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I Crusaders attendono frementi i Daemons

Forse le strigliate dei giorni scorsi sono servite a qualcosa. Negli ultimi allenamenti i crociati hanno espresso maggior intensità nell’eseguire gli schemi di gioco e nell’ascoltare attentamente le direttive impartite dal coching staff. E’ un segnale confortante in vista dell’importante gara di sabato 16 maggio: i rosso argento potranno finalmente esibirsi davanti al pubblico amico. […]


Forse le strigliate dei giorni scorsi sono servite a qualcosa. Negli ultimi allenamenti i crociati hanno espresso maggior intensità nell’eseguire gli schemi di gioco e nell’ascoltare attentamente le direttive impartite dal coching staff. E’ un segnale confortante in vista dell’importante gara di sabato 16 maggio: i rosso argento potranno finalmente esibirsi davanti al pubblico amico. L’appuntamento é a San Sperate (campo comunale via Santa Suia, ingresso gratuito) alle 15: la società cagliaritana spera di poter vedere tanti tifosi e confida anche nell’apporto delle testate giornalistiche locali per propagandare una disciplina che in Sardegna si concede rarissime apparizioni. “Spero solo che sia un esordio positivo”. E’ di poche parole il presidente dei Crusaders Emanuele Garzia che nutre ancora qualche speranza di qualificazione: “i giochi sono ancora aperti, anche se con le prime due sconfitte patite in terra lombarda ci siamo pregiudicati la possibilità di affrontare in casa le eventuali gare di play – off”. Non è il campionato l’unica preoccupazione per il massimo dirigente e il suo staff: la candidatura per l’organizzazione del Super Bowl 2010 è stata inoltrata alla Lega, ancora non si sono avute risposte, ma nel caso dovesse arrivare il placet, per Cagliari e per il football americano locale sarebbe un’ ottima iniezione di adrenalina e ottimismo. Come già accadde nell’ultima gara di campionato disputata a Vimodrone, l’head coach Giacomo Clarkson deve fare i conti con la quasi totale assenza di linebacker: tra infortunati e studenti alle prese con gli esami (Enrico Casciu, Fabio Matta, Fabrizio Serra e Michele Uras) il reparto sarà tristemente sguarnito e rappresentato dal solo Daniele Stropiana. “E’ un problema serio – esclama Clarkson – in queste condizioni si va poco lontano, nonostante i temporanei aggiustamenti ti viene a mancare un reparto essenziale che si posiziona alle spalle della linea difensiva”. Ma quello che più preme al legale cagliaritano è di vedere un collettivo che metta in pratica le direttive tecniche: “tra un giocatore bravo che non obbedisce alle mie indicazioni ed un altro di levatura media, ma disciplinato, preferisco senz’altro quest’ultimo”. E’ noto che i “Maradona” del football americano non hanno una vetrinetta stracolma di trofei: “penso per esempio a Barry Sanders, running back dei Detroit Lions, bello a vedersi, fortissimo, ma soprannominato ‘grande perdente ’ perché non ha mai vinto niente; il football è uno sport di squadra dove l’ attitudine, la costanza e l’impegno sono elementi imprescindibili, se entri in campo fischiettando perderai sicuramente”. Da queste considerazioni il primo allenatore fa capire che d’ora in poi la convocazione non sarà mai scontata, soprattutto per coloro che si sentono, erroneamente, un gradino sopra degli altri: “la chiamata deve essere un premio, un riconoscimento attribuito a chi se lo merita, se agissi diversamente sarebbe una offesa nei confronti di chi si allena e si impegna”. Confortato dagli altri membri del coching staff (Gianni Manca e Aldino Palmas) Clarkson ha visionato ripetutamente il filmato del match d’andata che i Crusaders persero a Gorgonzola per 20 a 14: “abbiamo prodotto dei pensieri, sempre che i Daemons non abbiano tirato su qualcosa di nuovo, l’ideale sarebbe stato avere a disposizione anche gli assenti per infortunio, però, sinceramente, non ci interessa vincere ma giocare bene, con orgoglio e voglia di fare, mostrando che gli errori del passato sono stati rimediati”. Complicato sarà anche non farsi imbrigliare dalle complesse trame offensive degli ospiti. I Daemons usano sempre la stessa formazione dando vita al bunch offence, strategia imbottita di tante finte: “a noi spetta l’arduo compito di capire al volo dove va a finire la palla, non siamo abituati a certi schemi e non abbiamo possibilità di confrontarci con altre realtà, sarà un problema contrastarli, loro giocano bene, sono precisi e allenati, però rimarcherò sempre che nessun attacco è infermabile”. L’ultima considerazione di Clarkson riguarda il vantaggio del fattore campo: “i viaggi sono stancanti, ti devi alzare molto presto, ti sbatti tra aeroporti e spostamenti vari, se poi giochi sotto un sole cocente ne risenti paurosamente; si, il giocare in casa aiuta, specie se ci sarà un grande apporto del pubblico”. Gioca ormai da due lustri con i crociati. Oltre ad essere capitano della difesa, Stefano Murgia, free safety, è anche un valente ingegnere. Alla vigilia dell’esordio casalingo ha esternato i suoi pensieri Sogni un tifo stratosferico….. Sembrerà scontato ma del pubblico abbiamo veramente bisogno. In uno sport come il nostro, così poco conosciuto e seguito, anche la presenza di un tifoso in più ti da una carica positiva. Sentire quelle persone che sono lì per te, per la tua squadra e che con il loro tifo cercano di spingerti qualche yard più avanti non può essere nient’altro che una carica di adrenalina. Allo stesso tempo vedere che negl’ anni il pubblico pian piano aumenta è una gran cosa per la nostra società. Si sta uscendo dall’anonimato sardo per prenderci il nostro piccolo spazio. Come avete reagito alle strigliate del coching staff dopo la sonora sconfitta di Vimodrone? Allenandoci, allenandoci, allenandoci. Altro non si può fare. Si può parlare degli errori e delle cose che sono andate bene e quali meno ma ciò che ti può far migliorare è solo il campo. Dopo due partite il campo ha detto che le due squadre che abbiamo incontrato sono state più brave, ora però tocca a noi fargli cambiare idea. Con quale umore affronterete la gara? La sto aspettando ormai da quasi un mese, le sconfitte non mi buttano giù, mi caricano e basta. La squadra ha voglia di rivincita, io ho voglia di lottare e spero con me tutti gl’altri, se uno non lo fa siamo fuori dai giochi, per questo l’umore del gruppo è molto importante. Insieme agli altri capitani e veterani vari farò di tutto per trasferire questa sete di vittoria alla squadra…l’umore è alto…e lo sarà anche sabato a fine partita. Nutri ancora qualche speranza di qualificazione? Il passaggio al secondo turno non dipende solo da noi. Vincendo anche le nostre due partite (e dovremo vincerle con un parziale maggiore rispetto a quello subito) dobbiamo aspettare il confronto diretto tra le nostre due antagoniste per capire le combinazioni per il passaggio al turno successivo. Ci siamo inguaiati da soli…e ce lo siamo pure meritati, ma se non ci credessi non andrei al campo ad allenarmi. All’improvviso è saltato l’appuntamento con il campionato regionale studentesco di flag football. A dispiacersene maggiormente è Aldino Palmas, organizzatore del concentramento che sabato 16 maggio, avrebbe dovuto ingannare le attese per il match d’esordio dei Crusaders. “L’aver anticipato la partita al sabato – spiega l’offensive coordinator – ha provocato un forte scompenso agli studenti messi sotto torchio da interrogazioni e compiti in classe in un periodo decisivo per il profitto finale”. I trenta rappresentanti dei quattro istituti cagliaritani (Buccari+Martini, Scano, Baccaredda e Giua) si daranno battaglia dopo la fine dell’anno scolastico. La vincitrice parteciperà alle finali nazionali del 2010.

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