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Miami Dolphins: il rebuilding è già cominciato

Ci aspettavamo un disastro. Ci aspettavamo la peggior stagione nella storia dei Miami Dolphins. Con una squadra costruita per perdere, per arrivare ad avere la più alta posizione possibile al draft di aprile. Doveva essere un anno di tanking estremo, molti analisti prevedevano una stagione da 0 – 16, umiliante ma non inedita – capitò a Detroit […]


Ci aspettavamo un disastro. Ci aspettavamo la peggior stagione nella storia dei Miami Dolphins. Con una squadra costruita per perdere, per arrivare ad avere la più alta posizione possibile al draft di aprile. Doveva essere un anno di tanking estremo, molti analisti prevedevano una stagione da 0 – 16, umiliante ma non inedita – capitò a Detroit qualche anno fa – e una comoda prima assoluta a Las Vegas. L’orgoglio di Brian Flores e della squadra però, ha comportato un buon finale di stagione, con 5 vittorie negli ultimi due mesi. Il record stagionale di 5 – 11, in fin dei conti, non è troppo diverso dal 6 -10 raggiunto l’anno scorso, quando parlavamo addirittura di playoff, dopo lo stellare inizio di settembre, con 3 vittorie consecutive.

Le mosse in free agency

I Dolphins, in seguito alle mosse fatte durante la passata stagione, avevano accumulato il più ampio salary cap della lega. Ciò gli ha permesso di spadroneggiare in FA e di rinforzare sensibilmente la squadra. I migliori giocatori, però, richiedono contratti esosi e, come stiamo per vedere, per alcuni nomi sono stati allentati molto i cordoni della borsa verde acqua.

Le mosse portate avanti da Miami durante la free agency sono state 11, almeno fino al momento in cui scrivo. Non è detto che non ci saranno aggiornamenti nei prossimi giorni, forse addirittura nelle prossime ore.

Volti nuovi

Andiamo ad esaminare, nel dettaglio, gli 11 nuovi giocatori che saranno parte del roster durante la prossima stagione.

Adrian Colbert (S). Colbert ha già giocato con i Dolphins, durante la scorsa stagione. Chris Grier e coach Flores hanno deciso di riconfermarlo, offrendogli un contratto annuale da 1 milione e 775mila dollari. La decisione testimonia l’intenzione del franchise di rinforzare la propria secondaria, anche se, probabilmente, lo si poteva fare durante il draft viste le tante scelte disponibili.

Elandon Roberts (LB). Un altro dei tanti ex Patriots chiamati alla corte di Flores, ex coordinatore difensivo di Bill Belichick a Foxborough, è il jolly linebacker Roberts. Come ben sappiamo, la parola chiave di questo staff è versatilità, dunque un ragazzo in grado di giocare LB e FB è decisamente una bella aggiunta per il capo allenatore. Roberts si distingue anche come giocatore dello special team, data la sua fisicità. Il rovescio della medaglia, come con tutti gli ex Pats, potrebbe essere che lontano da Boston, il ragazzo non dia il meglio di sé. Sarà poi necessario verificare quale apporto possa dare, nel football moderno, un LB che ha spesso faticato in coverage, dando il meglio di sé quando è stato chiamato a bloccare.

Kamu Grugier-Hill (LB). Questo difensore, proveniente da Philadelphia, è stato capitano dello special team e, dunque, potrebbe portare il suo principale contributo proprio a quella unità. Grugier-Hill ha sofferto per un’ernia la scorsa stagione, ora però appare recuperato in pieno. Non va escluso per lui qualche significativo snap anche nella rotazione difensiva. Il contratto firmato dal LB è di un anno, con la cifra ancora da render pubblica; dunque il rischio, in questa trattativa, è piuttosto basso.

Ted Karras (C). Altro former Patriots in procinto di unirsi ai Fins. Karras firmerà un contratto da un anno, a 4 milioni di dollari di ingaggio. Con tutta probabilità, Karras sarà il centro titolare di Miami per il prossimo anno (Daniel Kilgore non fa più parte della squadra). Oltre ad indebolire un avversario diretto in divisione, Karras porta fisicità e durabilità nella Florida del Sud, anche se potrebbe rappresentare una soluzione a breve termine. Non si stupirebbe nessuno infatti se i Dolphins finissero per affollare la loro linea offensiva a fine aprile, durante il draft di Las Vegas, chiamando anche un centro. Il reparto, infatti, è tra i più deboli della squadra.

Il rovescio della medaglia con Karras potrebbe essere la sua mancanza di esperienza. Non si tratta infatti di un giocatore che ha snappato molti ovali, avendo passato i primi 3 anni della sua carriera a fare la riserva di David Andrews, prendendone il posto nella scorsa stagione a seguito di un infortunio che costrinse il titolare a terminare il campionato in anticipo.

Clayton Fejedelem (S). La safety dal cognome quasi impronunciabile arriva da Cincinnati, dove era capitano dello special team. Firmerà un contratto di 3 anni, ad una cifra che deve ancora esser resa nota. Può sembrare strano mettere sotto contratto una riserva durante il primo giorno di FA, la mossa però è significativa per lasciar intendere quanta importanza diano Flores e i suoi collaboratori leadership e spogliatoio. Fejedelem ha dimostrato di sapersi difendere molto bene nello special team ed è stato a lungo capitano, dunque i suoi attributi di uomo – squadra sono fuori discussione; il suo ingaggio significa probabilmente che Miami saluterà Walt Aikens. Dopo Reshad Jones, dunque, dovremo probabilmente dire addio (o arrivederci, chissà) al secondo giocatore con il maggior numero di presenze in uniforme bianca e verde acqua.

Ereck Flowers (lineman offensivo).  Il ventiseienne da Washington arriva a dare una soluzione a lungo termine, presumibilmente, alla sgangherata linea offensiva di Miami. Flowers è principalmente una guardia ma non disdegna partire da altre posizioni della linea. Il ragazzo guadagnerà 30 milioni in 3 anni e, qualora dovesse migliorare le sue performance del 2019, staremmo parlando, nettamente, del miglior lineman offensivo del team. Flowers si presenta con un invidiabile 92% di pass block rate, per il lettore a cui interessano le stats, si tratta dunque di un’ancora in grado di mettere in difficoltà i QB avversari. Il che è un’ottima cosa, visto l’altro signore che Miami ha messo sotto contratto in FA, di cui parleremo al numero 11, perché mi piace tenere il meglio da ultimo.

Consideriamo comunque anche quelli che, sulla carta, appaiono come i difetti di Flowers, per dare un quadro più completo possibile del nuovo giocatore per cui tiferemo durante la prossima stagione. Il lineman fu selezionato al draft dai New York Giants, lì le cose però andarono piuttosto male e Flowers fu prima panchinato e poi tagliato. Durante la scorsa stagione fece però davvero bene ai Redskins, franchigia che non è riuscita a riconfermarlo, soprattutto per motivi di salary cap (ricordiamo che Washington ha la seconda scelta assoluta al draft e che con quella chiamerà, con ogni probabilità, Chase Young, lineman difensivo che ha strapazzato molti dei QB che hanno affrontato i suoi Buckeyes in NCAA, durante lo scorso anno). Per tal motivo, Miami ha scelto di offrirgli un contratto, alla stessa cifra che percepiva nel District. Possiamo dunque vederlo come una sorta di scommessa; auguriamoci di vincerla e che Flowers porti a Miami Gardens la miglior versione di sé.

Shaq Lawson (DE). Stesso contratto di Flowers per questo edge rusher proveniente da Buffalo. Lawson, classe 1994, è già un rusher da top 30 della posizione, e appare ideale per la difesa di Flores. L’anno scorso mise a segno 6.5 sack con i Bills, che sarebbero stati il numero più alto di un difensore Dolphins la scorsa stagione. Il principale asset di questo ottimo giocatore, però, non sono gli abbracci al QB, bensì la sua esplosività dall’edge, il margine della linea difensiva; Lawson, infatti, è un difensore completo, in grado anche di difendere sulle corse. I Dolphins sono stata la squadra che ha totalizzato il numero più basso di sack e di azioni sotto pressione, nel 2019, dunque Lawson è acqua nel deserto. Probabilmente Miami sta cercando un altro DE e lo aggiungerà al roster, prima del termine della FA o al draft.

Non aspettiamoci comunque che il giocatore finisca la stagione 2020 tra i league leaders in sack. Il risultato di 6.5 durante la scorsa stagione è stato il suo massimo e a Buffalo non era titolare inamovibile. Lawson è un’ottima mossa in FA, per una squadra come Miami, dobbiamo però ora scoprire quale sarà il suo ceiling, il picco che potrà raggiungere come giocatore. Questo lo faremo nel corso delle prossime tre stagioni.

Emmanuel Ogbah (DE). Ogbah firmerà un contratto per i prossimi 2 anni, a 15 milioni di dollari. L’ex Kansas City sarà sicuramente un titolare nel front seven difensivo di Miami. Anch’egli è molto versatile, in grado di ricoprire molti ruoli nella linea difensiva. A 27 anni Ogbah è ancora piuttosto giovane, pur avendo già buona esperienza come giocatore nella NFL.

La preoccupazione principale è la sua durabilità. Ogbah, originariamente selezionato da Cleveland, ha disputato la sua miglior stagione durante l’anno nel quale doveva rinnovare il suo contratto. Questo è un dettaglio che spesso è significativo, dunque teniamolo a mente, poiché potrebbe dirci qualcosa di più sulla grinta del ragazzo. Due delle sue prime quattro stagioni nella lega sono state segnate da altrettanti brutti infortuni, entrambi lo hanno costretto a chiudere in anticipo il campionato.

Jordan Howard (RB). Ricordiamo tutti il disastro della situazione running back a Miami, nella scorsa stagione. Dopo aver tagliato Mark Walton per una brutta storia di violenza domestica che centra poco con il football e aver ceduto Kenyan Drake ai Cardinals per una selezione ulteriore al draft, i Dolphins diedero le chiavi del backfield a Kalen Ballage. Fu una tragedia. Il miglior corridore della passata stagione per Miami è Ryan Fitzpatrick, uno che gioca QB e che sulla carta d’identità vanta ben 37 primavere. Era dunque indispensabile rafforzare il reparto. Howard, ex Eagles, ha firmato per 2 anni ad una cifra che sarà presto resa nota. Howard ha 25 anni ma vanta già una buona produzione di yards sia a Chicago che a Philadelphia, le due squadre per le quali ha già giocato. In entrambe le ultime due stagioni, ha messo a segno almeno 6 TD su corsa. Come già visto per altre posizioni, anche quella del RB sarà probabilmente arricchita a Las Vegas.

D’altra parte, la posizione è tra le più rischiose in assoluto dal punto di vista degli infortuni. Il contratto di Howard non dovrebbe essere mostruoso, si corre però il rischio che Miami, dato il suo ampio ventaglio di scelte al draft, possa finire per selezionare un ottimo RB, il quale, nel giro di poco, tolga spazio e titolarità a Howard. A Philadelphia, il giocatore fu infortunato per un mese e mezzo lo scorso anno, e dopo l’infortunio giocò meno snap. Occorre auspicare che sia completamente recuperato.

Kyle Van Noy (LB). Un peso massimo e il suo contratto lo dimostra. Van Noy firmerà con i Fins un accordo per cedere le sue prestazioni alla franchigia della Florida per i prossimi 4 anni, a fronte di un ingaggio da 51 milioni di dollari. Il LB ha battuto cassa a seguito delle sue ottime prestazioni a Foxborough. Tra i favoriti di Flores, il difensore è stato immediatamente contattato da Grier e ha accettato di spostarsi a Miami durante il primo giorno di contrattazioni. Van Noy è LB ma può tranquillamente giocare da edge rusher, in quanto ultraversatile; un uomo in più per diffondere la cultura di questo coaching staff. Il ragazzo, assieme a Lawson e Ogbah, è un balzo avanti importante rispetto all’anno scorso. Per leggere del miglior upgrade difensivo, comunque, dovete leggere più sotto.

Come già scritto, è sempre rischioso aspettarsi che un ex Pats possa produrre lo stesso fuori dal Gillette Stadium. Flores, naturalmente, mitiga un pò questo pericolo, dati i suoi trascorsi al fianco di Belichick, ma una regressione resta sempre dietro l’angolo. L’investimento per Van Noy è sontuoso, e corre il rischio di rivelarsi controproducente, in quanto il LB ha giocato su altissimi livelli soltanto all’interno di uno schema. Occorre vedere cosa sarà in grado di fare con un playbook differente.

Byron Jones (CB). Eccoci qui a parlare del CB più pagato della lega. Jones si è legato a Miami per i prossimi 5 anni quando Grier ha svuotato il portafoglio proponendogli 82,5 milioni di dollari. A tal cifra è difficile rinunciare e infatti Jones non l’ha fatto. Ora occuperà il posto accanto a quello di Xavien Howard, scivolato a questo punto al secondo posto tra i CB più pagati in NFL, percependo soli, si fa per dire naturalmente,  76,5 milioni per i prossimi 5 anni. Smettiamo però di fare i conti in tasca a Grier ed esaminiamo il miglior tandem di CB della lega, fiore all’occhiello di una secondaria che sarebbe stata impressionante, se solo Minkah Fitzpatrick non si fosse fatto prendere dai mal di pancia, nel 2019. Jones è un esperto di difesa a uomo e l’anno scorso è stato un vero e proprio shutdown corner a Dallas, con un’alta percentuale di successo quando marcava stretto sul ricevitore. La sua presenza impreziosisce moltissimo la secondaria, stimolando anche X Howard che ha avuto una difficile stagione nel 2019, tra infortuni e procedura disciplinare. Nella peggiore delle ipotesi, potremmo dover aspettare qualche settimana prima di vedere i due CB superstar in campo, fianco a fianco.

Per quanto faccia difficoltà a trovare delle critiche verso questa trattative e verso il giocatore, proviamo a farlo, per completezza di analisi. Un investimento pari a 32 milioni di dollari l’anno per una posizione differente da quella di QB, è naturalmente un rischio. Soprattutto perché il roster di Miami è una groviera e, forse, l’ingaggio mostruoso di Jones si poteva spalmare per coprire più posizioni. I critici del CB dicono tutti la stessa cosa: come puoi essere uno dei migliori nel tuo ruolo se in 79 presenze hai messo a verbale soltanto 2 intercetti? Se il tuo ultimo INT risale a oltre 40 partite fa, vali davvero tutti questi milioni? Io ritengo di si, dal momento che parliamo di un titolare inamovibile di una squadra come i Cowboys, di un pro bowler che a 27 anni è già un’ancora e che solo vederlo in campo dal lato opposto di Howard comporterà un processo decisionale non semplice per il QB avversario. Curiosità: Byron Jones è l’attuale detentore del record mondiale di salto in lungo da fermo. Durante la NFL combine del 2015, infatti, Jones saltò una distanza di 3,73 metri, superando la misura di 3,71 metri registrata dal norvegese Arne Tvervaag nel 1968. In Norvegia, si disputano ancora campionati nazionali di tale disciplina, non lo fa nessun altro Stato.

Cosa aspettarsi ora?

Come anticipato, i Miami Dolphins potrebbero fare ancora qualche colpo. La free agency non è terminata e, seppure i nomi più attraenti siano già stati ingaggiati, non è detto non vi siano delle soluzioni che possano intrigare Flores e Grier. Qualunque decisione venga presa per il prosieguo della FA, comunque, è inevitabile non andare un pò più avanti con il pensiero, fino al mese prossimo, fino al 23 aprile. In quel giorno, comincerà il draft 2020 a Las Vegas. Nonostante i rischi dovuti al coronavirus, Roger Goodell ha assicurato che la lotteria si svolgerà come da programma. La precauzione presa dalla NFL è quella di non consentire la partecipazione ai tifosi.

I Dolphins hanno ben 14 scelte al draft, 3 delle quali soltanto al primo giro. Ovviamente non ci è dato sapere come le gestiranno. Le terranno tutte per acquisire 14 giocatori? Ne daranno via qualcuna per salire e selezionare meno giocatori ma prospetti potenzialmente migliori? O faranno il contrario, decideranno di scambiare verso il basso per aumentare le selezioni, rinunciando alla qualità per puntare sulla quantità? In fin dei conti, nessuno ci garantisce che i giocatori scelti prima abbiano carriere migliori. Sam Bradford è stato selezionato primo assoluto mentre Tom Brady centonovantanovesimo, poi tutti sappiamo come sono andate le cose.

Di draft parleremo più avanti, quando – forse – sarò in grado di dare qualche informazione più attendibile. Il bravo GM, ad ogni modo, è quello che nasconde le sue intenzioni ai colleghi, dunque è altamente probabile che non sapremo mai cosa voglia davvero fare Miami, prima del 23 aprile.

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