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Spettacolo al SoFi Stadium: i Chargers superano i Browns 47-42
Al termine di una gara al cardiopalma, Los Angeles supera Cleveland e sale 4-1, portandosi momentaneamente in vetta all’AFC
Mamma mia che partita!
I Chargers superano i Browns 47-42 al termine di 60 minuti di grande football. E poco male se le difese di entrambe le compagini non abbiano giocato la miglior partita della loro vita. Hanno vinto gli attacchi. Ha vinto lo spettacolo. E, infine, ha vinto Los Angeles. Ha vinto la voglia dei Chargers di rimanere sempre in partita, di crederci fino alla fine, anche quando sembrava tutto perduto (vedasi extra point fallito da Vizcaino a 03:15 dalla fine, con il risultato sul 42-41 Browns). Ha vinto la caratura mentale di Justin Herbert che, in barba ad un paio di sack subiti e alla pressione della difesa di Cleveland (comunque rivedibile), ha lanciato per 398 yards, ha chiuso con 4 Touchdown lanciati (più uno suo su corsa), ha costruito il drive vincente prendendo l’ovale in mano a 120 secondi dal termine e giocando con il cronometro, mostrando sicurezza e tranquillità da veterano.
“In partite come queste devi avere una superstar come quarterback per essere in grado di vincerle. E lui lo è. Come ho detto alla squadra, il motivo per cui riesce ad esprimersi nel migliore dei modi è anche perché ha un grande team intorno.” Le parole nel post partita di Coach Brandon Staley, non solo esaltano il QB dei Chargers, ma danno l’esatta misura di cosa, in questo momento, sia diventata la squadra losangelina: un top team della AFC.
Purtroppo, dall’altro lato, i rimpianti per i Browns sono enormi. Perché, comunque, se la partita è stata uno spettacolo, va dato merito anche all’attacco di Cleveland, tornato a girare quasi a pieno ritmo dopo il passaggio a vuoto di Minneapolis. E quindi, sì, a Cleveland possono rimpiangere il fatto di aver avuto in mano la vittoria dopo l’extra point fallito da Vizcaino e non aver saputo congelare la partita. Tornare in Ohio da sconfitti dopo aver messo 42 punti sul tabellone del SoFi Stadium è una bella sofferenza. Soprattutto dopo aver registrato la migliore prestazione offensiva stagionale, grazie ad un Baker Mayfield che ha saputo gestire benissimo l’alternanza tra gioco di corsa e lanci, dimostrando con i fatti di aver saputo reagire immediatamente alla debacle contro i Vikings. Resta inspiegabile quel 3&out subìto a poco più di 3 minuti dalla fine della partita: scelte troppo conservative che hanno riconsegnato il possesso alla squadra di casa con abbastanza secondi sul cronometro per far andare di traverso la domenica ai tifosi dell’Ohio.
La partita
Si parte con subito un 3&out dei Chargers, a cui i Browns rispondono con tantissime buone giocate, sia su corsa sfruttando Chubb e Hunt, sia sull’asse Mayfield-Njoku; il FG dalle 35 yards di McLaughlin sblocca il risultato e consegna il primo vantaggio della gara a Cleveland. Justin Herbert, però, non si fa impressionare e confeziona un drive da 10 giocate, sfruttando Ekeler (sia sulla corsa che sul medio-lungo), Williams e Kelley, che termina con il touchdown di Parham: 7-3 Chargers (anche grazie all’extra point di Vizcaino). E qui inizia una vera e propria sfida di pugilato: i Browns e i Chargers si rispondono colpo su colpo, come due pugili che non ci stanno a finire a terra o ad arrendersi. Tocca a Mayfield, quindi, confezionare un drive da 8 giocate in cui sfrutta varie armi del suo arsenale: le corse di Chubb, i lanci per Njoku e People-Jones; fino al touchdown finale di Higgins che porta il punteggio (con l’EP di McLaughlin) sul 10-7 Browns. Herbert risponde? Herbert risponde. E ci mette poco più di un minuto: il tempo di guadagnare un down con le sue gambe, di lanciare due incompleti e poi servire profondo (72 yards) Williams che si avvia in solitaria in end zone. Ma i punti sono solamente 6, Vizcaino fallisce il suo primo extra point di giornata: i Chargers sono comunque avanti 13-10. Un paio di possessi in “tranquillità”, a parte un lancio di Mayfield per People-Jones per un guadagno di 42 yards e un sack di McDowell su Herbert e il punteggio sul tabellone cambia di nuovo. Merito del rushing games dei Browns: Chubb porta Cleveland in RedZone, Hunt corre in touchdown per il 17-13 ospite (McLaughlin, neanche a dirlo, sempre chirurgico). A cavallo tra il secondo e il terzo quarto, poi, i Browns prendono abbastanza margine da far pensare di poter portare a casa la partita: fumble di Ekeler su cui i Browns costruiscono il FG del 20-13; primo drive del terzo quarto chiuso con una corsa in touchdown di Chubb. 27-13 per i Browns al SoFi Stadium.
Ma i Chargers, e nella fattispecie Herbert, la rimettono in piedi: lungo drive di L.A. con molte variazioni offensive, chiuso dallo stesso QB con una corsa in touchdown dalle 9 yards e la conversione da 2 punti sull’asse Herbert-Parham; e dopo un paio di drive “a salve”, un lancio dalle 42 yards del prodotto di Oregon trova Williams per il touchdown del sorpasso Chargers (questa volta Vizcaino centra i pali, quindi siamo 28-27 Los Angeles). Ma neanche il tempo di festeggiare che 42 secondi (di tempo effettivo) dopo, Mayfield replica con un lancio dalle 71 yards che trova Njoku libero sulla linea di metà campo: corsa fino in end zone, touchdown Browns, conversione da 2 punti firmata Hooper, 35-28 Cleveland. Al drive successivo cosa sarà successo secondo voi? Ovvio, touchdown Chargers: 11 giocate, 75 yards coperte, Herbert chirurgico sui lanci (Williams e Allen ringraziano), Ekeler mattattore fino al touchdown del 35-35. Ma non abbiamo tempo neanche per respirare: il SoFi Stadium è una bolgia, Mayfield non se ne cura e guida il drive del 42-35 sfruttando Chubb e Hunt (a quest’ultimo l’onore di siglare il touchdown). Herbert adesso ha l’ovale in mano con poco meno di 5 minuti sul cronometro. In realtà gliene bastano di meno: in 90 secondi i Chargers si fanno 75 yards di terreno ed Ekeler va ancora in touchdown. Ma Vizcaino non è preciso, quindi il punteggio sorride ancora ai Browns, in vantaggio 42-41 a 3 minuti e 15 secondi dalla fine. Ma, purtroppo per loro, vanno un attimo in corto circuito: un corto circuito fatale, che causa un 3&out e riconsegna l’ovale a Herbert con 2 minuti ancora da giocare. La tranquillità di Herbert nel governare il cronometro è devastante: è la difesa dei Browns a dover spingere Ekeler in touchdown per non bruciare secondi preziosi. Il tentativo di conversione da 2 punti non riesce e quindi, con 90 secondi di tempo, Mayfield riparte dal 47-42 Chargers. Ci prova con 3 “Hail Mary”, non ci riesce. Finale: 47-42 Chargers.
Considerazioni
Sono state 3 ore di football a dir poco spettacolari. Nessuna delle due squadre avrebbe meritato di perdere.
I Browns hanno perso perché non sono riusciti a mettere in ghiaccio la partita quando ne hanno avuto l’opportunità; ovviamente le assenze in difesa (ultima quella di Clowney) e un Garrett a mezzo servizio non hanno aiutato a contenere l’attacco dei Chargers. “Vinciamo da squadra, perdiamo da squadra. Dobbiamo tutti fare un lavoro migliore.” Queste le parole di coach Kevin Stefanski a fine gara (più o meno simili quelle di Mayfield). Bisogna dire che alcune letture difensive sono state completamente sbagliate, bisogna riconoscere che trovarsi al momento clou della gara con i giocatori contati non sia stata proprio una bella cosa, ma, onestamente, bisogna sottolineare il fatto che essere stati conservativi e poco coraggiosi nel drive successivo all’extra point sbagliato da Vizcaino, è stato un clamoroso autogol. Sarebbe bastato conquistare un paio di down per chiudere la partita. Gli errori servono sempre per imparare: e da questo di ieri si può e si deve ripartire per ritornare alla vittoria domenica prossima, contro gli imbattuti Cardinals. Nota a margine: Cleveland dovrà decidere, anche abbastanza a breve, cosa fare con Odell Beckham Jr., perché quello visto nelle ultime 2 settimane sembra un corpo estraneo alla squadra, non riesce ad integrarsi con Mayfield, commette errori banalissimi (2 drop sanguinosissimi contro i Chargers), come se fosse disconnesso con tutto ciò che gli sta intorno. Urge soluzione a breve o svegliata da parte di OBJ.
I Chargers escono ovviamente super rafforzati dalla partita contro i Browns. Era una prova della verità, per Herbert e per tutta la squadra: prova superata brillantemente. Qualcosa da registrare in difesa c’è, ma aver subito 42 punti dai Browns non può suonare come campanello d’allarme, considerando quanto di buono fatto nelle precedenti 4 uscite stagionali. Justin Herbert sta giocando a livelli da MVP, nessuno si sarebbe mai aspettato di vederlo a questo punto già al secondo anno. Ora arriva il bello per i Chargers: confermarsi nelle prossime settimane. E domenica a Baltimora sarà un altro test probante.
Autore: Andrea Minnozzi
Data di pubblicazione:
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