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Uno show sensazionale: recap di Miami Dolphins – Denver Broncos
I Miami Dolphins stravincono e convincono contro dei sottodimensionati Denver Broncos. Nella settimana di festa, è difficile non pensare ai Bills.
Chiariamolo subito: nessun titolo si vince il 25 settembre. A inizio stagione, è facile trovare squadre non ancora entrate in clima torneo e i Denver Broncos sono chiaramente una di queste.
Alla luce di ciò, quando segni 130 punti in 3 partite e vinci di 50 alla prima in casa, segnando 10 TD e mettendo assieme 726 yards di total offense in una singola partita, stai chiaramente lavorando come si deve. I Miami Dolphins si trovano esattamente in questa situazione, dopo 3 settimane.
La festa inizia fin da subito
I Dolphins aprono la stagione in casa in week 3, dunque piuttosto tardi, e lo fanno dovendo rinunciare a Jaylen Waddle, in recupero da un trauma cranico. La sua assenza non si sente però molto, dal momento che, sul secondo play della partita, Tua Tagovailoa trova subito il velocista Tyreek Hill e questi ringrazia segnando un TD lungo 54 yards. Si chiude così al meglio un drive aperto, una manciata di secondi prima, dalla bella ricezione di Durham Smythe per un primo down.
Al 3 e fuori Broncos rispondono i RB di Miami, con una staffetta di cui si parlerà molto nei giorni successivi a questa sfida, ovvero quella tra Raheem Mostert e De’von Achane. Ambedue sono protagonisti di questo drive, assieme a Hill, e il rookie da Texas A&M lo chiude con un TD in corsa breve, favorito dall’ottimo blocco del rientrante Terron Armstead. Russell Wilson e i suoi provano a non lasciarsela sfuggire e costruiscono un buon drive per la regia di coach Sean Payton: partecipa la tripletta Wilson, Javonte Williams (RB) e Courtland Sutton (WR), con quest’ultimo che segna in chiusura del possesso, realizzando il 7-14 per gli ospiti grazie a una buona giocata nell’angolo della end zone, coperto in maniera rivedibile da Xavien Howard.
Segue un altro drive dinamico per i padroni di casa i quali, nonostante due bandiere gialle chiamate contro il C, Connor Williams, per altrettanti holding, riescono a segnare ancora sull’asse Tua – Achane. Il TD è spettacolare perché si tratta di uno shovel pass eseguito dal QB con il braccio destro, quello debole, e senza guardare il RB. I Broncos si fanno sotto con un FG recapitato tra i pali dal kicker, Wil Lutz, a chiudere un possesso dove si vedono il TE3, Nate Adkins, e il WR Marvin Mims, il quale riceve un lancione di Wilson lungo 48 yards. A questo punto arriva l’unico possesso sconclusionato per i Fins, che giocano un quarto tentativo dalla loro metacampo e falliscono la conversione, prendendosi qualche rischio di troppo. Gli ospiti attaccano dalle 33 offensive. Per fortuna dei padroni di casa, però, non ne azzeccano una e indietreggiano a causa di un fallo in attacco, prima che un buon tackle di Andrew Van Ginkel li costringa ad andare al punt.
Hill e River Cracraft tengono a regime la offense di Miami e Mostert entra in meta con una corsa da 20 yards. Sulla risposta Sutton accusa probabilmente la pressione e la fretta di dover recuperare, tanto che si fa soffiare la palla da Jevon Holland, consentendo a Van Ginkel di ricoprire il fumble e portare l’ovale in piena red zone. Dalla linea delle 10 è ancora Mostert a trovare un TD in corsa. Wilson, Sutton e Mims guadagnano la red zone ma i Dolphins serrano i ranghi, concedendo solo un FG dalla linea delle 15 yards.
Il primo tempo si chiude sul 35 a 13 per Miami ma i fuochi d’artificio non sono certo finiti.
Una ripresa dominante
Si vede finalmente Jerry Jeudy, WR1 per Denver che sta recuperando da un infortunio, nel possesso che apre i secondi 30 minuti. Il drive è però inconcludente in quanto il LB, Jerome Baker, stoppa le ostilità causando un tiro libero. I due attacchi giocano a ritmi decisamente differenti. Miami innesca Hill, Braxton Berrios, e ancora Achane che corre per 39 yards mettendola vicino alla linea di end zone, in una posizione che favorisce il terzo TD di serata per Mostert. Brandon Johnson e Sutton cercano di non far sprofondare Denver, ma falliscono miseramente. Per la seconda volta nella sfida, infatti, il numero 14 si fa strappare la palla dalle mani dalla S Holland. Si tratta di un nuovo fumble che i Fins ricoprono, questa volta con Kader Kohou. Il ricevitore ha il merito di farsi spesso trovare da Wilson, mostrandosi propositivo, ma, giudicando dalla sua ball security, non pare essere in serata, come tanti dei suoi.
Achane brilla anche in ricezione e si procura un fallo, chiamato per violenza non necessaria ai suoi danni contro il LB matricola, Drew Sanders. Hill risponde ancora presente guadagnando un primo down e poi il solito Mostert riceve e danza lungo la sideline di sinistra per realizzare un altro TD, il quarto a suo nome. Miami spadroneggia in lungo e in largo, tanto che i Broncos non vedono l’ora di andarsi a fare una doccia, come dimostra il bizzarro collasso della linea offensiva sul possesso successivo, quando una palla sparacchiata in avanti da Wilson finisce tra le braccia di Emmanuel Ogbah, un difensore non certo famoso per i suoi intercetti, dal momento che gioca in linea. L’INT apparecchia un altro TD Dolphins, quello del 56 a 13, che è nuovamente realizzato da Achane in seguito a shovel pass di Tagovailoa. È appena iniziato il quarto quarto e siamo già in pieno garbage time all’Hard Rock Stadium.
Dato il preoccupante passato di Tua con gli infortuni, Mike McDaniel decide di sostituirlo, e fa lo stesso con buona parte dei suoi titolari. Il quarto quarto lo gioca Mike White, QB2, il quale non toglie certo il piede dal pedale dell’acceleratore. I Dolphins segnano infatti altri 2 TD, uno con Robbie Chosen (l’ex Robbie Anderson), che riporta in meta per 68 yards un bel passaggio del QB ex New York Jets, e l’altro con Achane, al termine di una corsa lunga 67 yards. Nell’ultimo periodo anche Miami si deconcentra, fornendo l’opportunità di un big play su kickoff return che varrà un TD lungo 99 yards per Mims. Poco male, in questo modo anche gli ospiti hanno qualcosa da festeggiare dopo una débâcle di proporzioni storiche.
Il risultato finale è di 70 a 20. Nei quasi 60 anni della loro storia, i Dolphins non avevano mai segnato più di 56 punti in una singola partita. Il record NFL per lo score più alto in una sfida di stagione appartiene ai Chicago Bears, che segnarono 73 punti nel 1940. Sul finire del quarto quarto, i Fins hanno avuto la possibilità di raggiungere tale soglia, ma McDaniel ha evitato di far calciare Jason Sanders, sebbene la palla fosse decisamente dentro il suo range. Al termine della gara, sia il capo allenatore sia il QB Tagovailoa hanno detto di fronte ai media di non avere alcun interesse a umiliare i propri avversari.
Giusto festeggiare, ma ora arriva il bello
Dopo aver assistito a un dominio così totale, è facile lasciarsi trasportare dalle emozioni. Siamo una franchigia che raccoglie delusioni da oltre 20 anni e partite del genere siamo abituati a sognarcele, non certo a vederle andare in scena. Eppure è successo. Complimenti a tutti.
Non trovo alcunché da criticare alla squadra dopo questa performance, se non il big play concesso allo special team avversario in occasione dell’ultimo TD per Denver, ma si tratta di una questione di lana caprina, per così dire. Abbiamo trascorso una serata in compagnia di una donna bellissima, poco importa che il trucco fosse un pò sbavato. Valutiamo però fino a dove arrivino i nostri meriti (tanti) e quanti siano i demeriti di Denver (non pochi). I Broncos non hanno identità e il lavoro di Payton non si vede. Wilson è stato fatto arrivare per fare la differenza e pagato da superstar, ma non sta certo giocando come tale. Encomiabile il fatto che si sia rifiutato di uscire e sia voluto restare in campo con i compagni fino al fischio finale, senza sottrarsi all’umiliazione patita dai suoi colori. Ciò significa essere uomo squadra e saper fare il leader, ma non cambia il fatto che, durante questo match, quelli vestiti di arancione non siamo mai sembrati una squadra all’altezza di questa lega.
Molto cambierà in week 4, quando Miami incontrerà i Buffalo Bills in casa loro. Il record della franchigia di Sean McDermott è oggi peggiore rispetto a quello dei Dolphins, in quanto Buffalo ha perso la prima sfida a New York contro i Jets, in una sfida forse emotivamente viziata dall’infortunio che ha messo fine alla stagione dell’atteso Aaron Rodgers. Dopo quel passo falso, però, i Bills hanno sempre giocato da grande squadra quale sono e il testa a testa di domenica potrebbe già dircela lunga su quale sia la compagine migliore, a questo punto della stagione. Il risultato di uno scontro diretto di questo livello potrebbe tranquillamente finire per incidere sul posizionamento playoff a gennaio. Inutile rimarcare come sarà inevitabilmente tutta un’altra musica.
Crediti fotografici: Sun Sentinel.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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