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Euro 2013: Arioli-Ciasulli e l’Italia vola in finale

Sull’asse Arioli-Ciasulli l’Italia stacca il biglietto per la finale di Euro 2013 battendo 20-16 la Gran Bretagna.


Emozioni senza tregua ieri sera per Italia – Gran Bretagna, gara che decretava la seconda finalista di questo Euro 2013 fascia B.

Alla fine a 20 secondi dalla termine l’hanno spuntata gli azzurri, con la terza ricezione di fila da parte di Rocky Ciasulli (Helsinky Roosters) che ha portato il risultato sul parziale di 19-16 (poi diventato 20-16 con l’extra point di Di Tunisi) mandando in visibilio gli oltre 3000 tifosi accorsi al Vigorelli.

Era la partita da vincere a tutti i costi ed il Blue Team l’ha fatto nonostante una Gran Bretagna ordinata e molto combattiva, che però non ha saputo andare oltre le sfuriate del proprio qb, Frederick Boyle (London Blitz), capace di prendersi con le corse le yards necessarie quando non riusciva ad avere il tempo per lanciare.

La guerra delle trincee tra l’attacco britannico e la difesa italiana è stata ampiamente vinta dagli azzurri, e questo ha spezzato la fonte di gioco del quarterback londinese, troppo spesso costretto a subire la pressione della difesa.

L’Italia in attacco invece è altra cosa, linee capaci di dare il tempo giusto e ricevitori sempre pronti, ma nei primi due quarti c’è la sensazione che manchi qualcosa per arrivare in endzone, qualcosa che arriva nella seconda metà di gioco, dopo che nei due quarti iniziali gli unici punti sono stati messi da due field goal di Stefano Di Tunisi (Seamen Milano).

Quel qualcosa in più è il timing tra Tommaso Monardi (Panthers Parma) ed i suoi ricevitori, in particolare Gabriele Arioli (Rhinos Milano), che dopo pochi secondi del quarto periodo di gioco, sul risultato di 9-6 per i britannici, riceve l’ennesimo pallone e con un guadagno di 18 yards riporta in vantaggio il Blue Team. Per il wide receiver dei Rhinos è il terzo touchdown in questa competizione.

Il Vigorelli esplode di gioia, la partita sembra si possa chiudere, anche per l’inconsistenza dell’attacco avversario capace solo di un field goal, infatti il touchdown del momentaneo vantaggio britannico arriva da un intercetto di Samuel Marshall (Birmingham University).

Ma questo è football signori, e i leoni d’oltremanica non ci stanno, compiendo un’autentica prodezza offensiva (per quello visto in tutto il match), concludendo a 4 minuti dalla fine con il touchdown del running back Daniel Conroy (Birmingham University) che li riporta in vantaggio, 16-13 sul tabellone e 4 minuti al termine della partita.

Cala lo sconforto sulle tribune, segnare non dovrebbe essere impossibile per Monardi & Co., ma quando in 3 quarti e mezzo di gioco metti dentro un solo touchdown non hai poi tanta fiducia di riuscire a vederne un’altro in meno di 4 minuti, e con una pressione psicologica non indifferente.

Tuttavia, per essere ripetitivi “questo è football” signori, e dopo 3 down terribili che mettono il Blue Team nelle condizioni di giocare un 4° e 3 sulle proprie 9 e senza timeout, ecco la vera impresa, allestita dalla premiata ditta Monardi & Ciasulli.

Il quarterback ducale prima trova il numero 83 in mezzo al campo per una ricezione da 50 yards, e subito dopo riesce a trovare sempre la maglia 83 che riceve per 36 yards e si porta con un 1° e 10 sulle 5 dei britannici.

A questo punto, con 20 secondi da giocare ed un solo risultato possibile (in caso di pareggio sarebbe passata la Gran Bretagna), Tommaso Monardi completa lo spettacolo con “non c’è due senza tre” e manda ancora il pallone nelle mani di Rocky Ciasulli per la terza volta di fila, e questa volta in touchdown.

Il Vigorelli implode, la sideline azzurra festeggia, ed ora manca solo la finale, contro la favorita del torneo, la Danimarca, che nel pomeriggio ha regolato con un secco 34-0 la Repubblica Ceca.

La vittoria della finale proietterebbe gli azzurri verso Euro 2014 Fascia A, dove si assegna il vero titolo europeo, quello che all’Italia manca da troppo tempo ormai, ovvero dal 1987, quando il Blue Team sconfisse l’allora Germania “Ovest” per 24-22.

Photo Credit: Luca Nava

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