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Una sfida da vincere: preview di Miami Dolphins – New York Jets

Domenica andrà in scena il nuovo capitolo della decennale sfida Dolphins – Jets. Le squadre si equivalgono e la rivalità divisionale è sentita.


Lo stato della franchigia

Siamo alla week 9, il giro di boa di questa stagione NFL, la settimana centrale. Dovrebbe essere il periodo in cui le squadre e i tifosi fanno calcoli per verificare quali siano, effettivamente, le proprie possibilità di disputare partite nei playoff, di come sia andata la stagione fino a questo punto e di quali siano le domeniche da segnare in rosso sul calendario, nelle quali ottenere le vittorie che aprano le porte al football che conta, quello giocato in gennaio.

La situazione dei Miami Dolphins non è proprio questa, i playoff li guarderemo tutti dal divano, sia giocatori che tifosi, sperando che in quelle settimane il front office lavori ininterrottamente, valutando i migliori talenti disponibili al draft e muovendosi con scaltrezza in free agency. Valutazioni su questo campionato è meglio non farne: la squadra ha disputato 7 partite e le ha perse tutte, molte delle quali con estremo demerito.

Le uniche motivazioni di questa stagione sono ormai l’inseguimento della prima scelta assoluta ad aprile e la vittoria di qualche sfida, anche solo per fare morale. Questi due obiettivi, naturalmente, sono in conflitto tra loro, poiché per garantirsi la possibilità di chiamare per primi, in una stagione molto polarizzata tra squadre forti e deboli, potrebbe esser necessario un record di 0-16, a Capodanno.

Intanto la franchigia ha cambiato ancora volto, poiché durante gli ultimi giorni in cui era consentito effettuare scambi di giocatori si è scelto di spedire in Arizona il RB Kenyan Drake (che ha debuttato in maniera convincente giovedì notte per i Cardinals, in una sconfitta contro gli imbattuti San Francisco 49ers) e ha firmato l’esperto CB Aqib Talib, arrivato da LA insieme ad una pick condizionale, in cambio di un’altra pick condizionale. Drake è un ottimo giocatore, ma difficilmente avrebbe rinnovato a Miami; Talib è stato un grande CB, ma ormai ha una certa età ed è nella lista degli infortunati, non sappiamo se giocherà mai un solo snap a Miami (il suo contratto scade al termine della stagione), ma diciamo che il vero valore della trade sta, naturalmente, nella pick.

Tralasciamo comunque, per il momento, speculazioni che non sono di attualità ad inizio novembre e concentriamoci sulla partita che contrapporrà i Dolphins ai loro rivali divisionali, i New York Jets.

Una vecchia conoscenza

I Jets ci ricordano molto i Fins della scorsa stagione: sono partiti inseguendo il sogno di una stagione di soddisfazioni, con un QB giovane e destinato a lasciare la sua impronta nella lega come Sam Darnold, un parco ricevitori guidato da Demaryus Thomas e Robby Anderson, certamente non due brocchi, un interessante TE come Chris Herndon, un outsider come Jamison Crowder, capace di ottime giocate quando in giornata, una difesa ancorata alle prestazioni di Jamal Adams, Trumaine Johnson e C.  J. Mosley, nella quale figura anche una matricola da seguire attentamente come il DT Quinnen Williams e soprattutto quella che è, probabilmente, la principale mossa della passata offseason: un’impareggiabile arma offensiva come il RB Le’Veon Bell.

Con questi nomi e uno staff di allenatori nuovo, a New York ci si aspettavano buone cose ad inizio campionato; esattamente come accadde a Miami nel settembre 2018. Poi però, proprio come con i Dolphins 2018, ad un paio di mesi di distanza, ecco che la squadra si trova in una posizione diametralmente opposta a quella delle aspettative; un attacco sterile, con Bell che non riesce ad incidere e Darnold che, per sua candida ammissione, vede i fantasmi e non solo ad Halloween, oltre ad una difesa stagnante e ben poco brillante. Così come è successo per i Dolphins dell’anno scorso, il principale responsabile è ritenuto il capo allenatore, che guarda caso è proprio lo stesso dei Dolphins dell’anno scorso: Adam Gase.

Dolphins speranzosi

Nonostante un injury report non proprio incoraggiante, i Fins, che torneranno a giocare in casa, vogliono giocarsela con una squadra di pari livello – almeno a livello di record – come questi Jets. Non potranno essere della gara alcuni uomini chiave come Xavien Howard, messo in IR, la cui stagione potrebbe essere già terminata a causa di un acuirsi di un infortunio subito qualche settimana fa (o a causa di una scelta ponderata di una società votata al tanking più estremo che si priva volontariamente del suo miglior giocatore, secondo le malelingue); oltre a lui saranno fuori dalla partita anche Ken Webster (CB) e, con tutta probabilità, la S Reshad Jones ed il C Daniel Kilgore, entrambi doubtful to play nel momento in cui scrivo. Potrebbe fare la sua prima apparizione in verde acqua il CB Ken Crawley, fresco arrivato dopo 3 stagioni e mezzo a New Orleans. I Jets hanno numerosi giocatori in dubbio per la partita, ma devono ancora rilasciare un injury report definitivo, al momento.

Per riuscire a far felici i tifosi di casa, Miami dovrà rimanere concentrata ed attenta per tutta la partita: diversamente da come ha fatto nelle uscite precedenti, quasi tutte durate soltanto 30 minuti dal momento che, nel secondo tempo, la squadra è quasi sempre naufragata, non riuscendo ad attaccare e segnare. La curva delle prestazioni del team è però in salita, rispetto alle prime, imbarazzanti, sfide della stagione, in cui la squadra non ha soltanto perso, ma è stata proprio massacrata, le ultime tre uscite contro Washington, Buffalo e Pittsburgh sono state più equilibrate, ma l’incapacità cronica dei Dolphins di chiudere adeguatamente i propri possessi ha significato altre tre sconfitte.

Nel suo settimanale incontro con la stampa, il capo allenatore Brian Flores ha lodato la disciplina di Miami, dal momento che i Dolphins sono la squadra che ha finora concesso meno yards di penalità (319) e il minor numero di falli (39, a pari merito con la difesa perfetta di San Fran) e ha poi aggiunto di aspettarsi ora più fisicità ed intelligenza, perché sono queste le qualità con le quali si possono vincere partite. Se i giocatori lo ascolteranno, magari domenica sera potremmo festeggiare; in caso contrario sarà una nuova L per i delfini. La partita è alla nostra portata, ma per riuscire a vincere bisogna aver voglia di vincere, innanzitutto. Forza Dolphins.

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