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L’insostenibile pesantezza di essere Taysom Hill

Cosa faranno i Saints, vista la sovrabbondanza di QB nella loro squadra? Contando anche il Salary Cap, chi verrà tagliato?


Anche quest’anno i Saints, pace all’anima loro, vinceranno il Super Bowl l’anno prossimo. E potrebbero vincerlo non con Drew Brees, ormai entrato di giustezza nella fila degli anta (41 anni compiuti quest’anno), e nemmeno con Teddy Bridgewater (che nonostante tutto rimane nella finestra dei venti, e possibile Free Agent destinazione Indianapolis), ma bensì con Taysom Hill (che quest’anno, ad agosto ne farà 30).

Ma dobbiamo fare un po’ di ordine, e cercare di dire perché questa possibilità, da velata, potrebbe essere più che concreta.

Drew Brees, tanti numeri, pochi tituli.

Se fossimo di fronte ad un curriculum vitae, di un esperto quarantunenne, che ha avuto modo di essere preso da una squadra semi-scassata, e renderla una contendente del Super Bowl, vincendone uno, e arrivandoci almeno 3 volte, direste “beh, magari si può pensare di vedere se c’è ancora qualcosa di spremibile nei confronti di Drew Brees”.

In effetti, Brees da qualche anno ha visto in se questa evoluzione: il braccio non è quello di 20 anni fa, però la sua accuratezza è migliore di quella di 20 anni fa, e di anno in anno – parole sue, ndr – “voglio vedere cosa posso ancora fare, sebbene vedo che le motivazioni non mancano ma magari le energie fisiche, più che quelle mentali”.

Se si scorressero i nuovi libri che aggiornano le statistiche, Drew Brees è in cima alla lista di moltissime voci. Sarebbe persino più facile elencare quelle in cui non è (come quelle in cui non ha mai segnato un punto con un piede, che sia un drop kick, o un extra point, o un field goal). Eppure, ci sono 2 cose che mancheranno a Brees per sempre: una partita con un record di passaggi al 100% (ci è andato vicino nell’ultima stagione, con la partita giocata contro i Colts), un secondo Super Bowl (difficilissimo, visti anche i recenti tascorsi), ed essere nella lista dei 100 migliori giocatori della NFL di sempre (al posto suo, ci sono almeno 3 QB che hanno di sicuro statistiche molto al di sotto di quelle del ragazzo di Austin, ed ex Purdue).

Teddy, 9 TD, e un bonus negato

Teddy Bridgewater, ex QB dei Vikings, accasatosi per un paio di stagioni a New Orleans, ha vinto le 4 partite in cui ha giocato come titolare, al posto di Brees. E persino alle spese di un Hill particolarmente ispirato, fisicamente molto solido, e con un braccio che riesce a lanciare per una cinquantina di yard anche nel 4° quarto.

C’è però qualcosa che è passata leggermente inosservata agli osservatori meno attenti, ma non ai teorici del complotto: al 10° TD lanciato da Teddy Bridgewater, sarebbe scattato automaticamente un bonus di 250 mila $. Indovinate quante ne ha lanciati in tutta la stagione? NOVE, esatto! Alcuni pensano che Teddy non abbia avuto le chances, altri invece pensano che l’ultima partita contro i Panthers, una squadra che mollato i suoi QB, il suo coaching staff, e le speranze di un playoff, non abbiano dato le giuste indicazioni per segnarlo. Inteso in questo modo: risparmiami 250 mila $, e non diamo possibilità al giocatore di rinegoziare un nuovo contratto, dato che è il QB di riserva più pagato dell’intera lega.

Insomma, ci sono gli ingredienti giusti per pensare in maniera maliziosa, per dire “ma che cosa vogliono fare con Teddy?”

Taysom Hill: è ora di diventare grandi

Chiamato da Green Bay, che nell’anno dell’infortunio di Rodgers ha pensato bene di disfarsene subito, e buttare alle ortiche un’altra stagione da playoff, Hill è stato preso dai Saints con l’obiettivo “di avere un giocatore completo su molti fronti del gioco”, e a parte che calciare un pallone, Hill ha giocato in attacco, in difesa e in special team. Gioca quasi per il minimo salariale, per un giocatore comunque attivo, che comunque lancia, e nel frattempo fa anche altro. Sposato, mormone, una persona che al di fuori del campo non è portato caratterialmente ad avere colpi di testa, non fa centinaia di spot pubblicitari come i suoi colleghi, eppure in Italia e per Sean Payton è un giocatore che dalle nostre latitudini definirebbe “incedibile”. Meglio cedere Bridgewater, che ha un contratto molto più cospicuo, è che potrebbe giocare contro la squadra, visto il bonus negato. O persino Brees, che sbilancia l’intero salary cap, e si potrebbe pensare di tankare clamorosamente in questo 2020, per aspettare di prendere Trevor Lawrence. E l’idea che speculiamo noi è la seguente…

Drew Brees: Offensive Coordinator dei Saints

Perché no? Un futuro ex QB come lui, magari, avrà l’ambizione di diventare un allenatore. Ha 4 figli piccoli, e di sicuro, potrebbe rilassarsi per bene nel gabbiotto, con le cuffie addosso, e dirigere il/i futuro/i QB dei Saints, allenandoli, migliorandoli, con tutte le possibilità di imparare da un professore del ruolo. Ci sono pochi QB che, una volta che smettono, possono effettivamente allenare, e per arrivare a certe posizioni, ci vuole tempo, capacità e anche possibilità di far capire ai giocatori cosa fare.

Purtroppo, però accade questo: molti ex giocatori tentano la strada del coaching, ma senza successo. È accaduto a due grandi leggende dell’NBA: Larry Bird e Michael Jordan, che hanno tentato di insegnare basket a dei giovani, esplosivi, e senza acciacchi, e costoro non capivano cosa dovevano fare in allenamento e in partita. Sono andate poi a dirigere direttamente le franchigie, perché erano bravi “solo” a fare quello. Ritornando sul football, Peyton Manning ha provato a fare da tutor a Derek Carr (senza nessun risultato), forse per l’elevata difficoltà di comprensione da parte di QB che da quando è ai Raiders, non si sa bene cosa voglia fare da grande.

Per Drew, invece, il discorso è diverso: insegna flag football ai figli e ai bambini che incontra nei tour promozionali negli States. È abituato a farsi rispettare (quando i figli dialogano con Brees, rispondono “si coach”, e non “papà”, per la distinzione dei ruoli) ed è sicuramente un grande conoscitore del gioco.

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