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Racconto in due parti: recap di Miami Dolphins – Cincinnati Bengals
I Miami Dolphins faticano, specie all’inizio, ma infine hanno la meglio sui Cincinnati Bengals. La partita è fisica e nervosa, anche troppo, ma arriva una W necessaria
La scelta del titolo di questo articolo si deve al fatto che l’importante sfida tra i Miami Dolphins e i Cincinnati Bengals andata in scena domenica 6 dicembre all’Hard Rock Stadium è stata, di fatto, una partita molto diversa tra primo e secondo tempo. Definisco il match come importante perché esso serviva a mantener vive le speranze di playoff di Miami, nel caso in cui i padroni di casa avessero vinto. È andata proprio così, con i Dolphins che sono riusciti ad imporsi in una gara che, più che per il risultato finale non troppo sorprendente, sarà probabilmente ricordata per penalità e risse in campo. Ripercorriamo quel che è accaduto.
Un inizio poco entusiasmante
La serata – italiana – della sfida parte piuttosto male per i padroni di casa. Dopo i primi due possessi di studio, i Bengals che sono partiti in attacco cominciano ad ingranare: Tee Higgins, il WR matricola che si sta guadagnando sempre più attenzione a Cincinnati e in tutta la lega, guadagna due primi down consecutivi. Vedendo ciò, il QB Brandon Allen si ingolosisce e tenta un lancio lungo, proprio dove lo aspetta Xavien Howard. Per il sensazionale CB sono 8 intercetti in stagione. Ovviamente X guida la classifica di lega riservata agli INT e, con questa giocata, raggiunge il suo season record di 2 stagioni fa. Miami sceglie di tenere Jesse Davis, lineman offensivo, in panchina, date le sue non ottimali condizioni, e schiera 3 rookie nel pacchetto di protezione per il QB: Austin Jackson, Solomon Kindley e Robert Hunt. Nel possesso si vede Lynn Bowden – il quale non ha mai trovato troppo spazio dopo essere arrivato in Florida, prima dell’inizio del campionato – che guadagna un primo tentativo ma poi il drive muore e Matt Haack deve andare al punt.
In attacco ci sono di nuovo i Bengals e questa volta fanno davvero male. Arriva un bellissimo big play, che non pensavamo questi avversari, modesti e ridimensionati – causa importanti infortuni – come sono, avessero nelle loro corde. Allen vede Tyler Boyd sulla sinistra, il ricevitore, velocissimo, danza sulla sideline e, a causa anche di una copertura sbagliata di Byron Jones, si invola verso la linea di meta. Sarà un TD lungo 72 yards che varrà il 7 a 0 per Cinci. Complimenti ai Bengals per la giocata. I Fins sono chiamati a rispondere e si fanno vedere con due primi consecutivi, entrambi firmati da Lynn Bowden – il primo su ricezione e il secondo in corsa – con un’invenzione dello special team Miami trova il TD ma esso viene annullato a causa dell’errore di Hunt. Il rookie, in linea, si dimentica di rendersi ricevitore eleggibile e dunque viene fischiato un fallo per formazione irregolare. Ci mette una pezza allora Jason Sanders realizzando un FG.
Segue un punt Bengals. I padroni di casa, i quali hanno un endemico problema con le corse, si affidano al rientrante Myles Gaskin, il quale riesce a correre per 16 yards. La corsa successiva, portata dal WR Jakeem Grant, vale 20 yards. Un fumble un pò dubbio vanifica il TD Miami e i Dolphins sono costretti al punt. Miami è stranamente molto fallosa e questo agevola non poco gli avversari nel loro possesso successivo. Dopo tre primi down arrivati su tre bandiere gialle, Cinci connette: primo down Giovani Bernard, altro primo per il TE Drew Sample, poi lo stesso fa Higgins. Di nuovo Bernard resetta il conteggio dei down e, infine, abbiamo un appetizer di quello che avverrà nel secondo tempo: sulla sideline, X Howard e Tyler Boyd alzano la voce prima e poi anche le mani. Non sembra più di un piccolo screzio ma l’arbitro è irremovibile: entrambi sono squalificati per l’intero match e possono andare a farsi la doccia. Decisione forse esagerata ma Miami ci guadagna anche qualcosa: la posizione della palla sul campo viene arretrata e il tentativo di FG di Randy Bullock si complica. Il kicker, infatti, lo sbaglia e non riesce a portare punti alla propria causa. Dopo l’errore i Fins hanno anche il vantaggio di partire da posizione ghiotta. Il tempo sta però volgendo al termine, per il secondo quarto, e allora si reputa meglio accontentarsi di un calcio. Sanders lo realizza e all’intervallo lungo è 7 a 6 per i Bengals.
Si chiude una mezz’ora poco soddisfacente per Miami. Se la difesa fa il suo, nonostante lo svarione che ha concesso il TD, e lo special team è sempre ottimo, una volta in più l’attacco non si vede. Tua Tagovailoa gioca con una vistosa fasciatura nera al pollice e polso sinistri, la mano con cui lancia, dunque è parzialmente giustificato, eppure la offense è assente anche oggi. Durante l’intervallo sui social l’ambiente vicino a Miami comincia ad acclamare Ryan Fitzpatrick, chiamandone l’ingresso. Nel frattempo, però, nello spogliatoio, Brian Flores striglia i suoi mentre il coordinatore offensivo Chan Gailey disegna nuovi schemi. Entrambi fanno un ottimo lavoro, visto quel che accadrà nella ripresa.
Una squadra molto migliorata
Il secondo tempo inizia molto bene per i Dolphins. L’attacco è lucido, arzillo; Tagovailoa e Gaskin accorciano il campo moltissimo e i padroni di casa si trovano in end zone. Sembra che gli attaccanti siano cambiati e invece sono gli stessi dei primi due quarti, però molto più efficaci. Una ricezione di Mike Gesicki, che si renderà autore di una grande partita, vale un TD lungo 5 yards e porta i Dolphins in vantaggio, per 13 a 7 dopo il PAT. Gli ospiti devono puntare e, piano piano, cominciano a sparire dal campo, forse contagiati dalla stessa malattia che limitava l’attacco avversario nel primo tempo. I padroni di casa sono più convinti adesso. Certo, Tua e il suo reparto non impressionano ma fanno quel che devono. Grant trova un primo down, poi fa lo stesso Durham Smythe, DeVante Parker li imita e alla fine ci mette il suo zampino – anzi la sua manona, la quale gli regala una ricezione pazzesca – anche Gesicki. Miami è in end zone, da dove ha sempre segnato TD. Non questa volta però, poiché la difesa, attenta, concede solo un FG. Per fortuna abbiamo Sanders che li calcia e li realizza quasi sempre. Non a caso è stato incoronato come miglior giocatore dello special team per i mesi di novembre e ottobre, nella AFC. Sono altri 3 punti per i Dolphins che si prendono il break di sicurezza, lasciando gli avversari a due segnature di differenza.
Nulla da fare per i Bengals, il sack di Kyle Van Noy li obbliga al calcio libero. Gesicki prende un primo, lo stesso fa Tagovailoa su QB scramble, Gaskin poi la mette a un nulla dal primo tentativo ma Flores preferisce essere conservativo. Chiama ancora il numero di Sanders e si concede un altro FG. 4 su 4 in questa sfida per il numero 7, che ha fallito un solo calcio in questa stagione. Il 19 a 7 che il tabellone segna in questo momento, sarà anche il risultato finale. La partita però non è ancora terminata.
Altro possesso Cinci, altro sack. La firma in questa occasione è di Shaq Lawson. I Bengals in attacco non esistono più. Durante il punt, il ritornatore Jakeem Grant viene livellato al suolo, in maniera molto brutta, da un difensore di Cincinnati. Già in precedenza si era visto un fallo simile, estremamente antisportivo poiché il returner ha gli occhi in alto, sulla palla, e dunque non può proteggersi dalla botta che gli arriva, da un avversario lanciato in corsa per giunta. La sideline di Miami a questo punto schizza, come si suol dire. Tutti si alzano e invadono il campo, diretti dal lato opposto per spiegare con veemenza agli avversari che non ci si comporta in questa maniera, per usare una parafrasi; tra i più infervorati ci sono Mack Hollins e Parker, il quale ha un rapporto molto profondo con Grant; entrambi i giocatori saranno squalificati, assieme ad uno di Cincinnati, in seguito a questa scaramuccia. Diventano virali le immagini di Brian Flores adirato, per usare un eufemismo, in mezzo al campo, che urla minaccioso contro gli avversari, mentre un suo assistente e un giocatore dei grossi di Miami lo tengono fermo. Lo stadio si scalda e applaude i suoi per questa dimostrazione di unità. Gli applausi più forti, naturalmente, sono per Coach Flo, il quale non si dimostra impaurito nel difendere a spada tratta i suoi ragazzi, anche a costo di sanzioni o provvedimenti disciplinari. Probabilmente arriveranno delle multe, da parte della NFL, in settimana, poiché la lega non tollera di certo – giustamente – comportamenti antisportivi come questi. Flores non aveva sicuramente bisogno di guadagnarsi altro rispetto da parte dell’ambiente ma, evidentemente, non è riuscito a controllarsi ed è finito per diventare ancor di più un idolo per la sua tifoseria. Difficile non schierarsi con lui visto quanto è accaduto su quel ritorno. Sono sicuro che Stephen Ross, proprietario dei Dolphins, non avrà grosse remore a pagare le eventuali multe che gli arriveranno in settimana; mi auguro però che siano recapitate sanzioni anche in Ohio, data la causa di questo tafferuglio.
Per quanto riguarda gli ultimi stralci del match, non accade più nulla di significativo poiché Cincinnati implode con un Allen sempre meno preciso e in balia della difesa che mette a segno numerose buone giocate: sack per Lawson, sack per Zach Sieler, sack per Van Noy e poi intercetto di Nik Needham ai danni di Ryan Finley, QB di riserva entrato perché Allen cominciava a vedere i fantasmi ma che non ha cambiato granché, ai fini del risultato finale. I Bengals avrebbero la possibilità di tenerla viva a causa di un fumble di Gaskin ma non vi riescono. È game over per Cinci, matematicamente eliminata dai playoff dopo questa sconfitta – nel caso qualche ottimista ci sperasse ancora – mentre Miami tiene viva la rincorsa ai playoff.
Statistiche e impressioni
Nel rientro dopo l’infortunio subito al pollice della mano con cui lancia, Tua Tagovailoa incappa in una partita di alti e bassi. Il QB risente, forse, di due settimane di allenamenti parziali. Nel primo tempo gioca piuttosto male, mentre nel secondo migliora e, di conseguenza, lo stesso fa l’intera squadra. Le sue statistiche dicono che ha completato 26 passaggi su 39 tentati, mettendo a segno 1 TD e raggiungendo le 296 yards aeree. Rientrava anche Myles Gaskin, RB, il quale ha avuto un solido match. Su 21 portate ha messo assieme 90 yards, con una media sopra le 4 yards per carry. Peccato per il fumble ma va detto che il difensore, in quel caso, è stato perfetto con il timing del suo pugno a liberare l’ovale.
Al momento Miami occupa il sesto seed nella corsa ai playoff in AFC. La possibilità di partecipare alle sfide di gennaio, però, dipende dai risultati che i Fins inanelleranno in un mese molto impegnativo come quello di dicembre. Gli avversari si chiamano infatti Kansas City e New England prima di andare in trasferta per il gran finale contro Las Vegas e poi Buffalo, prima dell’Epifania.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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