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Miami Dolphins @ Los Angeles Chargers, un grandioso inizio!

I Miami Dolphins trionfano a Los Angeles contro degli ostici Chargers. In una sfida avvincente ed equilibrata, il tandem Tua-Hill vale la W.


Adrenalina a mille? Ce l’ho. Grande domenica di football? Ce l’ho. Partita tesa e combattuta fino all’ultimo minuto? Ce l’ho. Vittoria in week 1 dei Miami Dolphins? Ce l’ho.

Nel weekend del 10 settembre si è aperta la nuova stagione della NFL, impegnando tutte le 32 franchigie. Al SoFi Stadium di Inglewood, sobborgo di Los Angeles che sta vivendo una vera e propria rinascita grazie agli eventi sportivi (lo stadio cittadino del football si trova qui e presto vi si trasferiranno anche i Los Angeles Clippers della NBA) è andata in scena una delle sfide più entusiasmanti della giornata, tra i padroni di casa Chargers e i visitanti Dolphins. Alla fine di un’altalena emozionale costellata da nove lead changes, ovvero avvicendamenti del team in vantaggio, l’hanno spuntata gli ospiti. Nelle prossime righe vediamo cosa sia successo e cerchiamo di metterlo in prospettiva, per quanto sia possibile fare a inizio settembre.

Equilibrio sin dall’inizio

In attacco parte Miami, dal momento che Los Angeles vince il lancio della monetina e sceglie di ricevere nel secondo tempo. Il primo drive è molto promettente con Tyreek Hill a ricevere per 16 yards e Jaylen Waddle a fare altrettanto per 35; giunti però sulle 2 offensive un’incomprensione tra Tua Tagovailoa e il C, Connor Williams, comporta uno sfortunato fumble ricoperto dalla difesa. A inizio possesso c’era già stata qualche difficoltà sullo snap, che quella volta era però stata protetta dall’attacco. Mentre QB e C si chiariscono sulla sideline, LA attacca a ritmo serrato, percorrendo l’intero campo grazie a primi down di Justin Herbert in corsa, Keenan Allen in ricezione e il contributo di Joshua Kelley, RB2. Il runner migliore della formazione di casa, Austin Ekeler, trova il corto TD in corsa dopo un possesso dirompente, che dimostra anche ai più scettici come mai le ambizioni di gloria dei Bolts siano giustificate.

La risposta di Miami passa per protagonisti meno attesi: River Cracraft e Raheem Mostert guadagnano dei primi down, poi Williams certifica la sua giornata no facendosi chiamare uno sciocco holding, il quale annulla un buon guadagno prima che Joey Bosa contrasti Tagovailoa aggrappandosi alla sua visiera. Il facemask dà campo corto ai Fins che entrano in meta al termine di una corsa con spin finale di Mostert

Dopo un punt a firma J.K. Scott, Miami può attaccare ancora, tornando in end zone ma accontentandosi di un vincente FG del kicker, Jason Sanders, provocato da un grandioso intervento difensivo della safety, Derwin James, che non a caso è il più pagato nella lega tra chi gioca nel suo ruolo. La rimonta Chargers si deve al big play di Ekeler, capace di guadagnare 55 yards in una sola run e aprire così il campo a Donald Parham, che riceve per il TD.

Seguono un punt per parte e un nuovo drive di Miami, stavolta vincente grazie a Cracraft che chiude un corto TD dopo un attacco dove va evidenziata la prova di Durham Smythe, TE1 dopo la partenza di Mike Gesicki, che converte tre primi down, uno dei quali da quarto tentativo e sette sul quale Mike McDaniel decide di andare alla mano. Le yards ricevute da Hill superano le 100 durante questo possesso, nel secondo quarto di gioco. Rashawn Slater e Parham sostengono la offense californiana, che segna un FG lungo 50 yards con il suo kicker, Cameron Dicker. Prima dell’intervallo, la replica degli ospiti è un altro calcio, lungo 41 yards che vale il secondo FG di giornata per Sanders.

Le emozioni del secondo tempo

Il terzo quarto si apre con Herbert in possesso e Miami in vantaggio per 20 a 17. Nel primo drive della ripresa, molto caotico, vediamo in azione la offense run first del nuovo coordinatore offensivo Chargers, l’ex Dallas Kellen Moore, ma i risultati più considerevoli sono ottenuti a causa degli errori di Xavien Howard, al quale sono fischiate due interferenze sul passaggio consecutive, le quali mettono i Chargers così vicini alla meta che Herbert deve semplicemente affidarsi a un QB draw per segnare il TD. La risposta Dolphins vede Hill spadroneggiare per altre 30 yards e poi ci riconsegna il Tua che sfortunatamente conosciamo già, quello degli intercetti regalati. Il numero 1 si fa leggere sul terzo tentativo e riconsegna l’ovale ai californiani, nella persona di J.C. Jackson.

La difesa del nuovo coordinator, Vic Fangio, finora tutt’altro che entusiasmante, sale finalmente in cattedra. Il nuovo demiurgo difensivo non ama il blitz come Brian Flores e Josh Boyer che lo hanno preceduto e si schiera in maniera molto più conservativa. Ciononostante, è capace di blitzare quando occorre come si evince dalla chiamata per Kader Kohou, il quale livella Herbert al suolo costringendo LA a un punt dalla propria end zone. Il ringraziamento di Tua al compagno è immediato: una frecciata lunga 35 yards sul ghepardo Hill, che lascia qualche metro dietro a sè il suo marcatore e conquista il TD.

Herbert risponde contando sul fido Ekeler e sul suo TE, Gerald Everett, prima di consegnare a Kelley la palla per il TD in corsa che comporta un nuovo ribaltamento di fronte e il vantaggio LAC. Siamo nel quarto periodo di gioco e fatichiamo a tenere il conto delle marcature, soprattutto perché ne arriva subito un’altra, ancora a nome Sanders, dopo un FG lungo 45 yards procurato dalle ricezioni di Braxton Berrios e Alec Ingold. Miami accorcia le distanze fino a -1 ma il parziale resta lo stesso per poco, poiché Dicker partecipa alla buona giornata del kicker realizzando un FG per i suoi. Nel possessso corale che porta a questa marcatura va segnalato un altro sciocco fallo di X Howard, un contatto illegale che vale il primo down automatico.

La scena madre della partita comincia ora. Tua lancia in corsa per Hill che riceve e scappa via superando le 200 yards in ricezione durante la gara. Poi Cracraft si dimostra valido asset guadagnando un nuovo primo down e infine è ancora il numero 10 a superare l’incolpevole Mike Davies, che ha la sola pecca di non essere altrettanto veloce, involandosi per il TD. Il brivido finale si deve all’errore sul calcio per il punto addizionale di Sanders, che tiene i Fins in vantaggio di soli due punti. Durante il 2 minutes drill conclusivo, a LA basterebbe un calcio per vincere questa partita così tesa ed emozionante. Il problema però non si pone, dal momento che la difesa la vince per Miami. Dapprima sono Zach Sieler e il local boy, Jaelan Phillips, a stendere Herbert e causare un proibitivo terzo tentativo e 30. In seguito, il talentuoso QB Chargers riesce a dimezzare tale distanza e guadagnare un quarto e 15 difficile ma non impossibile per chi disponga di braccia come le sue. Phillips però decide di rovinare la giornata a tanti suoi concittadini, trovando un altro sack che chiude le ostilità. Tua dovrà soltanto inginocchiarsi un paio di volte per ufficializzare la W dei corsari Dolphins.

Obiettivo raggiunto tra tante luci e qualche ombra

Buona la prima e difficile vittoria ottenuta. Al termine di week 1 basterebbe commentare così e rimandare tutte le sensazioni alla prossima sfida, quella di Foxborough contro i New England Patriots. Statistiche alla mano, però, è impossibile non dare un pò di contesto perché quello che abbiamo per le mani potrebbe diventare qualcosa di storico al termine della stagione. Il riferimento è chiaramente all’intesa Tagovailoa – Hill. Sebbene non sia tutto positivo, dal momento che Waddle finirà inevitabilmente per soffrire un pò dello strapotere del compagno di reparto che potrebbe minare la sua crescita, qui c’è da stropicciarsi gli occhi.

Prendiamo la stat line del QB: 28 passaggi completati su 45 tentati, 466 yards guadagnate, 3 TD segnati e 1 intercetto subito. Nessuno aveva mai totalizzato 466 yards in una singola partita contro i Chargers nell’intera storia della franchigia californiana (anni a San Diego compresi). Tagovailoa c’è riuscito grazie alla prestazione mostruosa di Tyreek Hill che ha ricevuto per 215 yards su 11 ricezioni e segnato 2 TD. Vogliamo quantificare questa impresa? Consideriamo che Ja’Marr Chase, Tee Higgins, Drake London, Tyler Lockett, DJ Moore, Terry McLaurin, Amari Cooper, Odell Beckham e Hollywood Brown hanno messo assieme 207 yards in ricezione e 0 TD. Combinati. Se prendiamo i numeri di Hill e li moltiplichiamo per 17 abbiamo le sue proiezioni per la stagione, che non riporterò perché sono semplicemente troppo assurde per essere verosimili – e chiunque desideri può calcolarsele in autonomia. La trade dell’estate 2022 per il numero 10 si sta ripagando abbondantemente, con tutti gli interessi.

Certo, poi c’è da considerare che il C, Williams, ha combinato dei bei disastri e che X Howard ha sofferto tutta la partita ma queste cose si possono affinare in allenamento, soprattutto perché Tua ha già iniziato ad sistemarle da solo. Mai nei suoi 3 anni di carriera precedenti il QB era stato così abile a dimenticare gli errori, suoi e del suo centro in questo caso, e a ripartire a mente sgombra subito dopo. In questa partita l’ha fatto, dimostrando di essere ben più maturo rispetto alla stagione scorsa. Almeno per il momento. Questa è un’ottima notizia.

I detrattori del numero 1 hanno spesso avuto ragione di attaccarlo quando in passato ha sbagliato, io stesso l’ho fatto da queste righe senza mai risparmiarmi. Alla luce di questa performance, però, dobbiamo rendergli conto dei suoi meriti. L’INT è una sciocchezza e ha rischiato in altre occasioni durante il match, vero, ma appoggiarsi su Hill si è alla fine dimostrata una strategia vincente e dunque è valsa la pena di prendersi qualche rischio in più. I RB hanno fatto pochino ma non sono neanche stati troppo coinvolti perché il playcalling ruotava intorno alle ricezioni. In un simile schema, si fatica a giustificare i faraonici ingaggi di gente come Dalvin Cook o Jonathan Taylor, spesso avvicinati ai Dolphins nelle passate settimane, in quanto sarebbero enormemente gravosi sul monte ingaggi di una squadra che sarà chiamata a rinnovi importanti nei prossimi mesi. Mostert e Salvon Ahmed hanno guadagnato qualche primo down e si ripeteranno, se ci sarà modo e necessità di farlo. Non si vede l’esigenza di inseguire una superstar, ad oggi.

C’è qualcosa da aggiustare, ovviamente, dopo una sola settimana di football, ma i Fins sembrano essere sulla giusta strada. Ora attendiamo conferme.

Crediti fotografici: San Diego Union – Tribune.

 

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