Touchdown logo

I Browns vincono ancora: battuti i Colts 39-38

Prima vittoria esterna stagionale dei Browns che ad Indianapolis riescono a portare a casa una partita in bilico fino alla fine. Garrett e Hunt protagonisti di giornata.

Photo Credit: clevelandbrowns.com

Un’altra partita di sofferenza. Un’altra partita al cardiopalma. Un’altra vittoria per i Cleveland Browns. La seconda consecutiva. La quarta in sei partite. La prima stagionale in trasferta. Una vittoria arrivata al culmine di una gara combattutissima contro gli Indianapolis Colts, costellata di errori e di penalità impattanti. Una partita che i Browns hanno rischiato di perdere ma che alla fine sono riusciti a portare a casa. Il record ora recita 4-2: va benissimo così.

Signore e signori: Myles Garrett

Se i Cleveland Browns sono riusciti ad andarsene da Indianapolis con una W in tasca, lo devono al fenomeno con la maglia numero 95 e che risponde al nome di Myles Garrett. La OL dei Colts e Gardner Minshew lo sogneranno a lungo nelle prossime notti insonni. Garrett ha dominato la partita difensivamente, chiudendo con 9 tackle, 2 sack, un “tackle for loss”, un fumble forzato e un field goal bloccato: instoppabile. Ci ha pensato lui a togliere le castagne dal fuoco alla difesa dei Browns che, come collettivo, non si è dimostrata all’altezza della situazione, subendo sia il gioco di corsa dei Colts, sia i lanci di Minshew: 456 sono state le yard conquistate dai Colts, dopo che nella prime 5 partite la difesa dei Browns aveva concesso agli avversari solamente 1002 yard in totale. Simbolo di una giornata storta per gli uomini di Jim Schwartz e frutto di errori di posizionamento inconcepibili a certi livelli per una squadra che punta ai playoff. Vedere per credere il touchdown segnato da Downs per il 7-7 Colts (dopo il vantaggio iniziale Browns firmato da Ford), il touchdown di Minshew del 14-7 con corsa indisturbata in end zone dalle 17 yard e il touchdown di Pittman del 38-33 con lancio dalle 75 yard di Minshew. In tutte e 3 queste segnature dei Colts sono stati evidenti gli errori di posizionamento e la mancata comunicazione tra i giocatori del reparto difensivo di Cleveland: tutti dejavu della passata stagione. Su questo aspetto Jim Schwartz dovrà ancora lavorare. Ovviamente, però, avere un Myles Garrett in questo spolvero aiuta ad apportare al meglio le correzioni. Anche perché, da leader difensivo, Garrett trascina poi altri singoli ad alzare il livello delle proprie prestazioni: anche Smith e Elliot hanno contribuito con un sack a testa, Ward ha sfoderato un gran intercetto sul 27-21 che ha poi portato i Browns sul 30-21 grazie al field goal seguente, Fields ha messo a segno un touchdown dopo il sack con fumble forzato di Garrett su Minshew in end zone. Insomma, se collettivamente la difesa dei Browns ha deluso e ha lasciato troppo spazio ai ricevitori e ai due running back dei Colts (75 yard e un touchdown per Taylor, 57 yard per Moss), delle buone prestazioni individuali (ad accompagnare la prestazione dominante di Garrett) hanno sopperito agli errori di reparto e consentito ai Browns di tenere in bilico la partita fino alla fine.

Il ritorno di Kareem Hunt, la precisione di Hopkins

Si può criticare un attacco che mette comunque 39 punti sul tabellone? Nì. Nel senso che entrambi i quarterback in campo ad Indianapolis non hanno entusiasmato. Deshaun Watson è rientrato dopo l’infortunio alla spalla che gli ha fatto saltare 2 partite ma è rimasto in campo solamente il tempo di 6 giochi: uscito dopo aver battuto la testa a terra su un lancio intercettato, Watson, nonostante fosse poi stato dichiarato fuori dal regime “concussion”, è rimasto comunque in panchina tutta la partita per scelta di coach Stefanski che, come ha spiegato nel post gara, ha preferito non rischiare il ragazzo ed evitare di compromettere la stagione. Spazio dunque di nuovo a PJ Walker che, però, ha deluso anche ad Indy: 15 completati su 32 tentativi, 178 yard guadagnate, un intercetto, 2 sack subiti. Se i Browns sono riusciti a portare a casa la vittoria devono ringraziare il proprio gioco di corsa: Ford, come detto, aveva aperto le marcature con una corsa da 69 yard, ma il vero protagonista in attacco per Cleveland è stato Kareem Hunt. Dopo un’estate passata a lavorare da solo ed un reintegro in roster a partire da Week 3, Hunt è tornato ad essere un fattore per i Browns: prima ha siglato il touchdown del 14-14, poi quello della vittoria a 13 secondi dalla fine della partita. Bentornato Kareem!
E che dire poi di Hopkins, capace di infilare 2 field goal dalle 54 yard, un field goal dalle 44 yard e un field goal dalle 58 yard (il più lungo della sua carriera). Per l’ex kicker dei Chargers è stata la quinta partita consecutiva con almeno un field goal da oltre le 50 yard a segno: un record per la NFL. Dopo tanti anni, si può dire che i Cleveland Browns hanno finalmente un kicker.

Correggere gli errori e andare avanti

Come detto, essere 4-2 di record è una buonissima sensazione per i Cleveland Browns, considerando che le ultime due partite, contro i 49ers e contro i Colts, sarebbero potute andare diversamente. Stefanski contro i Colts ci ha messo del suo, soprattutto nell’ultimo drive, culminato poi nel touchdown di Hunt: trovarsi ad una yard dalla end zone (grazie anche a due penalità dubbie comminate ai Colts) e continuare a chiamare i lanci per 3 giochi di fila nonostante la brutta giornata di PJ Walker, è stato puro masochismo; fortunatamente è bastato un tentativo ad Hunt per sfondare in touchdown. Però sono queste piccole cose che potrebbero fare la differenza con il prosieguo della stagione.
Comunque, “a win is a win”, soprattutto in una AFC North combattutissima. I Ravens continuano a vincere con Lamar Jackson in versione MVP, gli Steelers restano sempre a galla, i Bengals hanno avuto il bye per ricompattarsi e presentarsi al meglio per la seconda parte di stagione. I Browns però sono lì e hanno tutta l’intenzione di rimanere attaccati al treno playoff fino a gennaio.

Please follow and like us: