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Parte il training camp: focus e speranze in casa Miami Dolphins

Ha preso il via il training camp dei Miami Dolphins. Vediamo quali speranze, punti focali e preoccupazioni accompagnano l’inizio della stagione.


Il 27 luglio si è ufficialmente chiusa la offseason NFL. In quella data, infatti, tutte le franchigie hanno aperto i propri training camp, ovvero gli allenamenti di squadra, collettivi e specifici, mirati a preparare i giocatori per la nuova stagione.

Il 5 agosto si aprirà ufficialmente la season 2021 con l’esibizione nello Hall of Fame Game di Dallas Cowboys e Pittsburgh Steelers. Alla sfida seguiranno tre settimane di preseason e poi il kickoff che aprirà le ostilità per la stagione regolare: il 9 settembre al Raymond James Stadium, ove i Dallas Cowboys sfideranno gli attuali campioni. del mondo, i Tampa Bay Buccaneers.

È la prima volta che tutte le franchigie si trovano per aprire simultaneamente il camp. Se facciamo infatti eccezione per Cowboys e Steelers impegnati nella prima gara stagionale e Bucs attesi dal kickoff, tutte le altre 29 squadre hanno dato il via alle loro sessioni preparatorie lo stesso giorno, diversamente da come accadeva negli scorsi anni, quando era concesso decidere con un ampio livello di autonomia quando alzare il sipario sulla nuova stagione.

Naturalmente, anche i Miami Dolphins si sono ritrovati lo scorso 27 luglio. Lo hanno fatto nella cornice della nuova e fiammante facility di allenamento, il Baptist Health Field di Davie, consueta location di allenamento per la franchigia del Sud della Florida, rimessa a nuovo negli scorsi mesi.

Brian Flores dirige i suoi durante la prima sessione di allenamento al training camp 2021. Foto: Miami Herald.

È lo show di Tua Tagovailoa

A sorpresa – ma fino a un certo punto – partiamo da qui. In realtà c’è un elefante più grosso nella stanza rispetto al timoniere, e ci arriveremo a tempo debito, per quanto riguarda però un training camp di football professionistico, non è possibile non iniziare dal giocatore più importante nell’economia di una squadra: il QB.

Il primo anno da professionista del prodotto di Alabama, reduce da un grave infortunio all’anca, è stato ricco di luci ma non ha neppure risparmiato diverse ombre. Durante la offseason, il QB si è mantenuto in ottima forma, senza fermarsi mai, allenandosi con alcuni dei suoi ricevitori e con sedute di recupero e potenziamento mirate in palestra, tutto ampiamente documentato dai social, naturalmente. Inutile dire come ogni giorno dall’inizio del camp a Capodanno, Tua sarà messo alla prova e giudicato. Non ne scampi, quando sei un QB nella NFL.

Nel momento in cui scrivo si è già concluso il primo giorno di allenamento e, ovviamente, Tagovailoa è sceso in campo assieme alla sua offense. A onor di cronaca, ha lanciato un paio di intercetti rivedibili, specialmente il secondo, frutto di un palese errore di comunicazione, di quelli che possono capitare dopo mesi in cui non si gioca assieme. Nel complesso però ha rimediato, mostrando un ottimo lancio lungo per Albert Wilson – a cui va riconosciuto il merito di aver ricevuto davvero bene – e un livello di affiatamento con i suoi compagni comunque ottimo per fine luglio, evidenziato da altri passaggi completati nel corso delle prime due sessioni di training. Al termine della sessione è stato bello vedere il QB riunire il suo attacco per una spontanea chiacchierata su cosa abbia funzionato e cosa no durante la preparazione.

Uno dei più talentuosi compagni di reparto di Tua, il TE Mike Gesicki, intervistato da Pro Football Network, ha affermato al termine della sessione tenuta nel primo giorno di training camp: “Sta bene e si vede che questo è il suo show. Sono contento ci sia lui in quella posizione.” Siamo in tanti ad aspettarci grandi cose da Tagovailoa per l’anno venturo. In fin dei conti, l’infortunio dovrebbe essere recuperato al 100% (lo stesso giocatore ha detto più volte di fronte a microfoni e telecamere di sentirsi meglio rispetto a un anno fa) e il reparto dei suoi gregari si è potenziato – e non di poco – con gli innesti di Will Fuller e del promettentissimo Jaylen Waddle, due fulmini di ricevitori. Waddle è una delle note più positive al termine del primo giorno di allenamento. Tua non è più la matricola a cui si può perdonare qualche errore di crescita, ora è il suo momento di mostrare quanto vale.

Dovesse ripetere un altro anno nell’incertezza dello scorso anno, non ci è dato sapere se Tagovailoa sarebbe ancora titolare per il 2022; il brutale rebuilding datato 2019 è ormai tanto ben avviato da essere in procinto di raggiungere la sua conclusione e i due demiurghi della rinascita Dolphins, Chris Grier e Brian Flores, hanno voglia di raccogliere dei risultati. Più determinato di loro potrebbe essere il presidente Stephen Ross, il quale ha sborsato fior di quattrini – siamo prossimi al miliardo di dollari – per rendere l’Hard Rock Stadium una delle infrastrutture sportive più rinomate al mondo, e vorrebbe ora avere una squadra di football capace di rendere orgogliosi quei tifosi che ci azzeccano poco con tennis e Formula 1. Per tal motivo, la sua pazienza verso Tagovailoa potrebbe esaurirsi ben presto. È Tua il nostro franchise QB? Tra bizze contrattuali e aspettative riguardo ai nuovi rookie, la domanda che echeggia dalle parti di Davie, è e sarà per tutta la stagione questa. Le voci di corridoio di un possibile arrivo di DeShaun Watson continuano a rincorrersi, l’ex Crimson Tide farà meglio ad allontanarle nelle prossime settimane.

Ascoltare chi?

Un secondo elemento di curiosità – e, forse, apprensione – relativo al training camp di Miami è legato alla desueta situazione del coordinatore offensivo o, meglio, dei coordinatori offensivi. Infatti i Dolphins si trovano nella particolare situazione di avere ben due offensive coordinators: George Godsey e Eric Studesville, i quali hanno il compito di agevolare Tagovailoa e i suoi a rendere al meglio sul campo, segnando quanti più punti possibili.

Non abbiamo idea di chi chiamerà gli schemi nelle domeniche che ci attendono. Per il momento, durante la prima sessione di allenamento, i due si sono alternati nel sussurrare alla cuffietta di Tagovailoa. A  detta del QB “la compresenza dei due coordinatori va molto bene, in fin dei conti stiamo tutti lavorando allo stesso obiettivo. Sono molto entusiasta di quanto abbiamo nel playbook e ritengo che molti dei nostri schemi riflettano bene le caratteristiche dei giocatori che scendono in campo.” Confidiamo che le sensazioni di Tagovailoa si dimostrino corrette. Da fuori, appare difficile immaginare come due teste possano lavorare meglio di una, senza andare in conflitto tra loro.

News dall’infermeria

Quattro membri del roster dei Dolphins hanno iniziato il camp nella lista PUP, quella che comprende i giocatori fisicamente indisposti i quali, dunque, non si possono allenare e risultano infortunati.

Si tratta di DeVante Parker e Preston Williams (WR), Elandon Roberts (LB) e del lineman offensivo D.J.Fluker. Nessuno di questi presenterebbe problemi particolarmente seri e dovrebbero rendersi via via disponibili anche loro.

Ultimamente a questi giocatori si è aggiunto anche il CB All-Pro, nonché il membro più chiacchierato di questa franchigia negli ultimi giorni, Xavien Howard. Il giocatore avrebbe accusato una botta durante l’allenamento. Nulla di preoccupante ma abbastanza per mettere in moto numerose speculazioni.

Tua Tagovailoa, Jacoby Brissett, Jaylen Waddle e altri giocatori dei Dolphins durante una delle prime sessioni di allenamento al training camp 2021. Foto: The Phinsider

I dolori del giovane Xavien

Il numero 25, gioiello più brillante della corona dei Miami Dolphins, è reduce da una stagione memorabile nella quale ha totalizzato 10 intercetti – record stagionale – e una serie di prestazioni da top player. Nonostante il CB sia legato per altri 4 anni alla franchigia del Sud della Florida, in virtù di un lauto contratto firmato nel 2018 che lo copre fino al 2024 – rendendolo al tempo il più pagato nel suo ruolo – l’agente del difensore, David Canter, ha inviato al front office di Miami due proposte di un ritocco contrattuale per il suo assistito.

La prima delle due richiedeva lo spostamento di 4 milioni che Howard ha garantiti nel 2024, al termine del suo contratto, al 2021. Al rifiuto di questa proposta, Canter ha avanzato la richiesta di garantire allora l’anno prossimo, nel 2022, i 12 milioni e rotti che X deve ricevere in maniera garantita durante la durata del suo impegno con i Fins. Il front office ha scartato anche questa offerta, domandando al CB di non forzare la mano dal momento che ha già un signor contratto.

Il mercato della secondaria, in questi due anni, è però piuttosto cambiato e il doppio rifiuto ha scontentato di parecchio il giocatore, tanto che all’inizio del training camp Howard è uscito allo scoperto chiedendo di essere scambiato nel caso in cui non si trovi velocemente un accordo che lo accontenti.

La situazione non è serena. Da una parte abbiamo X che tira la corda senza timore di spezzarla, giungendo alla trade che ha apertamente domandato, perché si sente sottopagato, sia riguardo ai migliori CB della lega sia al suo compagno di squadra Byron Jones, pari ruolo giunto l’anno scorso a Miami. Dall’altra abbiamo una società che vuole dare un’immagine forte, di quelle che non scendono a compromessi con i piagnistei delle primedonne e, anzi, li scambiano per proteggere i rapporti interni allo spogliatoio e gli equilibri di forza nella gerarchia di franchigia – pensiamo alla vicenda Minkah Fitzpatrick, per esempio. Howard si è presentato al training camp, rifiutando di ripetere l’holdout di cui si rese protagonista durante il minicamp di un mese fa (per il quale è stato sanzionato dalla società, dal momento che la partecipazione era obbligatoria) ma ha subito messo in chiaro che se non si fa come vuole lui, vuole essere accasato altrove.

I Dolphins finora hanno fatto spallucce, incensando il CB di complimenti ma senza dire mai come intendano procedere. Va detto però che stanno ridimensionando alcuni contratti per guadagnare salary cap, forse con l’obiettivo di andare incontro alle richieste di Howard. Staremo a vedere. L’infortunio subito nella seconda giornata di allenamento aveva fatto gridare alla farsa per farsi scambiare ma, da più parti, è stato detto il contrario e si attende un rientro in campo del CB davvero a brevissimo.

La questione è senza dubbio delicata, perché se ha ragione la fazione che bolla come esagerate le pretese di Howard, giocatore prono a infortunarsi spesso e che potrebbe non ripetere più una stagione come quella appena passata, non ha torto neppure quella che ritiene indispensabile l’apporto di X per le ambizioni di playoff di questa franchigia; in fin dei conti è impossibile fare meglio dell’anno scorso, quando le partite di gennaio sfumarono all’ultima settimana, se ti privi del tuo miglior giocatore. Forse le uova non sono ancora rotte nel paniere di Chris Grier ma si sta davvero correndo il rischio di fare la frittata, come si suol dire.

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