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Lo scherzetto lo giocano gli Steelers: Cleveland sconfitta 15-10

Un attacco abulico, una sconfitta senza attenuanti. I Browns perdono uno scontro fondamentale in AFC North e ora guardano tutti dal basso.


Myles Garrett si è presentato nel prepartita travestito da Grim Reaper, il mietitore, con stampati sul suo mantello tutti i nomi dei QB stesi dal Defensive End dei Browns. Costume di Halloween che ha fatto seguito all’allestimento operato nel suo giardino di casa: una serie di lapidi con su scritti i nomi dei vari QB della NFL. Ma, purtroppo per lui e per i tifosi dei Browns, tutto ciò si è rivelato una boomerang.
“Può tenersi la lapide nel suo giardino. Io mi prendo la vittoria”. La sconfitta contro gli Steelers è già stata dolorosa per i tifosi dei Browns; le parole di Ben Roethlisberger a margine della stessa, danno ancora più fastidio, perché per Cleveland, quella contro Pittsburgh, era una partita da vincere. E invece adesso la classifica si fa preoccupante: ultimo posto in AFC North, margini di errore azzerati.

E pensare che i Browns entravano in campo da favoriti, visto che, comunque, coach Stefanski poteva contare su tutte le bocche di fuoco del suo attacco (Hunt escluso, ovviamente). Mayfield c’era, Chubb c’era, tutta la OL titolare era presente (come non accadeva dalla Week 1), OBJ c’era, Landry c’era. Ma a tradire Cleveland è stato proprio l’attacco, macchinoso, poco brillante nel gioco di corsa (suo punto di forza), poco concentrato per gran parte della contesa, incapace di mettere a referto più di 10 punti (come non accadeva da quasi un anno). Nonostante Mayfield ce l’abbia messa tutta, pur con la spalla sinistra in condizioni precarie, per regalare una W che sarebbe stata fondamentale per i suoi. A tradirlo sono stati Landry e Higgins: il primo con un fumble sanguinosissimo in Red Zone e due mancate ricezioni allucinanti, il secondo con una falsa partenza nell’ultimo decisivo drive. E a niente, quindi, è servita un’altra partita di sostanza di D’Ernest Johnson: meno straripante rispetto alla gara contro i Broncos (anche perché questa volta partiva come backup di Chubb) ma, comunque, capace di segnare l’unico TD di giornata dei Browns.
“È stata una giornata frustante. – ha detto coach Stefanski nel post partita – Non abbiamo fatto abbastanza offensivamente per restare in campo il più possibile e mettere punti sul tabellone. Quando costringi un avversario a non fare più di 15 punti, dovresti vincere la partita. Noi non lo abbiamo fatto. Contro una rivale di division bisogna fare molto di più”.
Da salvare per i Browns, se proprio vogliamo salvare qualcosa di una domenica comunque da dimenticare, è stata la prestazione della difesa, soprattutto nei primi due quarti di gioco. Anche se poi, nei secondi 30 minuti, qualche piccolo errore e qualche crepa c’è stata. Ma non si può pensare di riuscire ad essere perfetti per 60 minuti. Myles Garrett (1 sack per lui) & Co. sono comunque riusciti a limitare l’attacco degli Steelers, ma se non ricevi aiuto dal tuo di attacco, vincere le partite diventa tremendamente difficile.

Gli Steelers ritornano a Pittsburgh con una vittoria importantissima per la loro classifica e per il loro morale. Arrivata, poi, in un momento di assoluta difficoltà: causa concussion su un pessimo tentativo di “fake field goal” dalle 10 yards, coach Tomlin ha dovuto fare a meno del suo kicker Boswell per tutta la seconda parte di gara. Ma, nonostante ciò, Big Ben è riuscito a trovare le chiavi per aprire la difesa dei Browns ed evitare che la stagione degli Steelers si potesse chiudere già a fine ottobre. E la difesa ha retto, per demeriti dei Browns ma anche per meriti propri.

La partita

Iniziano i Browns, con Mayfield di nuovo in campo dopo 2 settimane di stop. Il QB di Cleveland muove bene la catena: lanci sul corto e sul medio lungo per le ricezioni di Hooper, Higgins e Bryant; utilizzo delle corse di Chubb. Su un terzo down arriva però il sack della difesa degli Steelers (a metà tra Heyward e Watt) e, quindi, tocca a McLaughlin tentare la realizzazione dalle 30 yards: il kicker dei Browns centra i pali e regala il primo vantaggio ai suoi. Primo drive per Roethlisberger, che sfrutta le corse di Harris prima di incappare, però, in 2 incompleti che, dopo il punt, riconsegnano l’ovale ai Browns. E Mayfield continua a variare molto il suo gioco e a sfruttare le varie armi a sua disposizione: OBJ e Landry con i lanci, Felton e Chubb con la corsa. Subisce però un altro sack, questa volta da Loudermilk, e dopo un tentativo di conversione di 4° down di Chubb non riuscito, il possesso torna a Pittsburgh. E con questo drive gli Steelers pareggiano: un paio di buone ricezioni di Claypool e McCloud, qualche yard guadagnata su corsa con Harris e, infine, il calcio dalle 31 yards di Boswell che fissa il risultato sul 3-3. La partita vive alcuni drive anonimi (2 3&out dei Browns, uno degli Steelers). E poi arriva un drive chiave per il secondo tempo degli Steelers: Roethlisberger porta i suoi in Red Zone, ma si inceppa; sul quarto down, coach Tomlin opta per un “fake punt”, che però gli si ritorce contro perché, oltre a non garantire punti sul tabellone a Pittsburgh, Boswell, il kicker, finisce ko con una concussion e non rientrerà per niente nel secondo tempo.
Secondo tempo che riparte con un 3&out di Pittsburgh e poi con il drive del touchdown di Cleveland. Mayfield lo orchestra bene, con due bei lanci per Landry e Bryant e, alla fine, con la corsa in touchdown di Johnson. McLaughlin segna il punto addizionale e i Browns sono avanti 10-3. Ma gli Steelers reagiscono subito: Big Ben orchestra un drive da 12 giocate, percorrendo 78 yards grazie alle ricezioni di Snell, di Claypool e di Freiermuth e ad alcune corse di Harris, l’ultima che si chiude nel touchdown del 10-9. Ovviamente, senza kicker, Pittsburgh prova la conversione da 2 ma non gli riesce. Brutto 3&out per i Browns. Anche perché gli Steelers realizzano subito un altro touchdown con Freiermuth, dopo un lungo drive da 13 giocate, con 83 yards percorse, anche grazie ad un paio di lanci precisi di Big Ben. I Browns rientrano in campo con Mayfield che vuole subito mettere le cose in chiaro e provare a ribaltare il punteggio: 3 lanci di fila per Njoku (39 yards totali guadagnate) e corsa sulle sue gambe per un guadagno di 5 yards. La sensazione è che i Browns stiano cambiando l’inerzia della partita. Ma, purtroppo, arriva la frittata di Landry: Mayfield lo trova perfettamente con un lancio centrale, ma l’ex Dolphins, dopo la ricezione, commette un fumble sulla pressione di Schobert. La difesa dei Browns, però, concede un’altra chance al proprio attacco, forzando il 3&out degli Steelers. Ma, dopo una buona corsa di Chubb e una buona ricezione di Landry, lo stesso WR commette 2 drop evitabilissimi e, in più, Higgins riceve una penalità per falsa partenza. Il FirstEnergy Stadium resta attonito, i Pittsburgh Steelers, con meno di 2 minuti da giocare, guadagnano yards e fanno correre il cronometro fino allo 0.

Considerazioni

Finalmente ottobre è finito, penseranno i tifosi dei Browns. Un mese che ha visto Cleveland viaggiare sull’otto volante, con alti e bassi preoccupanti per una squadra con ambizioni di postseason (e anche qualcosa in più). 2 vittorie, 3 sconfitte e la sensazione di non riuscire a dare continuità a quanto di buono viene fatto in alcuni frangenti delle partite. Perché non si può vincere in emergenza contro Denver (ok, non uno squadrone) ma poi, con tutti (o quasi) i titolari al loro posto, dare vita ad una prestazione scialba come quella di domenica contro Pittsburgh. Ovvio che a 9 gare dalla fine tutto è ancora possibile: ma l’ultimo posto in division non fa dormire sonni tranquilli a nessuno in quel di Cleveland. E domenica si va a Cincinnati: perdere contro i Bengals significherebbe chiudere la stagione con 2 mesi d’anticipo.
Gli Steelers, d’altra parte, come detto in fase di presentazione, dovevano vincere, visto il calendario non agevole che hanno di fronte da qui al termine della regular season. Hanno fatto il loro dovere, ma dovranno alzare l’asticella delle proprie prestazioni se vorranno riuscire a strappare un posto per i playoffs.

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