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Una vittoria agrodolce: recap di Miami Dolphins – Houston Texans

Riviviamo la vittoria di domenica dei Miami Dolphins, arrivata contro una squadra in piena ricostruzione come gli Houston Texans.


Nel titolo c’è la notizia più importante: dopo quasi 2 mesi, i Miami Dolphins tornano a vincere. Nella sfida tra morti e feriti gravi di week 9, nella quale si affrontavano due delle peggiori squadre di lega, entrambe provenienti da una striscia di 7 sconfitte consecutive ed entrambe con un pessimo record di 1-7, a spuntarla sono stati i padroni di casa.

La w riporta entusiasmo all’ambiente, in una franchigia che nelle ultime uscite aveva mostrato miglioramenti ma non era mai riuscita a portare a casa alcun risultato. Tanti giocatori si sono mostrati ben felici negli spogliatoi al termine della partita, giustamente, poiché era molto tempo che mancava la leggerezza di un risultato pieno. Eppure, Miami appare ancora molto lontano dall’essere una franchigia vincente.

Jaelan Phillips ed Emmanuel Ogbah in azione contro gli Houston Texans. Foto: Battle Red Blog.

I momenti salienti

La gara contro gli Houston Texans non è sicuramente tra quelle che resteranno negli annali. Le due franchigie sono in un momento di grande difficoltà e si vede. La partita procede nel segno degli errori. Si apre con un bell’intercetto del convincente rookie Jevon Holland di Miami sul rientrante Tyrod Taylor, il quale ha giocato ben al di sotto di quanto molti si attendessero dopo l’infortunio. I Dolphins conducono un primo quarto accettabile, il quale si conclude con un TD, firmato dal RB Myles Gaskin su snap diretto. Si tratta del primo TD in corsa del RB titolare di Miami in questa stagione e siamo alla nona settimana. Ciò la racconta lunga su quali siano i limiti, in corsa, della squadra del Sud della Florida. Certo, Gaskin ha dato in altre occasioni un’importante mano all’attacco ma in una sfida come quella contro i Texans, non si è visto molto. Diciamo pure che entrambi i rushing game sono stati abbastanza annullati. Houston ha una delle peggiori difese nella lega contro le corse e questo non depone certo a favore dei Fins.

Nello stesso periodo, si segnalano due turnover a sfavore di Miami; un brutto intercetto di Jacoby Brissett, titolare in vece dell’infortunato Tua Tagovailoa, il quale sta recuperando da una botta al pollice, e un fumble di Gaskin, ricoperto da Houston.

Il secondo quarto è pochissima roba: gli ospiti segnano due FG grazie a Kaimi Fairbairn e i padroni di casa ne mettono tra i pali uno, grazie a Jason Sanders che la piazza da 42 yards. In conclusione, la difesa di Miami apre le danze all’attacco: un INT di Jerome Baker colloca Brissett in buona posizione e il QB2 divenuto QB1 trova Mack Hollins in meta per il TD, dopo aver disceso il campo sulle ali di Mike Gesicki e Jaylen Waddle, i due migliori – nettamente – nella offense di casa.

Dopo l’intervallo lungo la partita è già diventata una noia mortale da parecchi minuti. 2 intercetti, uno per parte; 2 fumble, anch’essi uno per parte e il calcio di Fairbairn tra i pali sono, di fatto, tutto quello che accade nel terzo quarto. L’ultimo periodo è ancora peggiore: fumble MIA (Brissett), punt HOU, punt MIA, fumble di Taylor ricoperto da Brandon Jones e punt MIA. Finalmente il cronometro si azzera e lo strazio termina. 17 a 9 per Miami è il risultato finale, forse bastava dire solo questo e fermarsi.

Da tifosi seguiamo la nostra squadra ma una partita come questa è una pessima pubblicità per la NFL, sia una franchigia sia l’altra appaiono al limite dell’indecenza, in questo momento. Scusandomi per l’ingannevole titolo del paragrafo – i momenti salienti sono stati davvero pochi – procediamo con l’analisi dei tempi più caldi, si fa per dire, del match.

Qualcuno rinnovi Big Mike

Mike Gesicki contro gli Houston Texans. Foto: Palm Beach Post.

Partiamo dai 3 intercetti:la difesa di Miami è assolutamente scesa in campo per giocare domenica. Baker, Holland e Justin Coleman hanno sicuramente fatto il loro nel corso della gara, e lo stesso vale per tutta la difesa, la quale ha concesso 0 TD ai Texans, che non sono certo Kansas City o Tampa Bay ma restano comunque una franchigia NFL. Se consideriamo anche lo sforzo del reparto di week 8 contro i Buffalo Bills, ritroviamo un trend positivo, nelle ultime 2, del quale non possiamo che rallegrarci. La defense era la forza di questa squadra nel 2020 e stava deludendo tantissimo in questa stagione, fino a due settimane fa. Ora si intravede un pattern positivo, di crescita.

Dall’altro lato della palla, è francamente incredibile che il miglior giocatore di Miami – a mani basse quest’anno, nel quale X Howard sta deludendo un pò – ovvero il TE Mike Gesicki, in scadenza di contratto, non sia ancora stato rinnovato. Il mercato di quel reparto è lievitato ultimamente e ricorrere al franchise tag non sarebbe una grande mossa poiché potrebbe rivelarsi estremamente costoso. Molto meglio conservare il tag per uno come Emmanuel Ogbah, nel caso in cui non si trovasse un accordo con il difensore, anch’egli in scadenza, e puntare forte sul rinnovo di Gesicki. Ora come ora, mi pare davvero inconcepibile lasciarlo partire. Dovesse accadere significherebbe il totale fallimento del rebuilding di Brian Flores e Chris Grier e l’inizio di una nuova fase ricostruttiva; nessuno che non desideri tankare lascia partire le proprie superstar. Gesicki ha già ammassato oltre 2000 yards in ricezione e si trova in compagnia di gente come Anthony Fasano, Randy McMichael e Bruce Hardy, non proprio tre qualunque tra i TE di Miami. In questa partita, il numero 88 è divenuto il quarto nel suo ruolo ad aver superato le 166 ricezioni di Keith Byars nella storia della franchigia.

Per quanto i draft non si giudichino in due mesi, la chiamata di Jaylen Waddle appare davvero un grande successo. I Fins potrebbero aver trovato il loro WR1 del futuro, visti i continui infortuni di un DeVante Parker il quale, semplicemente, non è in grado di mantenersi in salute, e la pazienza si sta esaurendo. Waddle è la seconda matricola nella storia dei Dolphins ad aver messo assieme almeno 2 ricezioni in tutte e 9 le sue prime partite da professionista. Il primo a riuscirci fu il già citato McMichael. Nella storia della franchigia sono soltanto 5 i rookie ad aver messo assieme oltre 50 ricezioni nel loro primo anno, il quinto è proprio JaWo. Se qualcuno non se lo ricordasse, siamo a metà stagione: la proiezione per il numero 17 è pazzesca. Teniamo a mente queste stats, la prossima volta che affermiamo come i Dolphins debbano cambiare tutto perché sono una squadra di incapaci. Non c’è nulla di male a sbagliare se poi ci si corregge, di fronte alla realtà.

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