Touchdown logo

Che tonfo! Recap e analisi di Miami Dolphins@New York Jets

I Miami Dolphins perdono ancora, e malamente, contro i New York Jets. La franchigia paga troppi infortuni ma la prova è stata terrificante.


Scriverne è francamente anche un pò imbarazzante.

Non eravamo più abituati a perdere contro i New York Jets, neppure a casa loro, dati gli ultimi successi ottenuti contro questi avversari divisionali al MetLife Stadium. Dopo la sconfitta di Cincinnati, ci aspettavamo che i Miami Dolphins potessero immediatamente rialzare la testa e ritornare alla vittoria, riprendendo un percorso netto nel mese di settembre, quello che li aveva portati a ottenere tre successi di fila, prima del passo falso nell’anticipo del giovedì di week 4. Quella partita aveva fatto parlare più per l’infortunio di Tua Tagovailoa che per altro, dal momento che una sconfitta fuori casa in quella difficile situazione, con l’intero roster sotto choc, non era parsa drammatica a nessuno.

Difficilmente le considerazioni possono essere dello stesso tenore quando vieni asfaltato 40 a 17 da una franchigia ben più limitata, almeno sulla carta.

Il racconto della sfida

Inizio da Profondo Rosso

Il maestro Dario Argento mi perdonerà l’uso, un pò a sproposito, del titolo di uno dei suoi capolavori ma è corretto esprimersi in questi termini perché i primi frangenti della gara sono stati davvero degni di un film dell’orrore per i Dolphins, indirizzando probabilmente l’intero sviluppo di questa sfida.

In attacco iniziano i padroni di casa, con il rookie Garrett Wilson che si mette subito in mostra in un match nel quale le matricole in verde faranno tutte un figurone, a dir poco. Dopo la sua ricezione lunga 11 yards, però, l’attacco stagna e il punter Braden Mann deve calciare lontano. Lo fa ottimamente tanto che Miami è costretta a ripartire da dentro la linea delle sue 5 difensive. Qui avviene un pasticcio: Teddy Bridgewater sente la pressione e libera velocemente la palla, gettandola a terra. Al replay, lo staff arbitrale decide di assegnare un discutibile fallo di intentional grounding che, dentro la propria meta, vale come safety. I Jets, pertanto, si trovano subito sopra per 2 a 0. Non sarebbe un grande problema dato che la partita è letteralmente appena iniziata.

La brutta notizia, però, non è tanto questa. Quel che accade è che il QB subisce un colpo nel frangente e cade a terra subendo un trauma cranico. Da prassi è subito esaminato dai medici e, da nuova prassi, si decide che sia meglio non rischiarlo. Dopo un solo play, dunque, Bridgewater deve essere sostituito. Sarà la serata di Skylar Thompson, QB debuttante proveniente da Kansas State e chiamato al settimo giro dello scorso draft.

Il timoniere con il numero 19 partirà con il freno a mano tirato, com’è lecito per un giocatore alle prime armi, estraneo alla velocità del gioco – cosa che sarà evidente in questa partita, nella quale spesso Thompson terrà troppo a lungo l’ovale tra le mani, subendo la pressione difensiva. Anche NY, ad ogni modo, non sarà brillantissima in questa fase, tanto che segnerà soltanto un FG, trasformato da Greg Zuerlein.

Il ballo dei debuttanti

New-York-Jets-Miami-Dolphins

I New York Jets esultano dopo aver segnato un TD contro i Miami Dolphins. Foto: Pro Football Focus.

Al trascorrere dei minuti si farà sempre più evidente la voglia di impressionare della splendida classe 2022 draftata dai New York Jets. Abbiamo già scritto del WR Wilson, sfiorato il CB Sauce Gardner, autore del big play che è valso la safety iniziale e che si renderà protagonista di numerose marcature efficacissime su Tyreek Hill – pur facendosi fischiare qualche interferenza di troppo – e ora diamo a Breece Hall tutto lo spazio che si merita. Il RB, in questa gara, diventerà il primo rookie nella storia della franchigia di New York con 100 yards in corsa e ricezione nella stessa partita. 78 di queste yards ricettive arriveranno su una bomba di Zach Wilson ricevuta e portata sulle 1 offensive, aprendo le porte a un facile TD per l’altro runner, Michael Carter.

Hill e Jaylen Waddle, ambedue piuttosto sottotono rispetto alle ultime uscite, muoveranno la catena di Miami lungo il possesso successivo, settando il campo per un TD del migliore di serata tra gli ospiti, Raheem Mostert, su ricezione corta, da 6 yards. In questo frangente i Fins sono in palla, come renderà evidente Channing Tindall, capace di fermare con autorità il drive successivo, poi però Thompson mostrerà tutta la sua inesperienza, facendosi intercettare scioccamente.

Sul ribaltamento di fronte è il QB Wilson a segnare, in corsa, un TD, al termine di un possesso ove protagonista indiscusso sarà ancora Hall, inarrestabile. La buona risposta sarà di Durham Smythe, TE Dolphins che segnerà un TD in corsa al termine di un possesso dove parteciperà attivamente.

Qui terminerà il primo tempo e inizierà il secondo, con gli ospiti in possesso e la possibilità di segnare. La missione sarà in parte compiuta da Sanders, il quale piazzerà tra i pali un calcio da 46 yards. La sfida è ora sul 19 a 17, con Miami ad accusare la safety iniziale ma perfettamente in partita. Tutto però andrà in pezzi, poco dopo.

Un passivo di cui vergognarsi

A vedere la partita, il cambio di passo decisivo per l’esito finale sembra essere il FG sbagliato da Sanders, senza troppe colpe dato che parliamo di un tentativo lungo 54 yards. Da quell’errore in poi, la offense ospite scomparirà dal campo, macchiandosi anche di un erroraccio come il fumble ricoperto dagli avversari sulle loro 5 offensive. Lo stesso farà la defense, che subirà ben 3 TD nel quarto quarto: uno firmato da Carter in corsa, uno finalmente da Hall, al quale mancava solo la segnatura per guadagnarsi il meritato titolo di uomo partita e l’ultimo da Braxton Berrios, su bella jet sweep.

In garbage time i Fins troveranno Myles Gaskin e Mike Gesicki ma la partita sarà già abbondantemente chiusa sul risultato finale di 40 a 17, neanche avessimo giocato contro uno squadrone. Se questo è il livello di Miami, prendiamo tranquillamente impegni per le domeniche di gennaio perché i playoff ce li sogniamo proprio.

Che cosa attendersi dal futuro?

Se dobbiamo basarci sull’esito di questa sfida, ci attenderà un futuro plumbeo a dir poco. Se prendi 23 punti dai Jets – con tutto il rispetto per loro ma sono una franchigia decisamente inferiore al roster di Miami – non puoi certo attenderti una stagione con uno score sopra il .500. Non aspettiamoci di raggiungere i risultati di Brian Flores, Mike McDaniel è proiettato ben sotto le 10 vittorie con le attuali statistiche di squadra, Specialmente preoccupante è il bilancio difensivo, vero che Byron Jones e Xavien Howard non hanno giocato questa partita ma nelle prime 5 settimane, i Fins hanno un solo turnover, che è una miseria! Se Breece Hall da solo guadagna 200 yards contro questo reparto, quante ne totalizzeranno Justin Jefferson e Dalvin Cook domenica prossima? Meglio non pensarci.

In attacco va verificata la condizione di Terron Armstead, linea che è stata la più importante aggiunta della scorsa offseason non chiamata Tyreek Hill, il quale soffre da inizio stagione di un infortunio al piede ed è dovuto uscire dal campo contro New York, mentre è prevedibile che uno tra Tua Tagovailoa e Teddy Bridgewater sarà della partita, dal momento che ambedue stanno uscendo dal concussion protocol.

I Minnesota Vikings che vengono a sfidarci hanno uno score di 4 e 1 e sono, a ragione, favoriti per la vittoria finale presso quasi ogni bookmaker. I Dolphins paiono infatti una squadra a pezzi, principalmente a causa degli infortuni ma essi non possono certo essere una scusa; in questo sport, tutti hanno delle defezioni lungo la stagione, occorre essere in grado di rimediare o si fa poca strada nella NFL.

 

Please follow and like us: