Touchdown logo

Divisional NFL: Brady monstre! Passano le favorite

I Divisiona della NFL vanno in archivio con le vittorie di tutte le squadre favorite, ma a tenere banco, ancora una volta, è Tom Brady.

Tom Brady divisional 2018 Patriots Chargers

I Divisional dei playoff NFL vanno nel modo in cui ci si aspettava, vincono tutte le favorite ma ad eccezione di New England, tutte hanno faticato, chi più (Saints e Rams) chi meno (Chiefs), ecco come è andato il week end.

Kansas City Chiefs 31, Indianapolis Colts 13

I Chiefs battono i Colts in modo abbastanza netto, nel risultato, ma dopo una partenza razzo (24-0 nel secondo quarto), la squadra lascia, e i Colts prima dell’halftime accorciano (24-7), grazie ad un punt bloccato e ricoperto da Pascal in endzone. La notizia del giorno è che Mahomes per la seconda volta in stagione, mette a segno ZERO touchdown pass ( ma ne segna uno su corsa), era successo solo una volta quest’anno, contro i Jacksonville Jaguars alla quinta giornata di campionato, ma anche in quell’occasione i Kansas City portò a casa il risultato (30-14). Mahomes non ha segnato ma è stato comunque il faro del team, ha saputo dare i palloni giusti al momento giusto, e non ha mai subito psicologicamente la pressione dell’esordio nei playoff. Nonostante i 4 sack subiti infatti il quarterback dei Chiefs non ha lanciato intercetti, e anzi, in più di un’occasione è riuscito a liberarsi, con successo, del pallone, anche con i difensori addosso.

La partita tuttavia è crollata dopo l’halftime. Solo i Colts hanno provato a giocarla davvero, mentre i Chiefs si sono “spenti”, anche se tuttavia la difesa ha saputo ben contenere uno sfortunato Andrew Luck, che oltre ai 3 sack subiti è stato tenuto sotto pressione dalla pass rush avversaria quasi in ogni drive. A tre minuti dalla fine Luck si sblocca e trova Hilton, Vinatieri sbaglia la trasformazione e i Chiefs restano avanti di 11. Sono proprio i “soli” 11 punti a svegliare (più o meno) i padroni di casa che rientrano in campo con un piglio diverso e con un Damien Williams indiavolato (129 yards su corsa e 25 su ricezione) che corre praticamente in quasi tutte le azioni dell’ultimo drive, consegnando al suo omonimo Darrel (Williams) la giocata finale da 6 yards che chiude definitivamente ogni speranza di Indianapolis.

Nel complesso una partita che sembrava chiusa dopo meno di due quarti ma che i Chiefs non hanno “sigillato” (come spesso è successo quest’anno in altre partite) ed è rimasta sempre “aperta” (quasi), se non altro per la testardaggine di Luck nel tentare una scalata impossibile.

Los Angeles Rams 30, Dallas Cowboys 22

I Rams vincono, e non è una novità, semmai a Los Angeles dovranno trovare invece una soluzione per Jared Goff. La sconfitta contro i Bears il 9 dicembre ha lasciato il segno, e il colpo di grazia contro gli Eagles la settimana dopo ha aperto una problematica che nonostante le due vittorie contro Cardinals e 49ers, e quella di ieri contro i Cowboys, non si è ancora rimarginata.

Goff contro Dallas è stato l’anello debole dell’attacco, che è stato sorretto da uno straordinario CJ Anderson (123 yards e 2 touchdown su corsa) e da un ottimo Todd Gurley (115 yards e 1 touchdown su corsa), che per una volta ha fatto da “spalla” e non da protagonista assoluto. Goff da parte sua ha chiuso con un modesto 54% di completi (15 su 28), e 186 yards, senza touchdown e, per fortuna (dei Rams), anche senza intercetti. La prestazione del numero 16 dei Rams non è da vedere nuda e cruda solo nelle statistiche, ma proprio nell’atteggiamento. Il quarterback è sembrato sempre fuori dal contesto, i lanci sbagliati sono stati spesso dei brutti lanci, nemmeno vicini al target di riferimento. Nel complesso ha dato la sensazione di non essere mai in grado di vestirsi da leader come ha fatto per quasi tutta la stagione, brutto segno per i Rams.

Dallas da parte sua ha fatto la sua onesta partita, mettendo spesso in difficoltà la tenace difesa gialloblu e rischiando di andare a prendersi un possibile overtime, quando a 5 minuti dal termine ha segnato con Prescott il touchdown del 22-30, portando il gap a soli 8 punti.

L’intesa Prescott-Cooper funziona eccome, ed Elliot sembra tornato quello della prima stagione. Se i Rams non avessero avuto Anderson e Gurley a mangiare il tempo, probabilmente oggi staremmo parlando di altro. Partita vinta dalla squadra più forte, ma in campo i valori sono sembrati in equilibrio.

New England Patriots 41, Los Angeles Chargers 28

Regola aurea della NFL: mai dare per morti i Patriots (di Tom Brady)! New England spazza via i Chargers in meno di mezza partita chiudendo all’intervallo sul risultato di 35-7 e segnando praticamente in ogni drive della prima metà della gara. A dire il vero il quinto drive si sarebbe chiuso con un punt per Brady & Co., ma Desmond King perde palla e McClellan la ricopre sulle 35 Chargers dando ai Patriots la possibilità di mettere una pietra tombale sull’incontro.

Miglior giocatore della partita, neanche a farlo apposta, è Tom Brady, che ha messo a statistiche solo 1 touchdown pass ma è stato chirurgico nel gestire l’attacco, quasi perfetto potremmo dire, mandando a segno 34 passaggi su 44 (77%) per 343 yards, mostruoso se paragonato ad un Phillip Rivers che ha chiuso con 331 yards, 3 touchdown pass e 1 intercetto, ma il quarterback dei Chargers ha fatto bottino praticamente nel garbage time, quando New England ormai con il risultato in cassaforte non ha più spinto e ha lasciato che gli avversari giocassero e facessero terminare il tempo.

Rivers infatti per quasi 3 quarti è stato letteralmente malmenato dalla difesa dei Patriots, schierata in “aggressive mode”, ed ha anche portato a casa un paio di penalità (una forse generosa) tra le mille proteste verso la sua linea (e verso gli arbitri), per il trattamento che ha ricevuto per tutto l’incontro. Il quarterback dei Chargers ha comunque chiuso con meno del 50% di completi (25 su 51), e fin dall’inizio del match non ha saputo gestire la pass rush (a livello mentale), iniziando a buttare palloni ovunque, senza però trovare i suoi ricevitori.

Tra i migliori in campo, Brady a parte, si segnala per l’ennesima volta il running back Sony Michel, che con 129 yards e 3 touchdown su corsa è stato il pilastro dell’attacco sul quale “The GOAT” ha costruito la vittoria.

Per l’anello i Patriots ci sono, i Chiefs (e gli “eventuali” avversari del 3 febbraio) sono avvisati!

New Orleans Saints 20, Philadelphia Eagles 14

Nelle ultime partite di regular season i Saints sembravano aver cominciato a tirare i remi in barca, forse per riposare e recuperare le forze in vista della post season, ma anche contro gli Eagles per metà partita è sembrato che i Saints fossero ancora a “riposo”.

Stavolta il miracolo a Foles non è riuscito, e dopo un doppio colpo “quasi mortale” che vedeva il primo quarto di gioco chiudersi sul 14-0 per gli Eagles, è bastato un intercetto per invertire l’inerzia della partita. Da un possibile colpo da KO, il terzo drive di Philadelphia è stato il trampolino di lancio per la rimonta di New Orleans. Foles dalla proprie 46 fa partire un lancio lungo per il suo tight end Zack Ertz, che però viene carpito da Lattimore con un’ottima scelta di tempo. Lancio non irresistibile per il “bello d’inverno” [cit. Ruben Novello], ma tutto sommato l’impresa l’ha fatta il numero 23 dei Saints, perchè una ricezione di Ertz probabilmente avrebbe portato all’ennesimo touchdown per Philadelphia, e forse avrebbe spento, psicologicamente, anche Brees e compagni.

Foles tuttavia ci ha riprovato nell’ultimo drive, sul 14-20 per i padroni di casa, e anche qui è arrivata “l’impresa”, con l’intercetto di… guarga un po’, ancora Marshon Lattimore, stavolta su un pass che è schizzato via dalle mani di Alshon Jeffery e preso con un balzo felino dal cornerback n.23 in maglia nero oro.

Possiamo definire Marshon Lattimore l’eroe della partita? Si assolutamente, perchè come nel secondo, anche nel quarto quarto ha salvato il risultato. Se il pallone avesse toccato terra sarebbe stato un incompleto, e Philadelphia avrebbe avuto da giocarsi un 3° & 10 sulle 27 avversarie, con tutta l’inerzia dalla propria parte, e solo 2 minuti sul tabellone. Un’eventuale conclusione in endzone del drive avrebbe di fatto tagliato le gambe ai Saints, invece l’intercetto (o la mancata ricezione, fate voi), ha chiuso l’incontro, un incontro troppo equilibrato per quello che erano i valori “sulla carta” dei due team.

I Saints avanzano alla finale di conference, ma senza fuochi d’artificio, nonostante il 28 su 38 con 301 yards e 2 touchdown di Brees, che è sembrato ispirato “a tratti”, ma che troppo spesso ha cercato solo sul profondo invece che gestire il gioco aereo sul medio-corto. New Orleans tenuta in gara principalmente dai due running back Kamara e Ingram (124 yards in due), dalla difesa e dal wide out Michael Thomas, autore di una prestazione mostruosa (171 yards in 12 ricezioni e 1 touchdown), che in tante occasioni ha sopperito con la sua abilità su alcuni lanci non proprio ortodossi. Forse, appunto, i padroni di casa erano ancora in modalità riposo, perchè avrebbero dovuto (e potuto) fare di più.

Please follow and like us: