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Non è bello se non è difficile: i Dolphins tornano alla vittoria
MiDolphins e Bills si inseguono, si superano e si combattono. Alla fine sono i padroni di casa a spuntarla, ma i troppi falli preoccupano.
La partita tra Miami Dolphins e Buffalo Bills vede incontrarsi due squadre che hanno poche speranze di giocare ai playoff, ma non vogliono smettere di sognare. Aldilà dell’ottica playoff, comunque, all’Hard Rock Stadium si affrontano due rivali divisionali, dunque la partita è un incontro must win per entrambe le franchigie. I padroni di casa sfoggiano le loro throwback uniform, con il delfino dotato di casco che salta di fronte al sole, uno stemma che ci riporta sempre con la mente ad annate migliori, quando i Fins erano costantemente tra le squadre più vincenti della lega; sic transit gloria mundi. Non serve a niente, comunque, rivangare il passato, andiamo dunque subito al recap del match.
Un buon inizio
I Dolphins hanno sempre avuti problemi sul primo possesso delle loro partite, sia questa stagione sia nella scorsa, ma ciò sembrerà difficile da credere a chi non segue abitualmente il team e si trova a seguire per caso questa gara, perché Adam Gase e Ryan Tannehill intavolano un drive fluido ed efficace, soprattutto sui lanci: DeVante Parker si guadagna un primo down, poi Kenny Stills fa lo stesso, Brice Butler ha poi modo di ricevere la sua prima palla da Dolphin (il ragazzo è in squadra da un paio di settimane), e un primo down lo regalano i Bills grazie ad un fallo per roughing the passer su Tannehill. Arriva anche un primo down su corsa e lo firma il giocatore che non ti aspetti, Brandon Bolden, RB che viene impiegato soprattutto nello special team, Miami arriva in end zone e Tannehill lancia profondo per Parker che riceve: 18 yards e TD per i padroni di casa. Non si notano, durante il possesso, le assenze di Danny Amendola e del C titolare – da quando si è infortunato Kilgore – Travis Swanson, rimpiazzato oggi da Jake Brendel.
Dopo quest’ottimo inizio, però, i Bills s’incattiviscono, soprattutto in difesa, e costringono Miami a due punt consecutive, grazie anche ad una bella serie di sack sul QB.
Un difficile periodo
Il secondo quarto si apre con i Bills in possesso che sfruttano al massimo le corse, grazie alle buone iniziative dei 2 RB LeSean McCoy e Chris Ivory e al coraggio del QB Josh Allen, che non ha mai paura di correre, ovale in mano, per cercare il primo down. Una bandiera gialla per pass interference porta i Bills sullo zerbino di Miami e da quella posizione, in un paio di giochi, Allen riesce a trovare il suo ricevitore Jones in meta, per i 6 punti di Buffalo, che resteranno tali in quanto Steven Hauschka sbaglia il PAT.
L’attacco di Miami sembra però essersi seduto dopo il primo possesso e, infatti, esce dal campo dopo 3 giochi. Anche l’attacco di Buffalo dura poco, a causa di un fumble di Ivory che, pur non perdendo il possesso, lascia l’ovale troppo lontano dalla linea del down per dare modo al suo QB di convertirlo.
L’importanza dello special team
Ancora una volta, come spesso è accaduto nel corso di questa stagione, è l’unità dei ritorni che si dimostra efficace per i Dolphins. Sul punt che chiude il possesso dei Bills, Charles Harris riesce a deviare la palla e regalare ai suoi compagni dell’attacco una buona posizione. Purtroppo, però, l’attacco non è in grado di sfruttarla e, dopo una bella azione in wildcat formation, che fa correre Kalen Ballage, partente dalla posizione di QB, per 8 yards, seguono due penalità per holding e una sack di Matt Milano che uccidono il drive. Dal punt di Matt Haack però, nasce una nuova opportunità d’attacco per Miami, perché l’ovale rimbalza sul ritornatore di Buffalo e poi viene ricoperto da Bolden, i Fins possono attaccare da ottima posizione.
Tannehill lancia per Butler in primo down, la squadra sale lungo il campo, mescolando bene corse e passaggi, come i tre consecutivi che trovano prima Frank Gore sulle 10, poi Parker sulle 4 ed infine Kenyan Drake in meta: i Dolphins aumentano il loro vantaggio e si portano sul 14 a 6.
La reazione di Buffalo e rabbiosa e precisa, ma il cronometro non perdona: il primo tempo si chiude qui, con un intercetto di Xavien Howard sul lancio di Hail Mary tentato da Allen quando il timer del tabellone stava avvicinandosi ai quattro zeri.
Il racconto del terzo quarto
Sono gli ospiti a partire con il possesso nel terzo periodo e lo gestiscono bene. Allen dirige con compostezza e l’orchestra dei suoi compagni lo segue bene, il solista è il FB Patrick DeMarco, che riceve e corre con l’ovale per 38 yards. Al concerto partecipa però anche la difesa di Miami, che blocca gli avversari costringendoli al kick. Hauschka lo realizza e accorcia le distanze di 3 punti.
Seguono tre punt sui successivi tre possessi, due per i padroni di casa e uno per gli ospiti. Con i Bills di nuovo in possesso palla, a Kiko Alonso viene chiamato il nuovo fallo tanto temuto, l’inizio di contrasto con il casco abbassato; tale penalità costa ben 15 yards a Miami e vale un primo down Buffalo. Prima del termine di un noiosetto terzo quarto c’è tempo per due giochi di sana follia che tanto ci ricordano domenica scorsa ad Indianapolis. Allen lancia e viene intercettato, indovinate da chi? Dal solito numero 25, X Howard. Tannehill vuole però essere solidale e fa subito altrettanto: prova un lancio lungo di quelli che mai ha saputo fare e, infatti, viene intercettato da Micah Hyde. Back to back interceptions e attacco dei Fins che dopo il coma del secondo quarto, muore del tutto nel terzo, incapace di segnare un solo punto nel periodo.
Quindici minuti per la gloria
Il miglior modo di mettere a frutto l’intercetto è segnare e i Bills lo sanno; chiedere a Zay Jones per conferma. Il ricevitore realizza il suo secondo TD di giornata a coronamento di una buona azione offensiva aiutata anche da una sciocca penalità per facemask chiamata a Howard. Dopo il TD, un non soddisfatto Jones trasforma anche la conversione da 2 punti e mette i suoi sopra di 3 punti, all’inizio del quarto quarto. I Dolphins, ancora una volta, stanno gettando via una partita. Ce la faranno a recuperarla?
Forse per rispondere alle critiche della scorsa settimana, Gase chiama molti passaggi per iniziare il possesso, e ha la fortuna di guadagnare un lungo primo down a causa di un’interferenza chiamata al difensore Milano. Una bella mano a Tannehill, poi, la dà anche l’ex di turno Jordan Phillips, da qualche settimana giocatore dei Bills, che commette un brutto fallo per condotta antisportiva ai danni di Drake al termine di un’azione nella quale, tra l’altro, aveva pure fatto una buona giocata. Questa sciocchezza costa 15 yards a Buffalo, mette i Dolphins sulle 13 yards offensive e consente a Stills di ricevere in meta, con un grande gesto atletico, un buon lancio del suo QB. Miami si riporta sopra.
Buffalo vuole rispondere e Allen mostra tutte le sue capacità – ed i suoi limiti – sulle corse è inarrivabile, velocissimo, supera agilmente le 100 yards nella gara e nessuno riesce a fermarlo; sui lanci, invece, mostra coraggio, ma non è altrettanto efficace. Finalmente i Fins trovano un sack, l’autore è Bobby McCain che brucia tutti e trascina a terra il rookie QB, aprendo la strada ad un’altra ottima giocata, questa volta di Robert Quinn, il quale arriva a toccare Allen e gli fa perdere l’ovale, i Bills lo ricoprono prontamente, ma lasciano ad Hauschka un calcio non semplicissimo. Il kicker, infatti, lo sbaglia.
Lo stadio a questo punto si scalda perchè i Fins hanno 3 minuti e mezzo da giocare con il possesso palla. riescono a consumarne però solo uno, in quanto coach Sean MacDermott chiama due timeout, consumando tutti quelli che aveva a disposizione.
Il finale si preannuncia incandescente perchè i Bills trovano due importanti primi down prima dell’avviso dei due minuti e accorciano molto il loro campo. Tatticamente ora MacDermott potrebbe fare esattamente come Reich domenica scorsa, ovvero segnare senza lasciare tempo ai Dolphins di rigiocare l’ovale, ma gli serve un TD per vincerla.
Il sogno rimane però tale perché i Bills sfiorano il big play su due lancioni consecutivi di Allen; il primo dei due viene cancellato dalla prova tv, la quale annulla una ricezione del solito Zay Jones sulle 3 offensive. Il secondo invece era un lancio diretto in meta, da quarto tentativo e 11, che non riesce per un soffio a trovare il ricevitore cercato. i Fins possono tirare un grande sospiro di sollievo, perchè la partita di fatto si chiude qui (Tannehill non farà altro che inginocchiarsi due volte, nel suo ultimo possesso).
Miami ha messo insieme una buona prestazione, tutto sommato, pur facendo volare davvero troppe bandiere gialle. Certo, un pò di nervosismo è normale quando si affronta un rivale divisionale, ma i falli non fanno che finire per cancellare le ottime giocate trovate, e questo non è certamente mai positivo. In ottica playoff, nel caso qualcuno ancora ci credesse, i Baltimore Ravens hanno vinto e si trovano ora 7 – 5, in controllo del sesto posto AFC per gennaio; I Colts hanno invece perso (segnando 0 punti) e sono ora 6 – 6, esattamente come Miami.
Angolo delle statistiche: Ryan Tannehill ha lanciato per 137 yards, completando 16 passaggi su 24 di cui 3 TD. E’ stato intercettato 1 volta. Kenyan Drake ha corso 31 yards in 7 portate mentre DeVante Parker ha ricevuto per 43 yards in 4 ricezioni, di cui 1 TD.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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