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Minnesota Vikings 20 @ Chicago Bears 25 – Primetime Showdown

Chicago fa una partita incredibile in difesa e annulla per tre quarti l’attacco di Minnesota. Ennesimo forced fumble procurato e recuperato da Mack.

Mack sack su Cousins

E così, siamo arrivati alla Partita. Mi permetto di definirla così perché, nonostante io divida la stagione dei Bears in due, ovvero le partite “normali” e le due contro Green Bay, quella contro i Vikings era sicuramente la partita più significativa e difficile della nostra campagna 2018. Vuoi perché i Vikings sono oggettivamente una delle squadre più forti della NFC, con un QB nuovo di zecca, un veterano con esperienza, dei ricevitori di grande qualità, e una difesa con una linea e una secondaria tra le migliori della Lega, vuoi perché per come sta andando, il vincitore avrebbe messo una discreta ipoteca sul titolo della Black and Blue Division.

Eddie Jackson Bears 2018

Minnesota ha fatto fino ad ora una buona stagione. L’unico vero passo falso è quella sconfitta così netta contro Buffalo. I Vichinghi arrivano a Chicago con la lineup delle grandi occasioni: assenti forzati il LB Anthony Barr e il S Sendejo, i punti di forza sono, oltre ai sopracitati Cousins, Thielen e Diggs, i vari Danielle Hunter, Sheldon Richardson, il CB Xavier Rhodes e la S Harrison Smith.

I padroni di casa hanno tra gli inattivi degni di nota il solito Kevin White (ormai nel dimenticatoio), il LB Kylie Fitts e il WR Javon Wims. Il nodo più importante da sciogliere per Chicago è il K Cody Parkey: dopo aver sbagliato due calci e due punti addizionali nella partita vinta contro Detroit, il kicker si è allenato al Soldier Field per abituarsi alle condizioni ventose e sempre mutabili dello stadio di casa.

Gli ospiti ricevono il calcio di inizio, ma vengono costretti al three and out da una difesa Bears che con l’immenso Akiem Hicks (sempre più una delle stelle della squadra dell’Illinois) ferma il RB Latavius Murray con un tackle for loss. Il successivo drive vede un attacco Bears molto concentrato, con Trubisky che distribuisce bene la palla tra i suoi RB e ricevitori. Arrivati in Redzone, Nagy gioca la carta no huddle per cercare forse di sorprendere per stanchezza la difesa del Minnesota. Questo non accade e gli Orsi devono accontentarsi di un FG, ben calciato da Parkey.

Hicks Chicago Bears

Il successivo drive dei Vikings sembra andare bene, finchè non arriva il numero 52 a far sentire la sua presenza: fumble provocato su una portata di Dalvin Cook recuperato dallo stesso Mack.

L’attacco di Chicago purtroppo rende subito il favore: Trubisky passa in mezzo per Taylor Gabriel; il passaggio non è male ma il ricevitore è circondato dalla secondaria dei Vikings: Anthony Harris è il più lesto ad avventarsi sull’ovale. Intercetto.

Con la palla sulle 32 di Minnesota, la difesa navy and orange costringe gli avversari ad un altro three and out. Trubisky gestisce un ottimo drive passando, correndo quando serve e anche grazie all’aiuto di Jordan Howard entriamo in Endzone. Il passaggio del nostro QB viene raccolto in volo da Anthony Miller, autore di un grande gesto atletico. Nagy prova a mischiare le carte in tavola, tentando una conversione da due punti, realizzata con un passaggio per Josh Bellamy.

Altro three and out per Minnesota, e drive successivo di Chicago che si ferma sulle 23 dei Vikings. Parkey mette tra i pali il secondo FG della giornata.

I Monsters of The Midway si fanno riconoscere per quello che sono: la pressione su Cousins e sulla linea offensiva di Minnesota è continua, costante e senza nessuna pietà. Mack, Hicks, Floyd, Trevathan e Smith non possono essere fermati tutti insieme, e questo toglie tempo e sicurezza a Cousins, che sbaglia, e si fa intercettare da Adrian Amos. Fine primo tempo.

Il terzo quarto si apre con due drive senza storia, uno per parte, e poi il drive seguente della squadra di casa, seppure partito bene, si interrompe con un lancio decisamente fuori misura di Trubisky che viene intercettato anche questa volta da Harris. I Vikings riescono a capitalizzare centrando i pali, mettendo a referto i primi tre punti della partita quando mancano 11 secondi alla fine del terzo quarto.

La segnatura sembra dare motivazione agli ospiti che riescono a procurare un fumble ai danni di Tarik Cohen. La difesa Bears ci mette una pezza, limitando i danni ad un altro FG. Il filo della partita sembra passato agli ospiti, quando un’altra vecchia conoscenza della difesa dice la sua: Eddie Jackson intercetta un lancio di Cousins per Laquon Treadwell e lo ritorna in touchdown. Nagy decide di tentare una seconda conversione da due punti, che va in porto grazie al passaggio di Trubisky per Adam Shaheen, appena ritornato dall’infortunio alla caviglia.

A questo punto i Vikings, con le spalle al muro, si risvegliano. Il drive che segue vede Minnesota entrare in endzone dopo un buon drive orchestrato da Cousins, che trova praticamente tutti i suoi ricevitori (e viene anche aiutato da una penalità di pass interference fischiata a Roquan Smith). Viene tentata la conversione da due che al primo tentativo non riesce; tuttavia, una penalità per roughing the passer fischiata a Hicks permette la ripetizione del tentativo, che stavolta Minnesota non sbaglia.

Trubisky riprende palla sulle proprie 25 e riesce a manovrare bene con dei passaggi per Robinson quando, dopo una corsa, viene colpito ad azione finita da Harrison Smith. Fallo personale e penalità. Sapremo poi che il QB di Chicago finirà la partita con la spalla dolorante, e ad oggi (martedì) non si sa se riuscirà ad essere in campo contro i Lions. Il drive si conclude con un 48 yarder che Parkey mette tra i pali, riportando lo score a più di un possesso di distanza.

L’ultimo drive vede l’arrembaggio dei Vikings che riescono a segnare con la forza della disperazione. Cousins lancia bene e fa entrare Diggs in endzone con 52 secondi da giocare. Il successivo tentanivo da due punti fallisce. Minnesota tenta l’ultimo colpo con l’onside kick. Quando Benny Cunningham raccoglie la palla, a Trubisky basta inginocchiarsi due volte per vincere la partita.

Bears festeggiamenti vs Vikings

Chicago, che molti commentatori oltreoceano avevano dato per sopravvalutata, per il fatto di aver vinto (seppur di larghissima misura) con squadre considerate “deboli” (anche se non credo che in NFL ci siano squadre deboli; bisogna sudarsi ogni singola yard, ogni singola vittoria), vince contro coloro che l’anno scorso erano al NFC Championship, battuti solamente da quei Philadelphia Eagles che saranno poi campioni del mondo. Chissà se ora quella certa stampa inizierà a capire che forse il lavoro fatto da Pace prima (come dimenticare le cose scritte dopo il Draft 2017 o solamente anche quest’anno, quando qualche penna molto piu prestigiosa di quella che sta scrivendo questo articolo lo ha definito “il peggior GM della NFL”) e da Nagy poi, sta iniziando a dare i suoi frutti. La difesa lascia 22 (si, avete letto bene, VENTIDUE) sole yards su corsa a Minnesota, e tiene Cousins a 262 yards in aria. I Monsters of the Midway mettono tutta la sera pressione alla linea offensiva di Minnesota, che non riesce a organizzare una protezione decente per il suo QB, che fino alla fine del terzo quarto non riesce a combinare praticamente nulla. L’attacco non ha una delle sue giornate migliori; Trubisky lancia abbastanza bene, ma è quando corre che fa davvero male. Nel secondo tempo Minnesota lo limita di molto mettendogli una spy addosso.
Howard fa il suo; meno Cohen ma ci sta, considerando l’ottimo lavoro dei LB dei Vikings, Kendricks su tutti. I ricevitori navy orange si dividono la torta, e tutti ne portano a casa una parte.

Diggs fa una signora partita con 126 yards e un TD; meno incisivo del solito Thielen. Ottimo Anthony Harris che intercetta il numero 10 di Chicago per due volte.

Voglio poi spendere due parole per valutare il fallo di Harrison Smith. Non credo che un giocatore della sua levatura e del suo talento faccia bene a fare falli come quello che ha fatto nella quarta frazione. Io ci ho visto una grande frustrazione e anche, forse, della voglia di fare un pò male. Peccato. Una grande caduta di stile.

Ora, con 88 ore di riposo, un QB1 che non si sa se giocherà, e con degli acciacchi di giornata, si va a giocare il rematch contro Detroit consci del fatto che la NFC North, adesso, è sempre più nostra.

Stefano Fagioli Chicago Bears Italia

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