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Partita mai in discussione: i Browns sconfiggono i Bears 26-6
Garrett è ineluttabile; Hunt è instoppabile; McLaughlin è chirurgico. I Browns sconfiggono 26-6 i Bears e trovano la seconda W stagionale.
“I’m back, motherf*****s!”. Probabilmente quello che avrà pensato Myles Garrett (conoscendo il personaggio potrebbe anche averlo detto, ma al momento non giungono voci a riguardo) mentre continuava ad imperversare tra l’OL dei Chicago Bears e faceva assaggiare l’erba del FirstEnergy Stadium di Cleveland al povero Justin Fields. 4,5 sacks, record di franchigia. I Browns hanno chiuso con 9 sacks di squadra, concedendo solamente 6 primi down ai Bears e 2 field goal. Un massacro. Per l’attacco di Chicago e, soprattutto, per Justin Fields, all’esordio da titolare in NFL. Esordio che si ricorderà a lungo, ma per i motivi sbagliati: non proprio un “Bentornato in Ohio” per il prodotto di Ohio State.
Con il 26-6 rifilato ai Bears, i Browns salgono 2-1 in stagione, al termine di una partita che la difesa di Chicago, per i primi due quarti, era riuscita a tenere in bilico: ma se l’attacco non gira, la difesa non può fare miracoli e, alla lunga, i Browns hanno iniziato a sfondare offensivamente, trascinati da un Kareem Hunt in giornata di grazia. Mayfield un po’ impreciso, soprattutto nella prima parte di gara, ma poi, ancora una volta, leader assoluto nel guidare l’attacco di Cleveland nel secondo tempo. E si è rivisto in campo Odell Beckham Jr.: 77 yards, 5 ricezioni e una condizione ancora lontana dall’essere, ovviamente, la migliore (a fine gara è riuscito solamente a pronunciare le parole “Sono esausto”); ma il suo rientro dopo quasi un anno di assenza è stato comunque importante per la varietà di soluzioni offensive che può portare ai Browns.
Sottolineiamo però, ancor di più, la prestazione corale di tutta la difesa di Cleveland che, bistrattata dopo le prime due uscite stagionali, ha straripato contro l’attacco di Chicago: Fields & co. tenuti a sole 47 yards totali conquistate, l’OL dei Bears che non è riuscita a contenere la forza d’urto dei vari Clowney, Harrison e Owusu-Koramoah e dell’indiavolato e ineluttabile Garrett. Se a Cleveland ci si interrogava sulle brutte prestazioni di una difesa che, nelle prime due uscite stagionali, era sembrata alquanto distratta, risposta migliore di quella data contro i Bears non ci sarebbe potuta essere. Forse la gara fatta da Chicago ha aiutato, ma questa partita può servire sia alla difesa Browns per prendere consapevolezza della propria forza, sia come monito a tutta la Lega.
L’attacco dei Bears, dispiace dirlo, è stato imbarazzante. Tutte le speranze riposte in Justin Fields sono finite sotterrate, in tutti i sensi, nel FirstEnergy Stadium. L’unico giocatore offensivo che ha provato a fare qualcosa è stato Montgomery, che ha chiuso con 34 yards conquistate su corsa (sulle 46 totali di squadra), il resto ha fatto scena muta. E se il punteggio è stato meno severo di quanto dimostrato, in realtà, sul terreno di gioco, il merito va al kicker dei Bears Cairo Santos (ha infilato 1 FG dalle 47 yards e un FG dalle 22 yards) e alla difesa che ha retto fin quando ha potuto, nonostante un Khalil Mack che ha perso tutto il secondo quarto a causa di un infortunio al piede (ma che è riuscito ugualmente a mettere a segno 2 sacks).
La partita
Il primo drive è per i padroni di casa e inizia con alcune insolite imprecisioni di Mayfield che poi si prende anche il sack di Quinn tentando di chiudere un quarto down. Entra Fields e l’attacco dei Bears sembra partire bene, con una corsa di Montgomery e una proprio del rookie da Ohio State vicina a chiudere il down. Dalle 47 yards si presenta Cairo Santos, centra i pali e consegna il primo vantaggio agli ospiti (3-0 Bears). E la difesa di Chicago fa quello che tutti si aspettavano alla vigilia: grande pressione e, soprattutto, sacks. Mayfield ne fa ancora le spese, questa volta a recapitarglielo è Mack. Ma, al secondo drive di giornata dei Bears, inizia lo show della difesa dei Browns: primo sack firmato Clowney e palla riconsegnata nelle mani del numero 6 dei padroni di casa. Mayfield prova a variare in questo drive, conquistando terreno con le corse di Hunt e Odell Beckham Jr., ma non va oltre le 57 yards. Nessun problema: FG di McLaughlin e parità tra Browns e Bears. Il primo tempo è quasi tutto appannaggio delle difese: i sacks arrivano sia da una parte che dall’altra, anche se a farne maggiormente le spese è Fields, incapace di guadagnare down e terreno. Il “quasi” di cui sopra è riferito al fatto che, confezionando un drive da 3 minuti, con 12 giocate e un guadagno di 89 yards, Mayfield e i Browns trovano il primo touchdown di giornata quasi allo scadere del secondo quarto: Hunt imperversa nella difesa dei Bears e porta i Browns in RedZone; Mayfield vede lo smarcamento perfetto di Hooper e lo lancia in TD. 10-3 Browns all’intervallo lungo.
Il secondo tempo parte sulla falsariga del primo, Fields subito atterrato e palla ai Browns: nonostante un sack di Mack, i padroni di casa si portano in raggio da Field Goal e trovano il 13-3 grazie al solito, chirurgico, McLaughlin. Replicano i Bears che, tra un sack e l’altro della difesa Browns, riescono ugualmente a portare l’ovale in buona posizione. Ma Nagy, invece di rischiare su un 4°&2, preferisce optare per un FG: Santos realizza e punteggio sul 13-6. Risultato che però cambia di nuovo al drive successivo: Mayfield lo orchestra perfettamente, sfruttando la corsa di Hunt. Proprio quest’ultimo firma il TD del 20-6 Browns. I Bears reagiscono? Neanche per idea: serie di incompleti di Fields e ovale di nuovo in mano a Cleveland. Mayfield, sfruttando questa volta Chubb, porta i Browns nuovamente in raggio da FG e McLaughlin non sbaglia: 23-6 Browns. La partita per l’attacco dei Bears, nel frattempo, è diventata un massacro: Garrett completa la sua giornata con un altro sack. E, dall’altro lato del campo, McLaughlin completa la sua giornata con un altro FG a segno: punteggio finale 26-6 Browns.
Considerazioni
Cleveland c’è. La pazienza e la varietà di opzioni con cui è riuscita a venire a capo della difesa dei Bears fa ben sperare per il prosieguo della stagione. Ripetiamo che: non tutti possono contare su un duo di RB come Chubb e Hunt; avere di nuovo in campo OBJ è comunque sempre un plus; vedere come, piano piano, anche i vari Felton, Hooper, People-Jones si prendono delle responsabilità all’interno della partita non può che aumentare la pericolosità offensiva dei Browns; la consapevolezza della propria forza e la leadership dimostrata, di partita in partita, da Mayfield è la chiave per una stagione più che positiva. E se la difesa da continuità alla prestazione offerta contro i Bears, allora la strada che porta al Super Bowl può diventare meno ripida del previsto.
Chicago non c’è. Nagy aveva dichiarato di voler aspettare e fare maturare Justin Fields prima di buttarlo nella mischia. Purtroppo, causa infortunio di Dalton, ha dovuto accelerare i tempi…e i risultati si sono visti. Sicuramente non è tutta colpa di Fields, anzi. Ma forse i Bears dovrebbero interrogarsi sul futuro: se, facendolo crescere, porti Justin Fields ad essere il tuo uomo franchigia (immaginiamo sia stato scelto al Draft per questo motivo), siamo sicuri che i giocatori d’attacco che lo circondano siano adatti alle sue caratteristiche?
Autore: Andrea Minnozzi
Data di pubblicazione:
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