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Draft supplementare: di che si tratta?

L’11 luglio la NFL terrà un supplemental draft. Di che cosa si tratta e come si svolge? Scopriamolo nell’approfondimento dedicato.


Stiamo attraversando il periodo più duro per ogni appassionato di NFL. Le settimane che vanno dalla seconda metà di giugno alla fine di luglio sono un periodo di calma piatta, coincidente con la pausa estiva delle franchigie, le quali rompono le righe al termine dei mini camp facoltativi dando appuntamento ai tesserati per i training camp che inizieranno tra 5 settimane abbondanti. A quel punto ci troveremo finalmente in clima torneo – sebbene le squadre si prenderanno l’intero mese mese di preseason per entrare in condizione – ma a tale data mancano ancora molti giorni.

Naturalmente, trattandosi della principale lega sportiva mondiale per incassi, le porte non vengono mai sbarrate dietro l’affissione di un cartello con scritto arrivederci alla prossima stagione: si lascia sempre un pertugio per eventuali modifiche al roster (la free agency resta aperta).

In un simile contesto, dunque, anche le notizie meno rilevanti entrano nell’orbita delle news, dal momento che c’è voglia di football ma non vi sono partite. Tra questi aggiornamenti, ve n’è uno da approfondire, perché probabilmente non tutti i lettori di Touchdown Magazine sanno di che si tratta. Nessuno sarà giudicato, anche perché parliamo di qualcosa di curioso: il supplemental draft o draft supplementare.

Il draft supplementare

Il draft supplementare non si tiene ogni anno. Viene indetto dal commissioner di lega soltanto quando studenti usciti dal college non sono dichiarati eleggibili per il draft di aprile ma poi, per una ragione o per l’altra, il loro status viene modificato a lotteria conclusa. In questo caso, la lega corregge l’errore evitando la peggior soluzione possibile: salutare il prospetto e invitarlo per l’anno successivo, indicendo un giro di chiamate supplementare per evitare che l’atleta perda un anno di carriera e, magari, si disinnamori dello sport inseguendo altre possibili carriere.

La prima edizione di questa lotteria si tenne nel 1977, e da allora è stata sempre riproposta quando si sono verificate le condizioni per la sua esistenza, ovvero la necessità di selezionare almeno un altro giovane. Prima di quest’anno, il draft supplementare si è tenuto nel 2019: in quell’occasione gli Arizona Cardinals scelsero la safety Jalen Thompson, spendendo per lui una quinta scelta. Il difensore è oggi titolare nei Cards.

Il prossimo 11 luglio le franchigie potranno sfidarsi in asta per guadagnare i servigi di Milton Wright, ricevitore da Purdue. Qualora non vi fossero altri cambiamenti di stato, eventualità che pare piuttosto improbabile, il WR sarebbe l’unico prospetto a prendere parte a questa lotteria estiva.

Come funziona il supplemental draft

Il draft supplementare è una circostanza abbastanza unica e tali sono anche le sue regole. Già soltanto il modo in cui viene annunciato è dotato di una certa unicità. Affinché la lega potesse autorizzarlo, Wright ha dovuto compilare una petizione formale alla NFL, la quale l’ha esaminata e ha poi stabilito che il prospetto fosse eleggibile. Il WR è rimasto escluso dalla squadra di Purdue per la stagione 2022-2023 e a maggio, quando ha terminato il ciclo di studi in ateneo, ha abbandonato il programma. Non essendo stato un atleta nell’ultimo anno, la lega non lo ha accettato al draft di Cleveland. Il giocatore, ad ogni modo, forte della sua invidiabile statline datata 2021 (57 ricezioni, 732 yards, 7 TD) non ha abbandonato il suo sogno di diventare professionista e ha centrato l’obiettivo di giungere al draft. Ciò non significa che sarà chiamato. Non è infatti scritto che chi entri al round supplementare diverrà professionista, le franchigie hanno tutto il diritto di non inserirlo a roster.

L’ordine di chiamata al supplemental è molto diverso rispetto a quello del regular draft. Le squadre sono divise in gruppi:

  • franchigie non ammesse ai playoff nella stagione precedente con meno di sei vittorie;
  • franchigie non ammesse alla postseason con almeno sei vittorie;
  • franchigie che hanno partecipato agli ultimi playoff.

Come da prassi NFL, le squadre che sono uscite peggio dall’ultimo torneo hanno le maggiori possibilità di aggiudicarsi i giocatori migliori; in questo caso, essendo l’atleta solo uno, la lotteria sarà bilanciata a loro favore, in quanto il coefficiente di sconfitte è uno dei due fattori decisivi per accaparrarsi il giovane. L’altro elemento è il peso della scelta che si è disposti a investire. La bilancia penderà a favore della franchigia con lo score, relativo all’ultima stagione, più basso, e che offrirà la scelta più alta. La pick offerta sarà depennata dal draft successivo. Se, ad esempio, la franchigia dei Dallas Cowboys offre una quarta per Milton al supplemental draft (squadra menzionata a caso, non esistono conferme sull’eventuale interessamento di Dallas), ai Boys sarà tolta una quarta pick al draft 2024.

Il draft supplementare è una grande opportunità per investire su un giovane in un periodo desueto e averlo a disposizione già all’inizio del camp. Naturalmente, non tutti i general manager sono disposti a fidarsi di atleti non eleggibili per la lotteria ufficiale o a privarsi di un asset per il draft dell’anno seguente. La decisione però talvolta paga. Tra i draftati noti al supplemental troviamo Josh Gordon (2012, per una seconda dei Cleveland Browns), Terrelle Pryor (2011, in cambio di una terza dei Las Vegas Raiders – al tempo stanziati a Oakland) e Isaiah Battle (chiamato nel 2015 dai Los Angeles Rams, che quella volta erano stabiliti a Saint Louis, e affrancato con una quita scelta).

Foto copertina: Hookem.com

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