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Il minimo indispensabile: recap di Miami Dolphins – Pittsburgh Steelers

Miami torna a vincere, contro una modesta franchigia dalla lunga storia che sta preparando il futuro come i Pittsburgh Steelers. Lo fa anche grazio al ritorno di Tua.

Miami Dolphins win versus Pittsburgh Steelers

In week 7, nella magica serata dedicata agli invincibili del 1972, i Miami Dolphins fanno quel che dovevano: vincono. I Pittsburgh Steelers, che hanno alcune individualità importanti e dei giovani da tenere d’occhio, lottano fino alla fine ma non riescono mai ad andare in vantaggio.

La partita inizia in maniera scoppiettante e poi via via rallenta, diventando francamente noiosa sul finale. È come se si fosse voluto accompagnare verso il sonno il pubblico, tanto negli States, ove il kickoff era alle 20.20, quanto in Europa, dove era invece notte fonda.

Un grande inizio

La scena iniziale sollecita la lacrimuccia in ogni tifoso di Miami. Tua Tagovailoa, al rientro dopo tre settimane in cui ha dovuto recuperare da una doppia commozione cerebrale, si presenta a centrocampo per il lancio della monetina in ottima compagnia: accanto a lui vi sono infatti Bob Griese, Larry Csonka e Paul Warfield, leggende Dolphins e membri della squadra che si rese protagonista, 50 anni fa, dell’unica stagione perfetta (score di 17-0 e .1000) nella storia della NFL.

Tra gli applausi scroscianti dei fedelissimi verde acqua, sono gli ospiti di Pittsburgh a vincere il lancio, decidendo di calciare secondo una politica sempre più diffusa nella lega: si preferisce partire in difesa per poi sfruttare la possibilità di chiudere il secondo quarto e aprire il terzo attaccando.

Il primo down di Miami è pressoché da manuale: lancio di Tagovailoa per Jaylen Waddle, ricezione di 21 yards. Pass verso Tyreek Hill, guadagno di 17. Altro primo down per il numero 10. Nuovo set di down guadagnato da Mike Gesicki e infine TD in ricezione per il RB Raheem Mostert. Tutti i principali skill players vengono coinvolti nell’azione e il QB sbaglia un solo passaggio durante il drive, il quale termina incompleto. Se qualcuno pensava che il numero 1 fosse arrugginito, si sbagliava.

A un ottimo attacco fa eco una grande difesa: Kenny Pickett e i suoi fanno 3 e fuori e Miami allunga, grazie a un FG corto realizzato da Jason Sanders dopo un possesso che aveva fatto pensare al TD dal momento che Waddle e Mostert avevano mosso benissimo la catena, giungendo fino alla red zone profonda. Nuovamente, la difesa fa altrettanto bene, grazie a un big play di Justin Bethel che intercetta il rookie QB ospite.

Arrivano a breve giro altri tre punti per i padroni di casa, con Sanders che si sforza di più piazzandola tra i pali gialli da 41 yards. In questo possesso, però, ci accorgiamo della presenza degli avversari: la difesa sale in cattedra e costringe Tagovailoa a lanciare 3 incompleti, uno dei quali forzato dall’ex di turno Minkah Fitzpatrick, prima scelta dei Dolphins al draft 2018 (undicesima assoluta) ma che dopo solo un anno chiese la trade, desiderando una contender, ovvero una squadra che potesse lottare fin da subito per arrivare in fondo ai playoff. Il ragazzo fu tanto professionale, in quella occasione, da mandare avanti sua madre a lamentarsi sui social del disagio di suo figlio.

A questo punto cominciamo a vedere un pò di offense anche relativamente a Pittsburgh. Il primo primo down lo prende Pat Freiermuth, TE, prima che faccia lo stesso Jaylen Warren, RB2 nel roster Steelers. Anche Najee Harris, RB1, è della partita e lo dimostra muovendo la catena, alla fine il kicker Chris Boswell piazza un FG da 45 yards e gli Steelers sono sul tabellone. I Fins mordono di meno ora, e seppure Trent Sherfield e Chase Edmonds guadagnino due primi, poi occorre puntare e Thomas Morstead lo fa – al solito – bene.

Il momentum favorisce ora gli ospiti che coinvolgono finalmente la matricola George Pickens, WR del quale probabilmente sentiremo parlare a lungo. Egli segna un TD corto dopo che aveva aperto il possesso con una ricezione lunga 30 yards, favorita da un errore in copertura del CB Noah Igbinoghene. Al possesso partecipano Harris, Pickett in corsa e anche l’altro interessante ricevitore di Pitt, Diontae Johnson.

Prima di chiudere il primo tempo, Miami si porta sul 16 a 10 grazie a un terzo FG realizzato da Sanders, lungo 47 yards. La posizione viene stabilita dopo due ricezioni di Sherfield e Hill in chiusura del secondo quarto. Nella ripresa, non vi saranno marcature e la sfida si concluderà con lo stesso parziale.

Secondo tempo con qualche rischio

https://twitter.com/T_Armstead72/status/1584545016428437504?s=20&t=JBrrptAz45ie6H5T_WxPjw

Il leitmotiv dell’ultima mezz’ora sarà il tentativo di rimonta ospite. L’attacco degli Steelers avrà in mano il pallino del gioco per molto tempo, mentre quello di Miami si involverà. X Factor per la vittoria finale dei Dolphins diverrà la fortuna, dal momento che in numerose occasioni – 4 in tutta la partita, per essere precisi – Tagovailoa prenderà decisioni sbagliate rischiando seriamente l’intercetto. Alla fine chiuderà senza causare alcun turnover, grazie anche alla buona sorte, come si scriveva.

Va chiarito che non tutte queste sbavature siano state colpa sua, talvolta infatti la responsabilità è stata dei suoi comprimari in attacco, incapaci di tenere l’ovale tra le braccia, mentre altre sono ascrivibili alla pioggia, che ha bagnato l’ovale e gli arti dei giocatori per lunghi tratti della sfida, rendendo la palla una saponetta difficile da domare per chiunque provasse a riceverla, attaccante o difensore che fosse.

Le difese saranno le protagoniste di questa metà di gioco, con menzioni d’onore, sulla sponda di Miami, per Jerome Baker, Jaelan Phillips e Zach Sieler, capaci di portare sovente pressione al QB avversario. Anche Clayton Fejedelem, di cui raramente si scrive in quanto gioca principalmente nello special team pinnato, si prenderà un pò di gloria, entrando in campo come sostituto dell’infortunato Brandon Jones e stoppando l’attacco in un paio di drive corti.

Per sigillare il risultato occorreranno due interventi difensivi importanti: un intercetto di Jevon Holland e un secondo, dentro il 2-minutes drill di Pittsburgh, messo a verbale da Igbinoghene dentro la linea di meta. Va sottolineato quest’ultimo non soltanto perché abbia chiuso la gara ma anche perché ha dato fiducia a un CB spesso al di sotto delle aspettative e molto criticato dall’ambiente. Notevole inoltre il fatto che una difesa come questa, che aveva intercettato il QB avversario soltanto in week 1, abbia registrato 3 INT in un’unica partita.

Considerazioni e un’occhiata a domenica

Tua Tagovailoa in lancio

Tua Tagovailoa durante un lancio nella sfida contro Pittsburgh. Foto: PFF.

Per quanto non abbia certo brillato – se escludiamo il primissimo drive – Tagovailoa è stato davvero quel salvatore che veniva invocato sui social. Il football è uno sport direzionato dai numeri, dalle statistiche, ed esse ci dicono che Miami è 4-0 quando gioca il numero 1 e 0-3 quando è indisponibile o non completa la sfida. Checché se ne pensi, oggi Tua è il franchise QB di Miami: i risultati che ottiene e la leadership che esercita lo dimostrano. Resta meno convincente di altri suoi colleghi, vuoi per gli errori mentali che macchiano le sue partite, vuoi perché troppo spesso è infortunato, ma ritrovare lui e il tackle offensivo Terron Armstead, però, significa avere un attacco che se la gioca con quasi tutti, e male non è.

La stat line finale di Tua recita 21 passaggi completati su 35 tentati, 261 yards guadagnate e 1 TD realizzato. Non è eccezionale ma è sintomo di un QB che progredisce bene, lanciando tanto senza metterla tra le mani della difesa. Rispetto alle scorse due stagioni, Tagovailoa è enormemente più affidabile.

Dopo aver svoltato, interrompendo la streak di 3 sconfitte consecutive che perdurava dal TNF contro Cincinnati – partita alla quale arrivammo 3 – 0 – Miami è chiamata a dare continuità in week 8. La sfida non è impossibile, dal momento che i Fins andranno a far visita a dei Detroit Lions dallo score di 1-5, visibilmente sottodimensionati per una lega così complicata. Le poche individualità azzure infatti, per quanto notevoli, non sono sufficienti a dar vita a una compagine competitiva. Se poi consideriamo che i Buffalo Bills sfideranno i Green Bay Packers in un Sunday Night Football ricco di fascino e richiamo e che i New York Jets hanno – purtroppo – appena perso il loro giocatore più rappresentativo, il RB Breece Hall, per l’intera stagione, capiamo come nell’ottava settimana una vittoria acquisisce grande importanza in uno scenario come quello della AFC East, division che si trova improvvisamente ad essere una delle migliori di lega (se non proprio la migliore, alla luce del numero di vittorie complessive delle sue franchigie.) Con queste armi offensive e la compattezza difensiva mostrata in primetime, la vittoria in Michigan appare decisamente alla portata di Miami.

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