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Pessimo finale per Miami: i Bills passeggiano sui Dolphins
Una stagione che era cominciata con belle speranze tramonta malamente a Buffalo: i Dolphins perdono (malamente) anche contro i Bills.
La stagione non ha più nulla da dire. I Dolphins sono stati matematicamente eliminati dalla possibile partecipazione ai playoff domenica scorsa, in seguito alla brutta sconfitta rimediata in casa ad opera dei Jacksonville Jaguars. In realtà, però, sarebbero stati eliminati anche nel caso in cui l’avessero vinta, quella partita, a causa dei trionfi di Indianapolis Colts, Baltimore Ravens e Tennessee Titans. Tali franchigie, che erano in competizione con Miami per il sesto posto AFC nella post season, hanno giocato molto meglio dei Fins, nelle ultime due settimane, meritandosi pienamente la possibilità di giocarsi l’accesso alle sfide di gennaio, nell’ultima settimana di stagione. i Dolphins, infatti, sono rimasti alla conclusione della parita contro i Patriots, quella del cosiddetto Miami Miracle che, forse, ha definitivamente affossato il team, invece che risollevarlo, facendo sentire i giocatori come arrivati, la loro stagione come conclusa.
Dopo quel match, invece, il calendario ne registrava ancora 3: quello a Minneapolis contro i Vikings e quello in casa contro i Jaguars, ambedue persi malamente. Domenica a Buffalo si è presentata alla squadra di Miami l’opportunità di salvare la faccia, per questa stagione, comunque perdente, ma, come ha detto il capo allenatore Adam Gase: “8 – 8 suona abbastanza meglio di 7 – 9” Per i tifosi si, per la squadra, però, forse no, dal momento che uscire sconfitti potrebbe avvantaggiare i Fins ad aprile, durante il draft.
Ripercorriamo il match, non dimenticandoci che, comunque, si è trattato dell’ultima occasione di vedere i nostri beniamini in azione prima di agosto, quando la preseason 2019 ci consentirà di dare una prima occhiata al nuovo volto di questa franchigia.
Un brutto inizio
In attacco partono i Bills, i quali vogliono discendere il campo grazie alle due loro armi più pericolose: il QB matricola Josh Allen, nome da segnarsi perché probabilmente farà parlar di sè nelle prossime stagioni, e il veterano LeSean “Shady” McCoy, RB che spesso ha fatto male a Miami, in passato. Sull’asse tra questi due Buffalo si distende, in un possesso inframezzato da un sack del rookie LB Jerome Baker, fino a trovare il big play, un lancio di oltre 40 yards per Chris Ivory, aiutato anche dall’ennesimo, sciocco fallo di violenza non necessaria commesso da Kiko Alonso, che porta i padroni di casa sullo zerbino di casa dei pinnati. Da li ad Allen basta una spinta per trovare il TD da qb sneak.
La risposta dei Dolphins è una barzelletta. Ryan Tannehill è subito bravo a trovare un primo down correndo con le sue gambe, ma poi subisce prima un sack da Raphael Bush, dopo aver completamente sbagliato la lettura di una option con il suo RB, dopodichè si fa perdonare lanciando un assurdo intercetto tra le braccia di Tremaine Edmunds, il quale ringrazia e riporta l’ovale sulle 20 yards offensive. In settimana Tannehill ha affermato di desiderar concludere la sua carriera a Miami, con un tale inizio però, non ha fatto altro che convincerci dell’opportunità di avere presto un nuovo QB. La partita è comunque ancora lunga. Da una posizione così privilegiata ad Allen basta un gioco per trovare il suo ricevitore Zay Jones per un altro TD.
Altro drive offensivo per i Fins, altro INT. Nonostante il possesso cominci bene, nel segno di Kenyan Drake il quale, sia su corsa sia su lancio, riesce a muovere la catena, alla fine Tannehill si fa leggere nuovamente, questa volta dal CB Tre’Davious White, che lo intercetta a cavallo della metacampo. A Buffalo fa davvero freddo, se potete accettare questa motivazione fatelo pure, altrimenti nessuno si offenderà se penserete che RT è un brocco, il suo inizio è stato ingiustificabile.
A questo punto il ritmo della partita si affievolisce un pò, per fortuna di Miami visto come si stavano mettendo le cose, e le due franchigie abbassano i toni agonistici.
In cerca di emozioni
Nel secondo quarto non succede dunque praticamente nulla, almeno nei primi 13 minuti. Le squadre si scambiano punt e possessi inconcludenti. Miami, però, ha un possesso lievemente più incoraggiante dei precedenti a cavallo dell’avviso dei due minuti, e riesce a portarsi in zona offensiva. Ancora una volta, però, Tannehill va a complicarsi la vita, forzando un passaggio in meta alla ricerca di DeVante Parker, il quale non può ricevere perchè marcato molto bene, incompleto e decisione di andare alla mano su quarto e 1; il primo down arriva grazie ad una wildcat formation guidata bene da Kalen Ballage, con Tannehill schierato da WR, come ai tempi di Texas Tech, prima che venisse cambiato di ruolo. Il migliore, nella poco convinta unità offensiva ospite, è ancora Drake, il quale guadagna un importante primo down grazie ad una di quelle mosse laterali che lo resero famoso, quando portava i trionfali colori dei Crimson Tide di Alabama University, e che sicuramente avrà reso felice anche il suo omologo tra gli avversari, Shady McCoy, il quale dell’elusività ne ha fatto uno stile di gioco inconfondibile. L’emozione che stavamo aspettando arriva al termine di questo drive: Tannehill riceve dal suo centro, Travis Swanson, e poi passa la palla al RB che la cede a Kenny Stills in movimento di reverse, il quale alza la testa, vede il suo QB che intanto è avanzato, gli lancia l’ovale e il numero 17 mostra a tutti che aveva giocato da ricevitore, agguantando la palla e portandola in end zone: un divertente play si trasforma in 7 punti, dopo il buon calcio realizzato da Jason Sanders. Per Tannehill è il primo TD in ricezione nella NFL. Quando si ha il coraggio di essere aggressivi, a volte accadono anche delle belle cose.
Cose che poi possono diventare bellissime, se hai una safety di nome Reshad Jones, abilissima a leggere Allen sul possesso di Buffalo, ad intercettarlo e a trovare una pick 6 che, incredibilmente, raddrizza una partita che appariva oltremodo compromessa. Le telecamere della CBS vanno subito ad inquadrare Tannehill sulla sideline, il quale era il principale responsabile di questo pessimo parziale, a causa dei suoi errori iniziali, e la sua esaltazione è palpabile: probabilmente l’intero New Era Field ha sentito quel “Let’s go!” urlato a pieni polmoni. Si va al riposo con il risultato fermo sul 14 a 14 e una partita che ha ancora motivo di essere guardata.
Cosa succede nel terzo quarto
L’attacco ospite apre con un 3 e fuori, dettato dagli alti ritmi difensivi di Buffalo. I Bills però vogliono vincerla, per far bella figura e chiudere bene la loro stagione, di fronte al loro pubblico, e soprattutto Allen deve redimersi dopo l’intercetto. Il QB si fa perdonare ben presto, correndo per oltre 35 yards, diventando così il primo QB – nella storia della lega – a correre per 591 yards in una singola stagione (vi ho già detto di segnarvi il suo nome, vero?), e mettendo le basi per il TD del suo ricevitore Robert Foster, che arriverà poco dopo. Orchard Park è ora caldissimo, nonostante la bassa temperatura nello stato di New York.
Adirittura rischia di diventare rovente dopo che un fumble causato da Shaq Lawson, a danno di Tannehill, restituisce palla ai Bills in territorio avversario. Buffalo controlla saldamente la partita, a questo punto. Allen non ha paura di bloccare per aprire varchi a McCoy e alimentare l’offensiva dei suoi, così come non si tira mai indietro quando deve correre, adirando i difensori avversari, come ad esempio il solito Kiko Alonso, che lo colpisce mentre sta scivolando al termine di una portata e Robert Quinn, che viene alle mani con il suo avversario Mills; applicando il nuovo regolamento, l’arbitro manda tutti e tre sotto la doccia in anticipo. Miami perde due pedine fondamentali della sua difesa per le ultime battute di questa partita, una strada già in salita diventa ora ancor più ripida. Buffalo è ora dentro le 15 offensive e, giocando contro una difesa satura di seconde linee, McCoy impiega molto poco a trovare il TD su corsa, i Fins sono di nuovo sotto di 14 punti.
Miami risponde rabbiosa, mettendo assieme un buon drive timonato da Ballage e Danny Amendola, ma quando il campo si accorcia, diminuisce anche l’efficacia offensiva, e ci si deve accontentare di 3 punti.
La conclusione
Nell’ultimo periodo si vede anche Mike Gesicki, che riceve un bel passaggio, nel corso di un drive offensivo che però mette ancora in luce la pochezza di questi Dolphins. E’ invece molto concreto l’attacco di Buffalo, Allen prima trova Jones su un lancio e poi mette su uno show, corre per quasi 40 yards e trova un bellissimo TD. Ci troviamo nel momento più basso della stagione dei Dolphins, in procinto di subire una sonora sconfitta da parte di una squadra che ha certamente un grande futuro ma che, ad oggi, non era certo la powerhouse che abbiamo visto domenica. Non saprei dire fino a che punto sia stato merito dei Bills e fino a quale abbiano demeritato i Dolphins, ma la bilancia, a mio avviso, pende a netto sfavore dei pinnati, che hanno mostrato, per la terza settimana consecutiva, il loro aspetto peggiore, perdendo di molti punti contro un avversario assolutamente battibile. Questo ambiente, questa tifoseria e questa storia, meritano di meglio, difficile pensare che non ci saranno importanti cambiamenti, durante le prossime settimane nelle quali ci godremo i playoff e in quelle successive, di offseason.
Quel che resta del match è puro garbage time, caratterizzato da altre pessime casistiche per i Fins (vedi fumble di Ballage), le quali sono però poco influenti al racconto di un risultato finale e di una stagione davvero sfortunata, tanto che ci viene da sorridere se pensiamo che fino a una settimana fa ancora pensavamo che Miami potesse dire la sua a gennaio.
Zay Jones troverà un altro TD; Kyle Williams, uomo di linea difensiva, effettuerà la sua prima ricezione in carriera (di ben 9 yards) nella giornata del suo ritiro, scatenando l’euforia della Bills Mafia; i Dolphins non faranno nulla di nulla. La partita terminerà 42 a 17 per Buffalo e lascerà poche scusanti a Miami, pensando al futuro.
Le impietose statistiche di gara recitano quanto segue: Tannehill ha completato 18 passaggi su 31, per 147 yards, con 0 TD e 2 INT; Ballage ha corso 47 yards su 12 portate; Drake ha ricevuto per 52 yards su 5 ricezioni.
Il QB di Miami ha subito anche 4 sack e ha totalizzato un rating di soli 43 punti in quella che potrebbe forse essere la sua ultima da titolare a Miami. E’ la nona volta negli ultimi 10 anni che questa franchigia non riesce a raggiungere le 9 vittorie; il presidente Stephen Ross ha delle importanti decisioni da prendere, sempre che non sia troppo impegnato nel suo lussuoso progetto edilizio a Manhattan per dedicarsi al football.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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