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Shut up! Parla Peppers

Welcome Home “Judas” Pepper! Con questo striscione i tifosi dei Carolina Panthers hanno accolto Julius Pepper al rientro al “Bank of America Stadium” di Carlotte in North Carolina. Peppers aveva lasciato i Carolina Panthers per trasferirsi a Chicago la scorsa free agency, convinto da un sontuoso contratto da 91.5 milioni di dollari per 6 stagioni, […]


Julius Peppers (#90) zittisce il pubblico dei Carolina Panthers (AP Photo/Chuck Burton)

Welcome Home “Judas” Pepper!
Con questo striscione i tifosi dei Carolina Panthers hanno accolto Julius Pepper al rientro al “Bank of America Stadium” di Carlotte in North Carolina. Peppers aveva lasciato i Carolina Panthers per trasferirsi a Chicago la scorsa free agency, convinto da un sontuoso contratto da 91.5 milioni di dollari per 6 stagioni, cosa che non lo ha giustificato agli dei tifosi che si son sentiti traditi dall’abbandono del loro concittadino.

Peccato che l’atteggiamento ostile della sua ex tifoseria abbia scatenato, se mai ce ne fosse stato bisogno, la bestia da competizione che è Peppers. Che si manifestata, al suo massimo splendore, nel primo quarto: mancano 6’26’’ alla fine della frazione, i Bears son già in vantaggio 14-3 e Carolina si appresta a giocare un 3 e 11. Clausen in Shotgun riceve lo snap, analizza la difesa e prova un screen sul suo lato destro.

“Giocare un quick screen dal suo lato non è una buona idea” commenterà Fox a fine partita. Quello che non ha notato sono i 128kg distribuiti su 205 cm in maglia blu #90 che, dopo aver schiantato il pietoso tentativo di blocco basso del RT Schwartz, gli stanno piombando addosso. Clausen prova lo stesso a lanciare, Peppers defletta la palla che si impenna e poi la cattura con una ricezione a pochi centimetri dal terreno degna del miglior Jerry Rice. Rialzatosi si dirige verso il pubblico e portandosi il dito alla faccia zittisce i contestatori.

Shut up, parla Peppers!
Trascinati dalla furia agonistica di Peppers tutto il resto della difesa Bears gioca una partita super. Altri due intercetti di Urlacher e Tillman, 5 sack, 3 di Idonije (più 1 fumble forzato e 7 tackel) uno di Briggs (uscito nel secondo tempo per un problema alla caviglia) e uno di Tinoisamoa, concedono solo 8 primi down e la miseria di 147 yd di total offence. Una prestazione alla Giants…

Luci e ombre invece per l’attacco di Chicago. Splende Matt Forte che corre 22 volte guadagnando 166 yd e marcando 2 TD. Ottimo l’apporto del kicker Robbie Gould: 3/3 nei field goal (da 28, 53 e 43 yd) più 2 PAT. Ombre, nerissime, in cabina di regia. Quel che resta del reparto (Cutler ancora fuori, dopo il massacro newyorkese) riporta alla mente il fantasma di Rex Grossman, capace contro i Packers di 2 completi e 3 intercetti (!).

Collins completa solo 6 volte per 32 yd con 0 TD, 4 Int e 3 fumble, Hanie 2/3 per 19yd. Dura la vita del Qb in Illinois. Non va meglio in North Carolina: Clausen fa 9/22 per 61 yd (meglio di tutto il reparto avversario) 0TD e 1 Int, Moore 5/10 per 35 yd 0 TD e 2 Int. Sommando le statistiche dei 4 QB scesi in campo si ottiene un misero 22/51 147yd 0 TD 7 INT 3 Fumble. Laconico il commenti di sua maestà Dan Marino, leggendario Qb dei Miami Dolphins ora analista CBS: “Questa è la peggior partita giocata da due (in realtà 4, ndr) quarterback nella storia della NFL. ”
Chicago dimentica nel migliore dei modi la disfatta di New York della scorsa settimana e riparte spedita verso la post season dalla vetta della NFC North, Carolina alla quinta sconfitta consecutiva adesso avrà il bye e devrà trovare la forza di reagire e dare una svolta alla stagione.

“Gimli”

Foto credit: AP Photo/Chuck Burton

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