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In picchiata: la preview di Atlanta Falcons@Miami Dolphins
Domani a Miami i Dolphins si giocano una grande porzione di stagione contro gli Atlanta Falcons. Serve una vittoria o si saluterà ogni sogno.
È un compito ingrato dover continuare a scrivere di questi Miami Dolphins in una stagione come questa, in un momento come questo.
La franchigia sta sbagliando tutto sul campo, uscendo sconfitta da partite che dovrebbe e potrebbe vincere, visto il livello del roster che è abbastanza più alto di quello di una squadra con un record di 1-5. Ciò fa pensare che gli innesti nelle ultime offseason siano stati errati, che il coaching staff sia errato e non riesca a far esprimere i giocatorial meglio delle loro possibilità. In definitiva, dunque, i risultati ottenuti ci stanno facendo mettere in dubbio l’intero processo di rebuilding portato avanti da Chris Grier e Brian Flores, i quali sono passati, in un anno, da beniamini dei tifosi ai due personaggi più odiati dell’ambiente.
Spesso, nella NFL, le vittorie sanno essere la strada maestra per uscire da tunnel stretti, bui e maleodoranti come quello in cui al momento è incastrata Miami. Domani arriveranno in città gli Atlanta Falcons, altra franchigia che non è certo nel suo massimo momento di splendore e la quale è assolutamente alla portata dei Dolphins. Così come erano gli Indianapolis Colts. Così come erano i Jacksonville Jaguars. Eppure Miami le ha perse entrambe.
Stessi avversari, diverso significato
In agosto, durante la preseason, queste due franchigie si sono già affrontate nella stessa cornice dell’Hard Rock Stadium e la vittoria è andata ai padroni di casa, per 37 a 17. Sarebbe fantastico se si ripetesse lo stesso risultato ma un conto sono le amichevoli estive, un altro le partite che mettono in palio una vittoria in stagione regolare.
Nella giornata di venerdì, parlando con i media, Flores ha evidenziato i punti di forza di un attacco come quello dei Falcons, capace di mettere in pratica 50 giochi diversi con quattro formazioni offensive: parliamo di almeno 200 plays differenti, che non sono certo pochi, tanto che non vi è nessun altro in lega che possa affermare lo stesso.
“Sono davvero versatili. Sono in grado di schierare molte formazioni e sanno fare un ottimo lavoro con ognuna di esse. Sanno sfruttare i matchup e mettere le loro forze sulle debolezze dell’avversario. Sono bilanciati e possono fare bene in attacco, difesa e anche nel gioco sui calci.”
Ha affermato il capoallenatore dei Miami Dolphins. Inevitabilmente, dato l’avvicinarsi della deadline per gli scambi tra franchigie e i rumors, sempre più forti, di un possibile approdo in Florida del Sud di DeShaun Watson, Flores ha aggiunto:
“Non credete alle voci di corridoio. Il nostro QB è Tua. Siamo contenti con la nostra situazione di QB, come ho già detto altre volte, e non aggiungerò altro.”
Una partita chiave
Guardando il misero score vittorie – sconfitte di Miami, sembra difficile crederlo, eppure la stagione di Miami non è ancora terminata. L’aggiunta di una partita al calendario, novità di questa stagione, significa che la matematica non ci esclude ancora dai playoff. Per arrivarci, però, servono le vittorie.
Non più di una settimana fa, a Londra, Miami è stata in grado di perdere contro Jacksonville, probabilmente la peggior squadra della NFL, la quale farà molta difficoltà a vincere altre sfide in stagione. Si tratta di una sconfitta inaccettabile, difficile trovare altri aggettivi, la quale ha rappresentato uno schiaffo psicologico pazzesco per l’ambiente. In settimana il tribunale di Twitter ha chiesto le teste di Grier, Flores e Tagovailoa e ha chiamato a gran voce Watson, uno che ha 20 accuse di molestie cui rispondere ma che evidentemente sembra un salvatore per molti. Naturalmente, il tribunale di Twitter non prende decisioni ma Stephen Ross lo fa, e non ci è dato sapere se stia pensando alle stesse cose. Per tirarci fuori da queste speculazioni c’è una e una sola strada: vincere.
Le possibilità di Miami di arrivare ai playoff sono poco sopra l’1% al momento; una sesta sconfitta le porterebbe allo 0. Se la franchigia si trovasse domenica sera con un record di 1-6, il carro avrebbe ufficialmente perso le ruote e si potrebbero cominciare a prendere decisioni importanti. La partita si può però vincere perché Atlanta non è una potenza e i Dolphins saranno in casa. Che cosa dovranno fare i Fins per vincerla?
Tre possibili chiavi alla sfida
Jaylen Waddle vs Kyle Pitts
Le due prime scelte delle due franchigie all’ultimo draft hanno già fatto vedere di quale pasta siano fatte. Il TE di Atlanta si sta dimostrando il mostro che era stato presentato: con sole 5 partite all’attivo tra i pro è già uno dei migliori nel suo ruolo ed è stato draftato alla numero 4, esattamente lo slot successivo a quello che avrebbe avuto Miami se non avesse intrapreso quello scambio di picks che, al momento, appare un errore da matita rossa visto quanto bisogno ci sia ancora di tasselli nel mosaico. Pitts avrebbe dunque potuto giocare con i Dolphins in una coppia da incubo per gli avversari assieme a Mike Gesicki.
Invece i Dolphins hanno preferito scegliere Waddle, che sta facendo sicuramente bene ma non tanto quanto il TE che gioca nell’altra squadra il quale, visti i problemi difensivi di Miami, potrebbe mettere assieme una prova encomiabile in ricezione domani. Chi tra i due vincerà la sfida darà una grande mano ai suoi in ottica W.
Occhio all’effetto domino
Ci troviamo di fronte a una partita le cui implicazioni potrebbero essere enormi. Qualora Miami vincesse, si tirerebbe un bel sospiro di sollievo e si rinnoverebbe la fiducia a staff tecnico e giocatori, tanto da parte dei tifosi, quanto da parte della dirigenza.
Viceversa, una sconfitta metterebbe probabilmente in moto un domino per il quale la franchigia potrebbe diventare irriconoscibile entro la fine della stagione. Con ogni probabilità numerosi allenatori verrebbero licenziati, numerosi giocatori scambiati e la stessa identità della franchigia verrebbe messa in discussione. Siamo a un crocevia, occorre vedere quale strada Miami prenderà e a cosa porterà.
Tua al centro
Alla luce dei due punti già citati, l’occhio di bue ricade inevitabilmente sul QB. Tua Tagovailoa sarà lo strumento per servire Waddle (punto 1) e per evitare che la stagione di Miami prenda una strada diretta molto a sud (punto 2). Naturalmente, parliamo sempre di uno sport di squadra e Tagovailoa non si è diplomato alla scuola di Harry Potter, dunque non dispone di alcuna bacchetta magica, e potrà fare bene soltanto se sarà attorniato da individui che faranno altrettanto bene. Il ruolo più importante nel football, però, è il suo ed è ora che la offense si faccia vedere.
Con ogni probabilità, Tua giocherà per tenersi il lavoro domenica. Il QB non ha giocato male a Londra ma neanche bene. Il suo intercetto ha del clamoroso: si tratta di una delle peggiori giocate mai viste da un QB in questa stagione, e anche nelle precedenti. Poi ci sono le oltre 300 yards in passaggio e il buon rating, certo, ma la prestazione del numero 1 è stata nella media. Siamo un pò stanchi di performance nella media, non ti fanno vincere nulla. A questa franchigia occorrono campioni e Watson corrisponde alla descrizione. Il solo fatto che si parli con interesse di una trade per un uomo che potrebbe finire in carcere, la dice lunga su quanto abbia convinto Tagovailoa. Parliamo di una quinta scelta assoluta che non ha ancora dimostrato di valere quella selezione. Da un ragazzo chiamato così alto ci si aspetterebbe ben di più; soprattutto perché tutti vediamo come giochi Justin Herbert a Los Angeles e ci ricordiamo che lo abbiamo scartato per il mancino da Alabama.
Tanto passa da questa partita. Forse persino troppo per essere una sfida di fine ottobre. Forza Dolphins.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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