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Dove osano le aquile: preview di Miami Dolphins – Philadelphia Eagles

Una prova impegnativa attende i Fins i quali affronteranno domenica gli Eagles a Miami, nella loro prima sfida dicembrina

NFL 2019 Miami Dolphins cheerleaders

Arriva dicembre, un mese spesso fondamentale nella NFL; 31 giorni nei quali si distinguono i ragazzi dagli uomini, si misurano i valori in campo e si delinea, finalmente, lo scacchiere dei playoff: quel gennaio in cui ogni tifoso spera di veder giungere la propria squadra. Se questa, però, sono i Miami Dolphins, allora dicembre è un mese esattamente come gli altri tre di regular season, dal momento che sono anni che il football a gennaio lo si guarda dal divano (ok, c’è stato l’episodio del 2016, ma davvero vogliamo ricordare quella figuraccia a Pittsburgh?). Ciò non toglie che restano da giocare ancora 5 partite e che tutte saranno importanti nel dirci di quante e quali aggiunte abbia bisogno questa franchigia per tornare ad essere una squadra quantomeno competitiva con le altre, durante la prossima stagione.

La prima di queste partite, domenica 1 dicembre, sarà in casa, all’Hard Rock Stadium, contro dei Philadelphia Eagles alla ricerca di loro stessi.

Una squadra determinata

Gli Eagles vengono da due sconfitte consecutive, giunte contro due corazzate come New England Patriots e Seattle Seahawks, ma comunque sconfitte, e in entrambe le partite hanno dimostrato di essere una squadra con qualche scricchiolio, nullo se paragonato alle crepe strutturali dei Fins, però significativo per una squadra che è, in fin dei conti, solo una partita dietro ai Dallas Cowboys per poter entrare nell’Olimpo delle 12 playoff teams. Diamo dunque per certo che i ragazzi di Doug Pederson non verranno a farsi una passeggiata al mare, domenica. Gli ospiti faranno di tutto per guadagnarsi una vittoria e, naturalmente, lo faranno passando per i loro due membri più rappresentativi: il QB Carson Wentz e il suo obiettivo preferito, Zach Ertz. Wentz è un giocatore con limiti vistosi – dalla tenuta fisica alla concretezza in campo – resta però uno che ha messo insieme, in 11 partite (Philadelphia ha un record di 5 – 6), 17 TD e 6 intercetti, e questo è, senza ombra di dubbio, un rapporto TD/INT degno di un buon QB NFL. Ertz, che è stato inserito in lista degli infortunati come questionable to play, ma con ogni probabilità sarà della partita,  è tra i migliori TE della lega, chi non ci crede si legga le sue stats stagionali: 67 ricezioni per 712 yards, in soldoni significa che ha ricevuto il doppio del suo compagno ricevitore con il maggior numero di receptions e ha ricevuto più del doppio delle yards ricevute dal secondo in squadra per YAC. Il football è uno sport di numeri, e i numeri ci dicono che Ertz è una superstar; qualcuno dovrà svolgere bene il suo compito domenica, in difesa.

Le altre armi offensive di Pederson, grande tattico, sono i RB Miles Sanders, Jordan Howard (anch’egli in dubbio a causa di un infortunio) e una vecchia conoscenza di Miami: Jay Ajayi, uno che, come ricorderete, un paio d’anni fa faceva il fenomeno in Florida e oggi è finito a fare il terzo a Philadelphia; capite dunque per quale motivo Miami ha scelto di affrontare questo tedioso processo di rebuilding.  Il parco ricevitori degli Eagles non è certo il migliore della NFL, ma può comunque contare su WR scafati e pericolosi come Alshon Jeffery e Nelson Agholor. Ci sarebbe anche il velocissimo DJAX, DeSean Jackson, ma la sua stagione è già terminata a causa di un infortunio subito nel mese di ottobre e non lo vedremo in campo per questa sfida.

La compatta difesa è un’unità attenta e concreta, la quale sa farsi minacciosa nel caso in cui Fletcher Cox sia particolarmente ispirato e si dimostri in grado di guidare la carica dei suoi compagni di reparto, a partire da Brandon Graham (DE) e Malcolm Jenkins (SS).

Philadelphia è una squadra tosta, e non sarà facile per una compagine come quella dei Dolphins, sottodimensionata e falcidiata dagli infortuni, tenerle testa.

Le condizioni della squadra di casa

Il cantiere che deve porre le basi per il futuro è ancora assolutamente aperto a Miami e, come si è detto or ora, anche gli infortuni si sono messi a rovinare la stagione dei Fins: l’ultimo di una lunga lista che si aggiorna settimanalmente è quello subito da Jakeem Grant, inserito in lista infortunati; da essa uscirà solamente nel 2020. Grant è un velocista capace di ritorni sensazionali e ha ricevuto un nuovo, importante contratto da poco; ma è al secondo infortunio grave in due stagioni e Chris Grier dovrà necessariamente prendere una decisione su di lui, al termine del campionato.

La partita di domenica è una sconfitta annunciata? Probabilmente si, ma partire rassegnati non aiuta di certo, anche perché Miami deve provare a tenerla vicina, a non far scappare subito gli avversari come avvenuto nelle ultime due uscite. Quali potrebbero essere le chiavi per una – improbabile, ma non impossibile – vittoria dei padroni di casa? Innanzitutto trovare uno straccio di running game; tale dimensione è stata un punto debole tutta la stagione, ma la produzione è diventata imbarazzante in seguito alla partenza di Kenyan Drake e alla rescissione del contratto di Mark Walton. Urge prendere contromisure in fretta e se, come sembrerebbe, Kalen Ballage non è in grado di giocare da titolare allora potrebbe essere il caso di vedere che cosa abbiamo in Patrick Laird e Myles Gaskin, le due matricole che finora sono state utilizzate con il contagocce.

Non dimentichiamoci poi di quanto alto sia il livello dello special team di Miami; non ogni squadra può contare su due calciatori precisi come Jason Sanders e il punter Matt Haack e su un playbook sorprendentemente aggressivo come quello dell’esperto coordinatore Danny Crossman. Qualche buona giocata da  parte di questa unità renderebbe ben più abbordabile la sfida.

Non è certo stata una stagione entusiasmante per chi tifa questa squadra, ma ci restano poche partite e poi dovremo aspettare il prossimo autunno per rivedere i pinnati in campo, e questo è un buon motivo per non smettere di seguire i ragazzi. Forza Dolphins.

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