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NFL Power Rankings 2018 – week 4

Una delle settimane più pazze degli ultimi anni vede cadere una ad una tutte le “grandi” della NFL, meno i Rams che salgono al primo posto nei Power Rankings.

NFL power rankings 2018 w4

Una delle settimane più pazze che si ricordi negli ultimi anni vede cadere una ad una tutte le “grandi” della NFL, meno i Rams che salgono al primo posto nei Power Rankings. Il Thursday Night di Los Angeles li vedrà ospitare i Vikings clamorosamente sconfitti in casa dai Bills e si preannuncia come il big match della quarta settimana di regular season. Grande ritorno alla vittoria dopo quasi due anni per i Browns trascinati da Baker Mayfield.

Baker Mayfield week 4

#1 (+1): Los Angeles Rams (3-0-0) – Una delle due squadre più complete della NFL si insedia al vertice dopo un’altra affermazione autorevole nella “Battle for LA” contro i Chargers. In realtà la battaglia di Los Angeles non è nemmeno mai iniziata, data la scarsissima popolarità dei Chargers, mentre i Rams stanno a poco a poco conquistando la tifoseria locale. E giovedì arriva in California la seconda squadra più completa della lega (sulla carta), i Vikings feriti da un rovescio inaspettato. Non si ricorda a memoria una Thursday Night altrettanto importante e con il potenziale di essere così spettacolare.

#2 (+3): Kansas City Chiefs (3-0-0) – Ennesima grande partita della nuova sensazione dell’NFL, il ragazzino dal braccio atomico Patrick Mahomes. Andy Reid dovrà necessariamente trovare più continuità dalla propria difesa, ma l’attacco per ora è, oltre che spettacolare, una vera e propria macchina da guerra. Attenzione a non dimenticarsi che non è la prima volta che i Chiefs partono a mille all’ora per poi impantanarsi nella seconda metà della stagione regolare…

#3 (-2): Jacksonville Jaguars (2-1-0) – Restano sul podio più per le sventure altrui che per propri meriti. Terza sconfitta contro i Titans negli ultimi tre scontri diretti, Bortles che ritorna ad essere Bortles e la sensazione di dovere ancora scacciare qualche incertezza prima di impadronirsi a tutti gli effetti della AFC. Un passo importante sarebbe già capire come sconfiggere gli avversari divisionali che li mettono regolarmente sotto.

#4 (+3): Philadelphia Eagles (2-1-0) – I campioni ritrovano Carson Wentz dopo il brutto infortunio al legamento crociato dello scorso autunno e ne celebrano il rientro con una vittoria, sudatissima, contro i Colts. I campioni ci sono ancora, anche se non sembrano avere la stessa “magia” dell’anno scorso, ma chiunque abbia mire sulla NFC, siano i Rams, i Vikings, i Packers o una franchigia della NFC South, dovrà indubbiamente fare i conti con loro.

#5 (+5): Carolina Panthers (2-1-0) – I Panthers non sono una squadra dall’attacco entusiasmante, ma sono sicuramente una squadra sempre tignosa e questa ascesa è anche legittimata dall’aver battuto i Bengals, che avevano avuto un inizio molto positivo. L’NFC South è oggi forse la divisione migliore nella NFL e sarà duramente combattuta fino alla fine, ma è giusto riconoscere che i Panthers hanno un vantaggio sui concorrenti.

#6 (+6): Miami Dolphins (3-0-0) – Una rimonta sui Raiders per la terza vittoria e ancora statistiche importanti per Tannehill (17/23, 289 YDS, 3 TD, 155.3 QB rating). Domenica li attendono, a Foxboro, i Patriots reduci da questo inizio tutt’altro che esaltante. Sarà per Miami la cartina al tornasole per capire se veramente possono ambire ai playoff.

#7 (+7): New Orleans Saints (2-1-0) – Forse il loro balzo in avanti è anche un po’ eccessivo, ma d’altro canto i clamorosi rovesci altrui servono anche ad enfatizzare la grande partita di Drew Brees, capitano vero capace di trascinare i suoi (anche con TD di corsa!) in una importantissima vittoria ad Atlanta, perfetta per mantenersi agganciati a Bucs e Panthers in testa alla NFC South.

#8 (-4): Minnesota Vikings (1-1-1) – Facciamo lo sforzo di accettare le parole di Zimmer, credere che non abbiano preso sotto i gamba i Bills ed immaginare che la scoppola sia un campanello d’allarme, affinché la tensione resti alta. Rimaniamo convinti che questa stagione abbiano le carte in regola per andare fino in fondo, ma questo scivolone deve restare un caso isolato.

#9 (-3): New England Patriots (1-2-0) Onestamente, andiamo solo ed esclusivamente sulla fiducia. Difficile non dare credito a Brady e Belichick, ci sono state altre annate in cui una partenza al rallentatore poi è sfociata in grandi rimonte. Tuttavia, è inevitabile vedere che quest’anno manca qualcosa, per esempio un ricevitore di livello. Che sia finalmente la situazione giusta perché Josh Gordon possa sbocciare definitivamente e mettersi alle spalle i suoi demoni?

#10 (-7): Green Bay Packers (1-1-1) – Prima sconfitta stagionale a DC contro i Redskins, nessuna scusante stavolta per Rodgers e compagni…tranne un’altra discutibile chiamata per roughing the passer ai danni, nuovamente, di Clay Matthews. Potevano essere 3-0 come 0-3, quindi aldilà degli episodi arbitrali è evidente che McCarthy debba sistemare più di una cosa nella sua squadra.

#11 (-2): Cincinnati Bengals (2-1-0) – Perdono per la prima volta in stagione sul campo di una squadra molto accreditata e questo mitiga lo spegnimento dei facili entusiasmi sorti dopo le prime due vittorie stagionali. Tornano sul terreno di una compagine della NFC South ad Atlanta e, visto il risveglio di Ravens e Steelers, dovranno cercare di fare risultato, contro una squadra che peraltro non potrà permettersi altri passi falsi interni.

#12 (-1): Tampa Bay Buccaneers (2-1-0) – Partita dai due volti con gli Steelers, si passa da FitzMagic di settimana scorsa a FitzTragic del primo tempo del Monday Night, poi di nuovo FitzMagic nel secondo tempo, ma è tardi per la rimonta. Crediamo che Koetter debba continuare comunque con Fitzpatrick ma Winston torna disponibile questa settimana e le controversie sul QB titolare non mancheranno da qui in avanti.

#13 (=): Pittsburgh Steelers (1-1-1) – Miracolo di Big Ben a Tampa e l’onta della rimonta ad opera dei Buccaneers viene sventata. Molto lavoro anche per Tomlin e i suoi, ma bisognava pure iniziare cogliendo la prima W della stagione, su un palcoscenico prestigioso quale il Monday Night. Sotto con i Ravens, ora.

#14 (+4) Tennessee Titans (2-1-0) – Malgrado le assenze di giocatori fondamentali nella linea d’attacco, malgrado l’uscita dal campo nel primo tempo di Gabbert per sospetta commozione cerebrale, malgrado un Mariota limitato dal problema ai nervi del braccio ma eroico nell’entrare da vero gladiatore, ancora una volta hanno la meglio sui Jaguars, per la terza volta consecutiva negli scontri diretti. Ancora c’è molto da lavorare ma potrebbero presto risalire la china molto più di quanto non sia avvenuto dalla settimana scorsa ad oggi.

#15 (=): Chicago Bears (2-1-0) – Una fatica incredibile ed inattesa in Arizona, ma con questa difesa si può davvero sognare. Mack ha veramente elevato il livello di tutti quelli intorno a lui. Resta da capire come Nagy riuscirà ad estrarre il meglio da Trubisky, ancora una volta parso preda dei tipici dolori del giovane quarterback.

#16 (-8): Atlanta Falcons (1-2-0) – Parlavamo di Falcons e certamente non potranno lasciare che anche Cincinnati violi il proprio campo…comunque la sconfitta con New Orleans è stata resa un po’ meno amara dalla grande partita di Calvin Ridley, il rookie WR da Alabama, che tutti sperano possa ripercorrere le orme di Julio Jones.

#17 (+3): Baltimore Ravens (2-1-0) – Vittoria senza molte emozioni sui Broncos ,ma importante alla vigilia di un match tradizionalmente molto intenso come quello contro gli Steelers. E certamente anche quest’anno ci aspettiamo tanta intensità.

#18 (-2): Denver Broncos (2-1-0) – Specularmente a quanto detto per i Ravens, sconfitta senza grandi emozioni in quel di Baltimore. Keenum sembra avere perso un po’ lo smalto dello scorso anno, quando fu una delle sorprese della stagione alla guida dell’attacco dei Vikings. Li attende la grande vetrina del Monday Night, in casa, contro i Chiefs.

#19 (+2): Washington Redskins (2-1-0) – Vittoria per certi versi imprevista ma di carattere quella sui Packers. Bello vedere Adrian Peterson correre come ai vecchi tempi…probabilmente la maglia degli avversari gli avrà ricordato le grandi sfide contro i Packers del suo inizio di carriera in Minnesota.

#20 (-1): Los Angeles Chargers (1-2-0) – La battaglia di Los Angeles è persa da un pezzo, anzi non c’è mai stata proprio. Ogni sconfitta fa semplicemente ripensare, con crescente tristezza, a cosa avrebbe potuto essere la carriera di Rivers, in termini di vittorie, se non fosse stato perseguitato dalla sventura di giocare per una franchigia storica ma retta da una proprietà scellerata.

#21 (-4): San Francisco 49ers (1-2-0) – Oggi il risultato praticamente non conta. La sola realtà che conta, purtroppo, è avere visto un QB da cui ci si aspettava tanto quale Jimmy Garoppolo, cadere vittima di un lesione al legamento crociato su un movimento innaturale, in un’azione peraltro non viziata da alcun contatto con gli avversari. In una fase in cui la NFL si sta autodistruggendo per proteggere i QB oltre il limite della ragionevolezza, è bene ricordare che la sfortuna si può accanire contro grandi protagonisti del football, anche senza il contributo della violenza comunque intrinseca al gioco.

#22 (+5): Cleveland Browns (1-1-1) – Calma e gesso, giusto celebrare la prima vittoria da dicembre 2016, ma la strada è lunga. Eppure, sfido chiunque a non emozionarsi di fronte alla scarica di adrenalina portata dall’ingresso in campo della prima scelta assoluta dello scorso draft, Baker Mayfield. Baker è un lottatore ed un vincente e può aiutare molto i Browns nel loro faticoso ritorno alla rilevanza.

#23 (+3): Detroit Lions (1-2-0) – Grande festa per la prima vittoria di Matt Patricia, a maggior ragione per avere avuto la meglio del suo grande maestro Belichick. La trasferta di Dallas può essere ciò che serve per trovare continuità e scalare posizioni importanti nei power rankings.

#24 (+1): Indianapolis Colts (1-2-0) – Se la sudano con Philadelphia, ma tornano a casa con una sconfitta di misura, che comunque conferma la crescita in corso sotto la gestione di Frank Reich. Ora attendono i Texans ancora senza vittorie a Indianapolis, vincere sarebbe il segnale di chi vuole rimanere in corsa malgrado due avversari divisionali quali Titans e Jaguars apparsi sin qui superiori.

#25 (+3): New York Giants (1-2-0) – Un bel passo in avanti la vittoria sui Texans, un po’ inattesa eppure ottenuta con una prestazione che ha segnato un chiaro miglioramento dopo le prime due partite, alquanto opache, con cui avevano aperto la stagione. New Orleans non sarà un avversario facile alla prossima giornata, ma tornare fra le mura amiche sarà un bell’aiuto al tentativo di prendere inerzia dopo questo primo successo stagionale.

#26 (+4): Seattle Seahwaks (1-2-0) – E quando si pensava che anche con Dallas sarebbero stati dolori, ecco che arriva una sorprendente vittoria a interrompere il digiuno di successi. La trasferta in Arizona (Chicago docet) non va presa sottogamba ma chissà che non possa essere l’occasione per costruire qualche certezza in più.

#27 (-3): Dallas Cowboys (1-2-0) – E’ vero, la vittoria sui Giants aveva illuso un po’, ma purtroppo i Seahawks pur in difficoltà hanno riportato i Cowboys coi piedi per terra. Qualcuno gioca con Romo a chiedergli se tornerebbe in campo, ma per ora a Dallas bisogna trovare la chiave per ritrovare il Dak Prescott della sua rookie season.

#28 (-5): New York Jets (1-2-0) – Forse l’apertura contro Detroit aveva illuso oltre modo e fatto passare in secondo piano che l’altisonante vittoria era dovuta anche (soprattutto) agli errori insoliti di Matthew Stafford. Perdere con Cleveland sarebbe stato un record che prima o poi qualcuno avrebbe scritto, ma contro una squadra in ascesa come i Browns non è di per sé il problema. Ciò che brucia è il come.

#29 (+3): Buffalo Bills (1-2-0) – Alzi la mano chi avrebbe scommesso sui Bills nella trasferta di Minneapolis. Non solo, alzi la mano chi si aspettava una batosta di queste dimensioni per i Vikings. Grande partita di Josh Allen, che ha meritato in toto questa vittoria conquistata con grande cuore e grande riscatto dopo l’indecente inizio di campionato. Questa squadra ha certamente svariati problemi e l’anno scorso è andata ai playoff anche per demeriti altrui, ma quanto visto nelle prime due settimane di regular season era probabilmente troppo brutto per essere vero. Restiamo convinti che probabilmente, anche la trasferta in Minnesota è stata troppo bella per essere vera, ma il test che li attende a Green Bay ci farà capire di più sul loro spessore.

#30 (-8) Houston Texans (0-3-0) – Non ci siamo proprio. Chi scrive non comprende la stima infinita di cui sembra godere in alcuni ambienti Bill O’Brien, ma siccome aldilà dei pareri personali, in ultima analisi contano i risultati, certamente è ora di attendersi qualcosa di più da una squadra cui il talento non manca in nessun reparto, ma cui mancano vittorie a sostegno dell’ipotesi che il programma stia andando nella giusta direzione.

#31 (=): Arizona Cardinals (0-3-0) – Quasi quasi ci scappa il colpaccio con i Bears, ma la pochezza offensiva ha fatto crollare le speranze dei Cardinals nell’ultimo quarto. Resta la domanda, impertinente ma inevitabile: ma era proprio il caso di fare esordire Josh Rosen contro una difesa così poderosa, nei minuti finali, quasi a freddo? La decisione di Wilks ha lasciato non poche perplessità fra appassionati ed osservatori.

#32 (-3): Oakland Raiders (0-3-0) – Ebbene sì, il grande Jon Gruden per ora si guadagna l’onore di chiudere i nostri Power Rankings. Sia chiaro: Gruden capisce di football come pochi e certamente ha una passione più unica che rara per il proprio lavoro e per questo sport in generale. Confidando nella sua capacità di raddrizzare la situazione a poco a poco, non si può però non notare che questo inizio, seguito oltre tutto ad una serie di strascichi che l’offseason e la preseason si sono portate appresso, è semplicemente insufficiente. E pensando agli strombazzamenti che hanno accompagnato l’arrivo di Gruden ad Oakland, nonché alle non indifferenti dimensioni del suo ego, pensiamo che questo ultimo posto, ad oggi, ci sta tutto.

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