andrai in trasferta faranno altrettanto con te. Vado orgoglioso di questa nostra abitudine. Funziona così in tutta Italia ? Non in tutti i posti abbiamo ricevuto lo stesso trattamento, per questo non smetterò mai di spronare i ragazzi a farlo. E’ giusto che noi ci facciamo vedere non solo per come giochiamo a football, ma anche per il nostro atteggiamento, dobbiamo dare il buon esempio. Quando arriveranno in prima squadra lo faranno ugualmente. Tanto vale che inizino presto. I tuoi ricordi più infelici in tema di accoglienza oltre Tirreno? E’ usanza che la squadra ospitante offra l’acqua agli avversari. E’ capitato molto spesso che ci venissero consegnate appena sei bottiglie per di più di acqua gassata a fronte di una ventina di atleti. C’è gente a cui non importa niente di questo, però il nostro è uno sport sano, è giusto che si continui su questa linea. Se in questa disciplina non gestisci la parte umana dei giocatori, non ci puoi fare niente. Da brutti anatroccoli a cigni. Gli appelli lanciati in estate sono andati a buon fine. Non più muscoli flaccidi, gambe rachitiche e lingue annaspanti. I nuovi Crusaders vanno regolarmente in palestra, si applicano, hanno voglia di dimenticare i brutti tonfi primaverili. La sorpresa è arrivata anche dalle numerose new entry: martedì al capo Rai erano addirittura in trenta. Perfino l’head coach Giacomo Clarkson appare profondamente impressionato. Sarà aiutato dal solito Aldino Palmas (offensive coordinator) e dall’onnipresente Riccardo Frau che assumerà il ruolo di allenatore dei runner. In stand by (si spera per poco) l’assistant coach defense Giovanni Manca. Si comincia con la preparazione atletica per due settimane, dal lunedì al giovedì. Clarkson fa sapere che: “il programma degli allenamenti si svilupperà in base agli atleti che avrò a disposizione nel corso dei mesi”.

Please follow and like us: