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Che brutto scivolone: Recap di Miami Dolphins – Indianapolis Colts

Brutta figura per i Dolphins. Con un attacco bloccato, senza idee, vengono sorpresi dai Colts in un upset inaspettato che complica la stagione.


Ci siamo di nuovo. Per il terzo lunedì consecutivo, siamo qui a raccontare di una sconfitta per i Miami Dolphins. Se però quelle arrivate in week 2 e week 3 potevano essere accettabili dato lo spessore dei nemici e le loro condizioni di forma, quella giunta in week 4, in casa, nella celebrazione della carriera di Don Shula, da parte di una squadra che aveva uno score di 0-3 prima di iniziare questa sfida come gli Indianapolis Colts, ci lascia enormemente delusi come tifosi di Miami. Forse persino rassegnati, se guardiamo avanti al calendario.

Una pessima giornata

La partita inizia con i Dolphins in attacco che sembrano essere in grado di rendere onore al leggendario coach Don Shula, ricordato nel corso del weekend tanto dai Dolphins quanto dai Colts a un anno e 5 mesi dalla sua scomparsa, la quale non aveva ancora potuto essere omaggiata a causa del Covid-19, e alle loro uniformi throwback, apprezzatissime da fan e giocatori essendo tra le più affascinanti della lega. Jacoby Brissett muove la palla grazie a una ricezione di Jaylen Waddle, poi prende un primo down in scramble e muove la catena, la quale poi viene però bruscamente arrestata a causa di una penalità fischiata a Austin Jackson per uso illegale delle mani. Il giovane uomo di linea continua nella sua stagione tutt’altro che memorabile. Segue un punt che viene ricevuto malissimo da Nyheim Hines, fumble e palla ricoperta da Blake Ferguson, long snapper di Miami evidentemente efficace anche quando non tiene fermo l’ovale per il suo kicker. Sbaglia però anche l’attacco, con Greg Mancz – per la gara C titolare dato l’infortunio di Michael Deiter – che snappa male costringendo il suo QB a spararla lontano, fuori dal campo, per evitare una perdita di yards. Occorre allora un FG di Jason Sanders per muovere il tabellone e mettere Miami in vantaggio di 3 punti.

Jonathan Taylor, uno che si farà notare e rispettare nella partita, si mette in moto con le corse ma Emmanuel Ogbah trova un sack su Carson Wentz che, come vedremo, sta recuperando alla grande dai suoi infortuni. I padroni di casa tornano ad attaccare e lo fanno con costanza sfruttando Jaylen Waddle e Will Fuller, per un primo a testa, nonché uno scramble di Brissett, il quale allunga il braccio e trova un nuovo primo down. Giunge poi una decisione un pò dubbia. Sul quarto i Fins potrebbero tentare un FG lungo 55 yards, complicato certo ma probabilmente nelle possibilità di un grande kicker come Sanders. Invece lo staff di allenatori opta per prendere un delay of game e chiamare il punting team di Michael Palardy. Egli fa un ottimo lavoro, spedendola sulle 1 ma, certo, rimane un pò di perplessità perché si poteva osare per inseguire i tre punti. Wentz ora inizia a mettersi in moto e ha il coraggio per correre e guadagnare un primo down dopo che in week 3 era stato immobile per l’intera partita. A quanto pare la botta presa all’anca sta migliorando e i Dolphins se ne accorgeranno presto. Sam Eguavoen trova un buon sack e c’è un cambio in attacco di cui nessuno si accorge poiché Brissett fa 3 e fuori sbagliando completamente la misura dei 2 passaggi che tenta in questo drive.

La partita ora cambia verso perché Miami, che finora l’ha dominata ma non ha segnato a causa di un attacco stitico che in maniera sempre più evidente è il problema di questa franchigia, lascia la scena agli avversari. Wentz prende in mano la sfida e lancia per Parris Campbell, Mo Allie-Cox che guadagna ben 28 yards e poi fa correre Jonathan Taylor che trova un TD lungo 23 yards. I Fins osano qualcosa in più nel successivo drive ma non trovano primi, Indianapolis invece si accontenta di andare all’intervallo.

Jacoby Brissett subisce un sack. L’immagine è evocativa di come sia andata la partita di domenica contro gli Indianapolis Colts. Foto: Palm Beach Post.

Un secondo tempo a senso unico

Sarebbe lecito attendersi una rimonta o almeno vedere una squadra che tenta di chiudere il gap nei secondi trenta minuti ma non avviene nulla di tutto ciò. I padroni di casa restano statici e allora gli ospiti ingranano e prendono fiducia. È ancora il TE Mo Allie-Cox a farsi vedere, segnando un nuovo TD che vale 14-3 per gli ospiti che a questo punto hanno surclassato la concorrenza, effimera e brutta da vedere. Così brutta che dobbiamo tollerare anche un disastroso fumble di Jakeem Grant, altro che probabilmente ha fatto il suo tempo a Miami ma viene ancora schierato su ogni ritorno, capace di rimettere i Colts in attacco e in ottima posizione. L’attacco non fa il botto ma Rodrigo Blankenship segna il FG, Indy è ora sopra di 14 su una Miami che non ha idea di cosa fare con la sua offense.

Sulla ripartenza troviamo un buon primo down di DeVante Parker, il quale si sveglia in finale di partita m che rimane poco affiatato con Brissett. Il QB è comunque un disastro e non si dimostra assolutamente meglio di Tua Tagovailoa, che dovrebbe tornare tra due settimane e a questo punto ce lo auguriamo. La sua riserva, ex di turno, viene messo sotto pressione e perde un fumble sanguinoso, causato da Grover Stewart. Altro campo corto per i Colts, altri tre punti sigillati da Blankenship. Siamo praticamente in garbage time e Miami è solo rabbia. Primo down Mike Gesicki, 25 yards guadagnate da Parker, pass interference difensiva, altro primo Parker e poi TD Gesicki. Non si capisce perché i due coordinatori offensivi di Miami, George Godsey e Eric Studesville – a chiaro rischio licenziamento dato che in due spesso non valgono per uno – attendano sempre di essere sotto di due o tre TD prima di cominciare ad aprire il loro playbook.

La squadra migliore ora è però chiaramente Indy e chi non ci crede può ricredersi osservando un lancio lungo 42 yards di Wents per Zach Pascal. Al primo down di Hines segue una – quantomeno dubbia – chiamata di facemask ai danni di Jaelan Phillips che si rivelerà disastrosa, mettendo gli ospiti sulle 6 yards. Al danno segue la beffa perché il replay mostra che il difensore matricola di Miami non ha messo la mano sulla mascherina di nessuno. Poco importa ai Colts che ritrovano un TD di Allie-Cox, in grande spolvero. Mancano 6 minuti e i Dolphins sono sotto di 17. Il peggior avversario di Miami è il cronometro perché Parker trova un TD al termine di un arrembante attacco guidato da Brissett. Il corpo ricevitori dei Fins è di assoluto livello; davvero non si realizza perché non si riesca a creare un playbook offensivo più ricco di lanci. Gli ospiti masticano cronometro, ai primi di Jack Doyle e Michael Pittman seguono tre inginocchiamenti di Carson Wentz. La partita finisce 27 a 17 e Miami precipita a 1-3, lontanissima dalle – evidentemente troppo ottimistiche – previsioni di inizio stagione.

Una tremenda sconfitta

Handoff tra il QB Brissett e Malcolm Brown. L’attacco di Miami è troppo statico per i tanti playmaker presenti tra ricevitori e TE. Senza idee e brillantezza è difficile fare punti nella NFL. Foto: wrtv.com.

Come anticipato, quella in week 4 è probabilmente la peggiore tra le sconfitte di Miami arrivate in questa stagione. Il risultato di 35-0 con Buffalo è stato umiliante ma ci aspettavamo che i nostri avversari fossero ben superiori a noi. A Las Vegas si è perso per un FG in overtime, un episodio che può capitare, contro una squadra in grande forma. Contro questi Colts devastati dagli infortuni, però, occorreva vincere e invece si è stati sconfitti di 2 segnature. Allucinante. In week 5 incontreremo i Tampa Bay Buccaneers, a casa loro, non credo occorra dire chi sarà favorito. Tra sette giorni potremmo ritrovarci 1-4, con la pratica playoff praticamente già malamente archiviata in una AFC dove vi sono numerose franchigie migliori di Miami.

Alla luce di questo pessimo primo quarto – o meglio primo 24% di stagione, poiché quest’anno vi è una gara in più – non possiamo che interrogarci sul futuro dell’attuale staff. Il rebuilding guidato da Chris Grier e Brian Flores pare essersi arenato; la franchigia è regredita molto rispetto all’anno scorso e le attuali proiezioni ci mostrano che corriamo il rischio di concludere la season con un record peggiore di quello 2020. Tutto ciò senza neppure avere il contentino di draftare alti, poiché la prima scelta di Miami al draft 2021 è stata mandata a Philadelphia e i Fins hanno al primo giro soltanto la chiamata dei San Francisco 49ers. Non ci troviamo in una bella situazione.

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