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Bears vs Dolphins: crocevia di stagione per due destini profondamente diversi

Preview a 4 mani, a cura di Federico Aletti e Mattia Mezzetti, del confronto del Soldier Field fra Chicago Bears e Miami Dolphins. Cosa attendersi?


In un battibaleno l’NFL si appresta già a entrare nella seconda metà di questa stagione 2022 e arriva il momento di testare le reali ambizioni di tante squadre, compresi i Chicago Bears del nostro Federico Aletti e i Miami Dolphins del nostro Mattia Mezzetti, che ci presentano la sfida del Soldier Field con gli occhi del reporter-tifoso.

Fito: Da Windy City.

Bears vs. Dolphins ha il sapore di una partita tra una squadra in rampa di lancio, ossia gli ospiti, e un’altra in piena ricostruzione, ovvero i padroni di casa. A che punto stanno le vostre due squadre, ciascuna nel proprio contesto specifico, e quali sono le aspettative per la seconda parte di stagione?

Federico Aletti: L’anno zero della gestione di Ryan Poles nel ruolo di general manager e di Matt Eberflus come head coach è rapidamente diventato quasi l’anno “meno uno” dopo i trades con cui due pezzi da 90 della difesa navy and orange sono stati spediti sulla costa est, rispettivamente prima Robert Quinn a Philadelphia e poi, soprattutto, Roquan Smith a Baltimore.

Se devo essere onesto, al netto del fatto che Poles si sia trovato le mani legate con il salary cap in virtù delle ultime due – sciagurate! – stagioni di Ryan Pace, la rinuncia a Roquan Smith mi ha alquanto lasciato perplesso, dal punto di vista tecnico e di spogliatoio, tralasciando discorsi finanziari.

Detto questo, la squadra sta seguendo Eberflus tutto sommato bene, considerando il livello mediocre (ad essere generosi) di alcune posizioni a roster e le 3 vittorie del record sono state ottenute nelle prime 7 partite, mentre in molti reputavano che per i Bears questo potesse addirittura essere il bottino a fine stagione. Una squadra, i nostri giovani Bears, come ho già avuto modo di scrivere per Touchdown Magazine ed anche di dire nel BIC Show, il podcast/live show di Chicago Bears Italia, che sta mostrando tanta resilienza, al netto delle numerose e profonde lacune che andranno opportunamente limate nella prossima offseason.

In sintesi, una franchigia resiliente non tanka, però è chiaro che non esistono nemmeno semplici velleità di postseason a Chicago.

Mattia Mezzetti: Per il momento, non possiamo che essere ottimisti.

Ritengo che Miami non sia ancora una vera contender capace di giocarsi un Super Bowl, dal momento che in AFC ci sono franchigie ben più attrezzate, come Buffalo e Kansas City. Se vogliamo, possiamo aggiungere anche Baltimore.

D’altra parte però, sia Ravens sia Bills hanno perso contro questi Dolphins che hanno compiuto un salto in avanti quasi incredibile dalla scorsa stagione a questa. L’aggiunta di Bradley Chubb, arrivato sulla trade deadline, ha portato un signor difensore a una squadra che vanta già un grande attacco capace di contare su quello che, a oggi, credo sia il netto favorito per il titolo di giocatore offensivo dell’anno: Tyreek Hill.

C’è ancora qualcosa da correggere nella linea offensiva, nello specifico sul lato destro, e un nuovo playbook da memorizzare. In secondo luogo, occorre poi lavorare sulla disciplina, perché non è accettabile perdere tutte queste yards per penalità. Sono ad ogni modo piccolezze, in quanto bisogna solo amalgamare gli ingredienti, però bisogna attivarsi in fretta.

Mattia segue settimanalmente i Dolphins, descrivendoci puntualmente le prestazioni di Tua ma in questa partita varrà anche la pena dedicare un po’ di attenzione a Justin Fields, il quarterback al secondo anno dei Bears. Come giudicate il bilancio di stagione dei vostri due signal callers titolari per la prima metà di stagione (e senza dimenticare, nel caso di Tua, il brutto infortunio patito in Week 4)?

FA: Devo confessare che le prime partite di questa stagione di Fields mi avevano fatto preoccupare parecchio. Però, più di recente, abbiamo assistito ad alcune prove estremamente promettenti da parte sua, in particolare la partita in prima serata di Week 7 coronata da una bella vittoria in trasferta sul campo dei Patriots. Ci sono ancora dei difetti da limare nel gioco di Fields (in special modo, vedo una certa necessità di migliorare sensibilmente le letture pre-snap e quelle delle progressioni dei suoi ricevitori, nonché curare maggiormente alcuni aspetti della sua meccanica di lancio), però è innegabile come, con le proprie gambe, sia sempre in grado di creare qualcosa.

Magari non parliamo esattamente di una minaccia duplice (dual threat, come si definiscono QB molto validi sia atleticamente che con il proprio braccio) del calibro di Josh Allen o Lamar Jackson, però lo stile è simile. Vedremo se la crescita di Fields continuerà in modo comparabile a questi due super QB (personalmente colloco Lamar nell’élite dell’NFL, alla faccia dei suoi detrattori, anche se sono assolutamente consapevole che sia un gradino o due sotto Mahomes e Allen, perlomeno, ma anche Burrow di cui sono un grande ammiratore). Certo è che Poles dovrà per forza aiutarlo in futuro, elevando il livello ed il talento di linea offensiva e ricevitori. Speriamo che l’addizione via trade di Chase Claypool da Pittsburgh possa già pagare dei dividendi quest’anno.

MM: A me Justin Fields piace molto e fatico ancora un po’ a pensare che Trey Lance, e soprattutto Zach Wilson, siano stati chiamati prima di lui in quel draft nel quale, tra i pari ruolo, solo Trevor Lawrence era un prospetto innegabilmente migliore del timoniere di Ohio State. Ciò posto, tutti i QB della classe 2021 hanno ancora molto da dimostrare e il discorso vale anche per il numero 1 di Chicago.

Da un numero 1 all’altro, il miglioramento netto di Tagovailoa in questa stagione è sotto gli occhi di tutti.

Se guardiamo le sue statistiche ci rendiamo conto di come il suo punto forte, la precisione, stia venendo fuori in una maniera nuova e sconosciuta anche a noi che seguiamo Miami ogni domenica. Se fino all’anno scorso ci aspettavamo un errore decisionale, anche grave, a partita, quest’anno è difficile vederlo sparacchiare l’ovale e pregare. Certo, ha ancora dei bei limiti sul lancio lungo ma questo non importa a nessuno quando hai due ricevitori (e un TE) che possono ricevere la palla dopo una manciata di air yards e guadagnarne 20 sulle loro gambe.

Consideriamo che nell’ultima stagione e mezzo, prima dell’infortunio, ad Alabama, Tua poteva contare su un parco ricevitori clamoroso: Jerry Jeudy, DeVonta Smith, Henry Ruggs, Jaylen Waddle e John Metchie erano tutti nella stessa formazione di quei Crimson Tide che, non a caso, facevano quel che volevano in campo. Ora Tua ha aggiunto al suo target storico Waddle il ghepardo Hill e il duo è proiettato verso una stagione da ricordare, anche per merito dei lanci del QB. Il football, in fin dei conti, resta sempre uno sport di squadra.

L’incognita infortuni continua a pendere come una sorta di spada di Damocle sulla testa del numero 1 Fins: Tua in ogni stagione ha subito traumi rilevanti, compresa la spaventosa doppia commozione cerebrale di quest’anno, in week 3 e week 4 nel giovedì notte, che sembra comunque pienamente recuperata.

Non credo sia solo una coincidenza che proprio le tre partite che Tagovailoa non ha completato si siano trasformate in 3 sconfitte per una franchigia che, diversamente, ha vinto ogni match che Tua abbia iniziato e finito. Questa non si legga come una critica al backup Skylar Thompson, che ha sempre fatto il suo – pur peccando inevitabilmente di esperienza – quando è stato chiamato in causa; è però chiaro che l’intera offense abbia bisogno del suo QB esattamente come quel QB necessiti dei suoi stellari comprimari.

Ultima domanda, un grande classico: sbilanciatevi con un pronostico.

FA: Mi aspetto una partita in cui i Bears mostreranno le proprie zanne, reagendo dopo la batosta rimediata a Dallas e cercando di onorare il terreno di casa. Tuttavia, credo che i Dolphins abbiano quel qualche cosa in più per portarsi a casa la W in questa nona giornata. Io butto lì un Bears 20 Dolphins 27.

MM: Vedo Miami favorita in una partita che potrebbe svilupparsi come prevede Federico ma con i Dolphins che possono mettere anche un possesso e mezzo tra loro e Chicago, azzarderei un 30-20 per gli ospiti.

Attenzione però alla geografia: non è un caso se Chicago sia soprannominata The Windy City. Da quelle parti il vento soffia forte e ciò potrebbe seriamente limitare il gioco di un QB come Tua il quale, come scrivevo, fa della precisione la sua forza.

Qualora le condizioni climatiche fossero severe, i Bears ne guadagnerebbero molto.

Federico Aletti & Mattia Mezzetti

(Photo credit: USA Today Sports)

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