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I Dolphins viaggiano a due velocità, ma arriva comunque la vittoria
Primo tempo fantastico per Miami, che però cala negli ultimi due quarti, la difesa tiene comunque bene e i Dolphins vanno in testa alla AFC East.
Le partite divisionali valgono doppio, non si compete solo per la vittoria, ma anche per sconfiggere agli avversari diretti per i playoff o, comunque, per il piazzamento finale. Lo sanno bene le squadre della NFL, lo sanno bene i Dolphins, che ben sanno come occorra fermare i sorprendenti Jets per partire quanto più lanciati possibile, in questa giovane stagione 2018, con un bel 2-0 che farebbe dormire tutti abbastanza tranquilli, fino a domenica. New York però a questa partita ci arriva bene, reduce da una convincente vittoria a Detroit dove ha molto brillato la stellina Sam Darnold.
Un primo tempo sontuoso
Il miglior modo per vincere le partite, in questa lega, è forzare il proprio ritmo, e lo si fa tramite la fast start, la partenza veloce, con dei punti messi subito in cascina nei primi 2 o 3 drive offensivi. La tentano i Phins, che partono in attacco, ma non vi riescono. Così come falliscono anche i padroni di casa, nei loro primi drive e, dunque, il match inizia con tre punt. Ottimo Matt Haack sui suoi calci liberi, mette la gang green sempre con le spalle al muro e un campo lunghissimo. Poi New York accelera e Darnold comincia a lanciare bene, e allora va lungo, anche troppo però, e TJ McDonald ringrazia, intercettando un suo passaggio e riportandolo fino alle 15 yards offensive.
Ne approfittano i Dolphins, che con 3 corse vanno in TD: la prima è di Drake, la seconda di Albert Wilson da snap diretto e la terza, decisiva, ancora per il numero 32. Kenyan Drake corre 6 yards ed entra in end zone, Miami va sopra di 7 dopo il punto extra realizzato da Jason Sanders. La difesa di casa ruggisce e blocca Ryan Tannehill su un terzo tentativo e medio, tirandolo giù. Anche i Phins hanno un ottimo 11 quando devono proteggere la propria linea di meta però, tanto che Kiko Alonso forza una fumble e Raekwon McMillan ricopre la palla; la coppia di LB funziona e Tannehill riprende le redini.
Gli ospiti capitalizzano immediatamente il secondo turnover a loro favore, segnando ancora. La catena si muove soprattutto via terra: corre Drake, corre (meno) Gore, corre (non spesso, ma sempre in maniera efficace) anche Tannehill. I passaggi sono pochi ma buoni, come quello per Albert Wilson che parte corto e diventa una corsa di 30 yards fino alla meta avversaria; con un ottimo movimento, il ricevitore numero 15 va via a tutti e segna il secondo TD per Miami, si va sul 14 a 0 per gli ospiti, dopo l’addizionale di Sanders.
New York accusa il colpo e il suo attacco è monodimensionale: le corse sono del tutto inefficaci. Questa è un’ottima notizia per i Dolphins, che in preseason avevano mostrato qualche lacuna contro le run. Stasera di lacune non ve ne sono, anzi Isaiah Crowell, RB dei Jets che aveva giocato bene domenica contro i Lions, è più spesso a terra che in piedi a portare l’ovale. I delfini sembrano squali e annusano il sangue della preda, in velocità Tannehill passa con precisione, prima a Wilson, poi a Kenny Stills, poi a Drake, poi viene sanzionato un holding difensivo e Miami si avvicina con una corsa di Drake da 9 yards. Timeout immediato dell’attacco che vuole segnare e lo fa con il passaggio successivo: Tannehill trova A.J. Derby, TE di cui si parla pochissimo perché tutti abbiamo la bocca piena di Mike Gesicki (un pò in ombra a New York, avrà tempo per crescere) ma che sa essere efficace in area di meta e lo dimostra; 19 yards in ricezione e altri 6 punti per i Dolphins, che rimangono tali perché Sanders questa volta sbaglia il calcio addizionale.
La reazione dei Jets
La reazione dei Jets è furiosa e Darnold trova subito Terrelle Pryor, ex QB ora ricevitore, che riceve e si fionda in avanti per 44 yards, fino a quando Minkah Fitzpatrick lo contrasta. Todd Bowles, coach di New York, vuole segnare e chiama un passaggio, il TE matricola Herndon lo riceve, ma viene fermato sulla linea della 1 yard da Reshad Jones, che continua a dimostrare di meritarsi i – tanti – milioni che riceve ogni stagione.
Termina così il secondo quarto e il verdetto appare chiaro, ma i Dolphins sono attesi da una battaglia campale, negli ultimi 30 minuti.
In sofferenza nel secondo tempo
Il bordocampista della CBS intercetta Adam Gase, head coach dei Dolphins, prima che cominci il terzo quarto e gli chiede cosa ne pensa del primo tempo; Gase dice che non è interamente soddisfatto e vuole vedere la squadra meglio nell’ultima mezz’ora. Succederà esattamente il contrario. New York rientra con una grinta sconosciuta e al primo possesso – i padroni ricevono il kickoff – Darnold connette con le sue armi più pericolose: prima il TE Tomlinson (20 yards), poi il ricevitore Quincy Enunwa (17 yards), un giovane interessantissimo per atleticismo e lucidità, che sarà una vera e propria spina nel fianco dei Dolphins, negli ultimi due quarti, e poi Bilal Powell, che riceve un passaggio e corre per 28 yards fino alla terra promessa, accendendo il tabellone dei padroni di casa. Si va sul 20 a 6, perché anche i Jets sbagliano il PAT.
Miami accusa il colpo e Tannehill commette un sanguinoso fumble sulle 12 difensive, ricoperto da New York. Pare tutto fatto per i padroni di casa e Darnold lancia subito in end zone. Se qualcuno dei miei amici tifosi di Miami non sia ancora convinto del valore della nostra secondaria, si vada a rivedere cosa fa Xavien Howard in questo frangente. Spaccando il secondo, il CB anticipa tutti e arpiona la palla, mantenendo i piedi in campo pur essendo nell’ultimo rettangolo di terreno, azione bellissima ed efficacissima; touchback per i Dolphins.
Si è però rotto qualcosa negli ingranaggi degli ospiti, che apparivano perfettamente oliati prima dell’intervallo e cominciano a verificarsi errori, incomprensioni e il peggior nemico di una offense NFL: il 3 & out. Difficile dire se ciò sia dovuto al demerito Phins o al merito dei Jets, ma una cosa è certa, il fumble di Daniel Kilgore, centro che ha sostituito il bravissimo ma troppo spesso infortunato Mike Pouncey di fronte a Tannehill, è solo ed esclusivamente un suo errore. Errore di controllo bizzarro, diciamo pure imbarazzante, e ovale tra le grinfie di New York prima ancora di arrivare al QB. Errore grossolano, è raro vederne di simili a questi livelli. Nel corso del terzo e quarto quarto l’attacco Dolphins si vede poco, tanto che ci sono solo due azioni da segnalare: la prima, nel terzo periodo, vede protagonista Frank Gore, che con una corsa da 8 si ritrova quarto nella lista dei giocatori con più yards su corsa nella storia della NFL, superando Curtis Martin. Davanti a lui ci sono ora solo gli irraggiungibili Emmitt Smith e Walter Payton e il lontano Barry Sanders, tutt’altro che una brutta compagnia. La seconda azione offensiva degna di nota vede protagonista Ryan Tannehill. Il QB dimostra tutto il suo atleticismo leggendo perfettamente una read option e portando la palla oltre la catena per il primo down che, di fatto, sigillerà la partita sul 20 a 12 finale, dal momento che quella azione condurrà all’avviso dei 2 minuti con i Jets senza più timeout. A quel punto Miami sfodererà la celeberrima victory formation, lasciando inginocchiare Tannehill per tre volte consecutive.
Per quanto riguarda i Jets, non riusciranno ad approfittare del momento di confusione dei loro avversari, segnando si in due occasioni, ma sempre su calcio, con due realizzazioni dalla media distanza per il kicker Jason Myers. Da segnalare c’è anche un’ottima azione del rookie Fitzpatrick, che riesce ad anticipare il ricevitore dei Jets Bobby Anderson in end zone, scagliando a terra l’ovale e salvando così un TD per i padroni di casa.
Le statistiche finali segnalano che Tannehill ha completato 17 passaggi su 23, per 168 yards e 2 TD, senza lanciare intercetti. In aggiunta a ciò il QB ha corso per 44 yards, non male se consideriamo che l’intero attacco dei Jets ne ha corse 42. 55 invece saranno le yards corse da Kenyan Drake, su 11 portate di cui un TD, mentre Gore ne corre 25 in 9 portate. Entrambi i RB hanno anche contribuito anche come ricevitori.
Nella settimana che si apre sarà importante capire che cosa si è rotto tra primo e secondo tempo, cosa ha smesso di funzionare dopo l’intervallo, come possa, una squadra che segna 20 punti nella prima mezz’ora, realizzarne 0 nella seconda. Per il momento ci accontentiamo della vittoria e attendiamo i Raiders domenica prossima.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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