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Disastro a Cincinnati: Dolphins rimontati e beffati

Serata da profondo rosso per i Dolphins: dopo essere andati in vantaggio di 17 punti ne concedono 27 consecutivi ai Bengals, che ringraziano.

Adam Gase Miami Dolphins

Ad una brutta prestazione contro i Patriots, quella di domenica scorsa, ne segue un’altra e i Dolphins trovano la seconda sconfitta consecutiva. Eppure la partita era cominciata bene per la squadra di Miami, e alla fine del secondo quarto era difficile credere in una simile débâcle.

Una buona prova nel primo tempo

Prima dell’inizio del match Adam Gase, intervistato dal bordocampista della rete televisiva CBS, afferma che la chiave di lettura della partita dovrà essere la fisicità. I suoi giocatori lo prendono in parola e nelle battute iniziali della partita sono molto fisici, soprattutto in difesa. Sono i Dolphins a partire in attacco ma con un nulla di fatto, i problemi sul terzo down che affliggono Miami da tempo si dimostrano infatti cronici e si va al punt. Il calcio libero di Matt Haack è buono e i padroni di casa devono ripartire dalle loro 8 yards. 

Il drive dei Bengals parte bene, e Andy Dalton trova anche un bel passaggio di 25 yards per il suo TE C.J. Uzomah, arrivato in red zone, però, red rifle è impreciso e il suo passaggio, deviato,termina tra le mani di Kiko Alonso, per il decimo intercetto stagionale; in tutta la stagione scorsa furono 9 mentre in questa, dopo 5 giornate, i Dolphins sono la prima squadra per INT nella lega. Un altro drive offensivo per Miami arriva e se ne va in 6 giochi, dopo un’atra buona punt di Haack, torna in attacco Cinci. Dalton si distende e trova il suo primo obiettivo A.J. Green per 23 yards; ma la difesa è arcigna e costringe i Bengals al calcio libero, ma una sciocca penalità per running into the kicker viene chiamata a Chase Allen, e Dalton può ripartire. Dopo altri tre giochi è però costretto ad entrare in campo il punter ugualmente; non si rimpiange l’assenza di Cam Wake perchè Robert Quinn è tonico e mette sempre in difficoltà la linea d’attacco avversaria.

I Phins devono partire dalla loro porta di casa, intorno alle 5 difensive, ma riescono a mettere insieme un bel drive: Ryan Tannehill connette con Albert Wilson (16 yards), Kenny Stills (13 in quella che sarà la sua unica ricezione della gara), e Danny Amendola (16). Gli ospiti entrano nella metà campo offensiva e da qui Tannehill libera il suo miglior lancio del match: 22 yards per Kenyan Drake che riceve in end zone per il TD Dolphins.

Torna in attacco Cincinnati, con determinazione, in una serie dove Dalton trova il suo ricevitore TylerBoyd su un bel passaggio da 31 yards, ma i difensori li costringono al field goal. Nell’azione del calcio, Vincent Jackson è bravissimo a deviarlo, lasciando i padroni di casa a 0 punti. Miami riparte con una bella corsa di Kenyan Drake (18 yards). ma è costretta a puntare. I Bengals sono fermati sul 3 e fuori da una difesa coriacea e devono chiamare a loro volta la punt unit. Su questo calcio libero si scatena Jakeem Grant, ricevendo sulle 30 difensive e correndo fino alla end zone per il secondo TD ospite, assegnato dopo la review. E’ l’ultimo brivido di un primo tempo che Miami chiude sul 14 a 0, lasciando i Bengals, una squadra che nei primi tempi di questa stagione aveva messo a tabellone 75 punti, a secco.

Un secondo tempo da incubo

Dagli spogliatoi, però, i Dolphins praticamente non rientreranno più.

Il blackout non è immediato, anzi, sul primo drive del terzo quarto, la difesa di Miami appare ancora assolutamente padrona del campo: Reshad Jones si fa valere e Jerome Baker, LB matricola, stende Dalton. L’attacco anche è presente e riesce a mettere a segno 3 punti, grazie ad un calcio di Jason Sanders a conclusione di una serie ben orchestrata, dove però la defense di casa si fa subito trovare, e Geno Atkins riesce a mettere a terra Tannehill.

A questo punto la musica cambia.

Dopo un drive nel quale Randy Bullock mette finalmente a tabellone i padroni di casa, grazie ad un field goal, Cincinnati ha un altro possesso dopo un 3 e fuori di Miami. In attacco Dalton trova subito Green per 21 yards e i Bengals, approfittando di un evitabile fallo personale (helmet to helmet) di T.J. McDonald e di un particolarmente ispirato Joe Mixon, bravo RB rientrante da un infortunio, portano la palla in meta.E’ proprio Mixon a ricevere il passaggio e a smarcarsi da Alonso per la segnatura. I Bengals sono visibilmente più caldi, a questo punto, e diventano roventi sul drive difensivo che segue.

Succede tutto in sequenza in questo possesso dei Phins, che probabilmente cambia definitivamente l’inerzia del match. Dapprima Atkins mette le mani su Tannehill per la sua seconda sack personale, poi Drake si inventa una giocata spettacolare per far rialzare la testa agli ospiti, ricevendo un difficile passaggio per 18 yards, e infine uno sfortunato Tannehill, nello scagliare l’ovale a terra per liberarsene, colpisce un suo compagno e la palla si impenna, la agguanta prontamente Michael Johnson che ritorna in meta, pick 6 per i Bengals che la pareggiano, mostrandosi più brillanti.

I Dolphins ora non sanno più che pesci pigliare e sul possesso successivo dei padroni di casa c’è il sorpasso, Bullock porta i suoi sopra di 3 con un FG.

Miami avrebbe 3 minuti e 30 secondi per vincerla, ma sbaglia tutto. Tannehill, protetto male da una linea che ha perso, nel corso della partita, il tackle offensivo Laremy Tunsil e lo ha sostituito con un effimero, per non dire deleterio, Sam Young, si fa scappare l’ovale; lo intercetta prontamente Sam Hubbard che lo riporta in meta per un altro TD Bengals, quello che fissa il risultato sul 27 a 17 finale.

Nell’ultimo drive della partita, un Tannehill che non vede l’ora di andarsene – e in fretta – da Cincinnati, così come i suoi compagni, si farà intercettare ancora. E così, una squadra in vantaggio per 17 a 0 riesce a perdere una partita per 27 a 17.

Considerazioni finali

Non vorrei certo scoraggiare chi mi ha letto fino a qui, dicendo che i Dolphins si trovano 3 a 2 perchè le prime 3 vittorie sono arrivate con squadre non troppo attrezzate e che dovevano ancora entrare in condizione, ma dobbiamo essere realisti. Le prime due partite difficili sono diventate due sonore sconfitte per Miami e tra una settimana ci vengono a trovare i Chicago Bears, che saranno freschi (questa settimana hanno avuto il bye) e che possono vantare un QB in gran forma come Mitch Trubisky e un pass rusher pressochè inarrestabile come Khalil Mack, che probabilmente potrà banchettare contro una linea offensiva come quella dei Dolphins, falcidiata dagli infortuni.

Questa squadra ha già perso il primo posto in division (che era abbastanza immeritato, comunque) e probabilmente si ritroverà 3 -3 tra una settimana; neanche il più ottimista tra noi può dire che siamo ai livelli delle altre division leader della lega.

Le statistiche dicono che Tannehill ha completato 20 passaggi su 35, per 185 yards, lanciando due INT ed un TD; Gore ha corso 63 yards su 12 tentativi e Drake ne ha ricevute 69 in 7 REC, di cui un TD.

Tutte le rivali della AFC East hanno vinto, solo i Phins sono rimasti fermi al palo. La squadra sembra essersi smarrita, c’è molto lavoro da fare ora per ritrovarsi.

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