Touchdown logo

I Titans si aggiudicano il Tannebowl: Miami fuori dai playoff

La striscia di vittoria di Miami termina con un tonfo a Tennessee. I Titans vincono e si aggiudicano nuovamente la division; Fins fuori dai playoff.


Siamo tutti un pò delusi. Non perché sia drammatico perdere a Nashville, sotto un diluvio, contro i Tennesse Titans che, nel momento in cui si scrive, sono il seed numero 1 della AFC per la postseason, bensì perché – esattamente come è accaduto l’anno scorso – questa stagione dei Miami Dolphins lascia l’amaro in bocca nel peggior momento possibile, ovvero alla fine, dopo che la franchigia ha inanellato un buon numero di vittorie consecutive. Così va nello sport comunque, le partite chiave le devi vincere, o ti meriti di restare fuori dai playoff. E se perdi 34 a 3 la sfida più importante della tua stagione, venendo dominato in lungo e in largo, è giusto che ai playoff mandi squadre che non se la facciano sotto contro avversari di livello.

Miami non ha mai dimostrato di essere una squadra da playoff negli ultimi quattro mesi, come più volte è stato scritto in queste pagine virtuali, domenica scorsa ciò è stato evidente a chiunque. Ripercorriamo velocemente la sfida prima di procedere con le prime considerazioni finali su questa regular season, quelle che possiamo già fare con una settimana di anticipo dal momento che i risultati delle altre partite hanno eliminato i Dolphins dalla possibilità di giocare nei prossimi playoff.

Una prestazione raccapricciante

D’onta Foreman al momento del suo TD. Il RB, riserva di Derrick Henry, ha banchettato sulle rovine di Miami per tutta la partita. Foto: Music City Miracles.

Il titolo si riferisce naturalmente al giudizio di un tifoso di Miami, chiunque supporti i Titans può leggerlo al contrario. La sfida comincia nella noia più totale: le pessime condizioni meteo – ampiamente previste – costringono le squadre a scambiarsi punt, come avverrà per molti tratti di una partita nella quale gli attacchi soffriranno le condizioni meteo e le difese potranno presidiare più agevolmente il campo di gioco. Lo special team è un primo aspetto della dominazione Titans: il punter di casa, Brett Kern, metterà costantemente in difficoltà la offense di Miami grazie a una media di 44 yards per calcio libero, un punt lungo ben 52, e alcuni placement fantastici: le 2 offensive, le 7 offensive e ben tre volte le 14 offensive per i Fins. Snap drammatici per gli ospiti.

Michael Palardy, invece, punter di Miami che ha abbastanza deluso quest’anno e non siamo sicuri che continuerà nella prossima stagione, non ha mai messo in difficoltà i Titans, consentendo loro spesso di iniziare in posizione avanzata, anche oltre la metacampo. Certo, il fatto che l’attacco muovesse poco la catena e che il vento soffiasse inclemente hanno inciso molto, non si può certo negare però che la sua giornata sia stata davvero storta. Non si tratta dell’unica nota negativa comunque, come stiamo per vedere.

L’attacco di casa muove per primo la catena grazie a A.J. Brown, preciso in ricezione, Ryan Tannehill in QB sneak trova un primo down e poi vede il suo TE, Jeff Swaim, in meta: TD Titans al quale segue subito dopo un FG calciato da Randy Bullock, per il 10 a 0. Tua Tagovailoa infatti, il quale ha giocato senza guanti per scelta, si lascerà scivolare l’ovale dalla mano creando un goffo fumble ricoperto dalla difesa. Si tratta di un amaro presagio di quella che è stata, a mani basse, la peggiore prestazione del numero 1 da quando è nella NFL. La pagella di Tua è ampiamente insufficiente e sarà importante vedere se il ragazzo saprà riprendersi psicologicamente dall’azzeramento subito in questa occasione. Più volte lo abbiamo visto frustrato sulla sideline e deve riuscire a scrollarsi di dosso la delusione.

La nota positiva per i Fins è il RB Duke Johnson, ottima aggiunta alla franchigia che merita di essere riconfermato in free agency, il quale guadagna un primo down. Tua e il centro Michael Deiter pasticciano lo snap ma Durham Smythe guadagna comunque un primo tentativo. Al termine del drive Jason Sanders riesce ad accorciare con un FG. Questi 3 punti rimarranno gli unici messi a tabellone da Miami a Nashville. I Titans ora si muovono bene: Swaim, Brown, Tannehill, il RB D’onta Foreman – grande sostituto di Derrick Henry, il quale non tornerà disponibile prima dei playoff – e una penalità di defensive pass interference ai danni di Nik Needham metteranno Tennessee in grado di segnare il secondo TD, grazie a una corsa di Foreman. Il primo tempo termina di fatto qui. Il secondo non sarà che una prolungata agonia per Miami.

A inizio secondo tempo si vedono Mike Gesicki e DeVante Parker nell’attacco di Miami, in una serata nella quale Jaylen Waddle si vedrà poco – anche per lui pessima partita, forse concausa della brutta sconfitta dei suoi – mentre in difesa Jerome Baker dimostrerà di essersi guadagnato il titolo di giocatore difensivo della AFC per il mese di dicembre. Questi acuti però saranno fin troppo poco poiché i Titans, come un vecchio diesel, ingraneranno sempre di più con il passare dei minuti.

A una corsa di 35 yards di Foreman segue un TD firmato dall’altro TE Titans, Anthony Firkser. Poi Bullock può mettere un FG – anche a seguito di una penalità allucinante, per roughing the kicker, chiamata a Brandon Jones, che tiene vivo il drive – e il RB Dontrell Hilliard chiuderla con una corsa da quasi 40 yards in meta. Troppi Titans per questi Dolphins e la gara se l’aggiudicano i migliori.

Nodi che vengono al pettine

Nel corso della sfida, il TE di Tennessee, MyCole Pruitt, ha sofferto un brutto infortunio alla gamba destra. Naturalmente auspichiamo che si rimetta il prima possibile e che possa tornare a calcare il gridiron già in questi playoff, seppure appaia davvero molto difficile perché il problema è parso da subito molto severo.

Detto questo, concentriamoci su Miami perché molto non ha funzionato domenica. Tutto, potremmo dire. Ci sono però vari livelli di problema, a mio avviso. La difesa ha giocato male contro le corse e peggio di quanto avrebbe potuto contro i passaggi. Non ne farei  però un dramma: in fin dei conti la defense è stata in campo troppo tempo e per ampi tratti ha avuto la meglio contro Tannehill e i suoi; credo che si sia trattato di una giornata storta, dovuta anche alla migliore preparazione dei Titans che si sono adattati molto bene al clima avverso, diversamente da Miami. La prossima settimana, in casa, contro gli odiati New England Patriots, sono sicuro che rivedremo la difesa delle scorse settimane. Più grave giudico l’involuzione dello special team e ciò si deve principalmente agli svarioni di Sanders e Palardy. Il kicker ha sbagliato molti calci in questa stagione – uno anche a Nashville, da 48 yards – pur essendosi dimostrato una macchina nella stagione 2020. Giusto dare ancora fiducia allo specialista, anche perché l’anno scorso ha firmato un contratto impegnativo e, dunque, volenti o nolenti dobbiamo tenercelo. Meno pazienti, invece, si può essere con Palardy, non ha mai dimostrato di essere un grande punter, è un giocatore mediocre ed è dunque giusto guardarsi intorno, Kern ci ha dimostrato quanto importante sia avere un buon calciatore libero, lo stesso Matt Haack che avevamo nel 2020 era migliore di quello di quest’anno a mio avviso.

Imbarazzante giudico la performance della offense. Pioveva e tirava vento, lo abbiamo già scritto. Dolphins e Titans erano però sullo stesso campo. Se una franchigia ha segnato 34 punti e un’altra 3, non dipende solo dal meteo. Tagovailoa ha giocato malissimo, non è però lui il problema – purtroppo, perché altrimenti basterebbe davvero andarsi a prendere DeShaun Watson o altri timonieri che si libereranno a breve (Aaron Rodgers?) – poiché dietro quella linea, sarebbero in pochi a giocare al meglio delle loro possibilità. Abbiamo giocatori che, semplicemente, non sono al livello NFL in o-line: Jesse Davis deve andarsene, nonostante la sua esperienza con la squadra, non è più in grado di dare nulla, a quanto vediamo ogni domenica; con Austin Jackson la pazienza è agli sgoccioli, in due anni non è cresciuto affatto. È ancora sotto rookie contract e si può vedere se l’anno prossimo migliorerà, al momento però il suo contributo è piuttosto nullo. La matricola Liam Eichenberg è sulla stessa strada, è lecito però in questo caso attendere ancora, non è in fin dei conti mai facile adattarsi subito ai tempi e ritmi NFL. Miami avrà leva in free agency, perché ci sarà un importante salary cap. Al netto dei rinnovi di Emmanuel Ogbah, imperativo a mio avviso, e Mike Gesicki, importante ma non fondamentale credo, sarà possibile ingaggiare qualche linea di talento ed esperienza.

C’è da lavorare e bisogna cominciare a farlo. Il rebuilding targato Brian Flores e Chris Grier è durato 3 anni e non ha mai portato ai playoff. Forse il presidente Stephen Ross aveva considerato questi tempi per tornare competitivi, quando nel 2019 affidò le chiavi della franchigia a questi due. Non a caso, il contratto di Flores dura 5 anni. Va detto che però che sia questa stagione che la scorsa, i playoff sono stati sfiorati, e sono sempre sfuggiti perché i Fins sono implosi al momento della verità, quando serviva di più giocarsela all’ultimo respiro. Quanta pazienza avrà ancora il presidente?

Please follow and like us: