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Whiteout Miami, Blackout Cleveland: sintesi di Browns@Dolphins

Miami vince ancora, tra gli applausi, contro i Cleveland Browns e guadagna la testa della AFC East. Tua si rende protagonista di una grande partita.


E sono 4.

Dal rientro di Tua Tagovailoa al 100% i Miami Dolphins hanno sempre vinto. Ultimamente, convincono anche.

In week 10, all’Hard Rock Stadium, i pinnati hanno passeggiato su dei Cleveland Browns che avevano iniziato bene la gara ma poi non sono riusciti a tenere il passo e si sono aggiudicati la quarta vittoria consecutiva, che vale un 7-3 di record e, soprattutto, il primo posto nella tesa AFC East. I Buffalo Bills hanno infatti perso una sfida memorabile contro i Minnesota Vikings, in overtime, mentre New York Jets e New England Patriots riposavano, in questo turno.

Miami giocava con una divisa candida, interamente bianca o whiteout in inglese, e ha dominato la partita, anche a causa di un blackout offensivo importante per gli ospiti, ai quali è mancata soprattutto la loro stella, Nick Chubb.

Una partita direzionata bene fin dall’inizio

Come tipicamente fa in questa stagione, la squadra di casa sceglie di calciare piuttosto che ricevere dopo aver vinto il lancio della monetina iniziale. L’ex di turno Jacoby Brissett – l’anno scorso ai Dolphins – è dunque il primo a scendere in campo guidando l’attacco. La sua posizione di partenza è ottima grazie a un grande ritorno di Jerome Ford che arriva fino alla linea delle 47 difensive. Poi il QB trova Donovan Peoples-Jones a ricevere un lancio di 38 yards, una penalità di false start chiamata a Emmanuel Ogbah e una interferenza difensiva di Jerome Baker. In un batter d’occhio, Cleveland è sulle 1. Al TE Harrison Bryant basta piazzarsi sulla sideline e attendere la palla del primo TD, che suggella una pazzesca partenza ospite. Il momentum della gara, però, cambierà presto compagni di viaggio.

Jeff Wilson, che correrà per ben 109 yards in questa gara – e questa è una gradita novità per la offense di Miami – converte un quarto tentativo e corto, Trent Sherfield guadagna un primo, ancora Wilson sulle sue gambe si guadagna un nuovo set di down e si ripete immediatamente dopo, poi Tagovailoa inganna la difesa con un pump fake, una finta di lancio, e passa ad Alec Ingold che sfrutta un buon block e la porta in meta. I padroni di casa pareggiano immediatamente.

Brissett muove la catena in QB draw, una corsa breve centrale per guadagnare un primo down ma poi l’attacco collassa: Christian Wilkins e Bradley Chubb, cugino del RB che veste la casacca di Cleveland di cui stiamo per parlare, combinano un sack prima che a Nick Chubb – eccolo! – sfugga l’ovale di mano, causando un fumble velocemente ricoperto da Xavien Howard. I Fins hanno subito l’occasione di tornare ad attaccare. Jaylen Waddle e Raheem Mostert fanno spostare la linea lungo il campo ma poi la difesa rinviene e limita l’offensiva: ci pensa Jason Sanders ad allungare segnando un FG dal limite della red zone.

Christian Wilkins sacks Jacoby Brissett

Christian Wilkins durante un sack ai danni di Jacoby Brissett. Foto: Factory of Sadness.

Si vede tra le fila dei Browns Amari Cooper, originario della Florida del Sud, che guadagna due primi in successione. Cleveland prova ad attaccare a oltranza, tentando di convertire anche da quarto down – una decisione che coach Kevin Stefanski e i suoi prenderanno spessissimo, nel corso di questa sfida – ma Darth Kader Kohou copre bene e causa incompleto. Turnover on downs Miami e Tua all’attacco ma gli ospiti non sono da meno: è Grant Delpit ad arginare la offense su un quarto e poche yards.

Uno dei punti deboli di Miami in questa stagione, la difesa, appare però molto ben posizionata. Sul drive successivo infatti Brissett sarà agevolmente controllato, grazie ad un sack combinato del solito Wilkins e Melvin Ingram. Cleveland è costretta al punt. I Dolphins capiscono che gli ospiti ne hanno meno e, con molta calma, ragionano sul campo, correndo molto più spesso del consueto e facendo scorrere il cronometro senza preoccupazioni. I big play arrivano comunque tutti da passaggio: Tua trova prima Mike Gesicki e poi il suo compare Waddle con un lancio perfetto. Poi si tiene il mirino in mano e deposita l’ovale in maniera perfetta tra le braccia di Sherfield, in meta, per il TD del 17 a 7.

Spesso sentiamo i ricevitori dei Dolphins complimentarsi con il QB per la sua precisione, finalmente abbiamo l’occasione di vedere con i nostri occhi a cosa si riferiscono. L’impatto del numero 1 sulla gara sarà pazzesco, da top QB nella NFL.

Mezz’ora per chiudere la pratica

Il secondo tempo parte con i Dolphins in attacco e Jeff Wilson che si diletta anche a giocare da ricevitore. Se questo ragazzo chiamato da Mike McDaniel continuerà a giocare così, Miami potrebbe aver trovato un tassello chiave per il suo backfield. Chase Edmonds (spedito a Denver nella trade per Bradley Chubb) ce lo siamo già dimenticato tutti e anche Raheem Mostert pare destinato a divenire RB2 di questo passo. O forse no, dal momento che, proprio su questo drive, trova un TD lungo 24 yards, corse tutte d’un fiato.

Siamo 24 a 7 e, di fatto, la pratica Cleveland appare già chiusa. Gli ospiti non molleranno e troveranno prima un FG con il loro kicker Cade York e poi un TD di Nick Chubb che, in garbage time, farà quello che siamo abituati ad attenderci da lui: correrà per 33 yards senza curarsi dei tackle difensivi, tutti a vuoto. Sul fronte Dolphins c’è ancora tempo per qualche highlight: un sack firmato Ingram e Jaelan Phillips, un TD di Jeff Wilson, in corsa, uno di Tyreek Hill, in ricezione, e un FG griffato Sanders. Il kicker, però, sbaglierà due PAT nella serata e questo potrebbe essere un campanello d’allarme. Anche in week 9 il il numero 7 non era stato brillante e si è dimostrato rivedibile anche in occasione di questo match.

Quando vinci 39 a 17 (questo il risultato finale) importa poco ma in partite serrate non puoi permetterti di lasciare 2 punti perché non sei in grado di centrare i pali da 35 yards di distanza. In chiusura, lo staff di Miami mette nella mischia Skylar Thompson, il quale fa poco più che inginocchiarsi.

Ottimi segnali

I Dolphins migliorano a vista d’occhio e, a metà novembre, si tratta di un segnale fantastico. È questo il momento in cui devi essere caldo: è in queste settimane che ti giochi i playoff.

La partita di Tua è stata sontuosa, come si evince dalla sua stat line che recita 25/32 per 285 yards e 3 TD a fronte di 0 ricezioni, e hanno fatto bene anche Jeff Wilson e Trent Sherfield in una giornata nella quale Waddle e Hill sono stati meno coinvolti. Se da una parte questo può rappresentare un problema per le statistiche personali del numero 10, insidiato dal fenomeno di Minnesota, Justin Jefferson, nella classifica dei ricevitori con più yards, è anche un dato importantissimo per i Fins. Significa infatti che il QB si esprime al meglio anche con altri interpreti. Ciò è di importanza fondamentale se vuoi giocartela contro le powerhouse di lega ai playoff e, con il football che sta esprimendo Miami in queste settimane, giocare a gennaio dè ormai l’obiettivo minimo. Il roster è assolutamente da postseason.

A questa offense facciamo spesso i complimenti, perché sono un’unità decisamente in palla, grazie agli innesti e al genio offensivo di McDaniel; dopo la sfida contro Cleveland dobbiamo fargli anche alla difesa: Josh Boyer ha rimediato in seguito alla debacle contro Justin Fields a Chicago. I difensori hanno tolto spazio e fiato a Chubb per 3 ore domenica sera, eccezion fatta per quel suo TD lungo che è arrivato a risultato acquisito. Parliamo di uno dei migliori RB nella NFL.

Alla luce di questo, è un peccato doversi fermare per la bye week. Corriamo il rischio di spezzare il ritmo e trovarci attardati tra due settimane, quando a Miami arriveranno gli Houston Texans, franchigia che dispone di un altro RB insidioso: Dameon Pierce.

D’altra parte, la sosta ci consente di tirare il fiato e – speriamo – recuperare qualche pedina attualmente infortunata.

Intanto, in questi 15 giorni, ci godiamo l’ottima prima parte di stagione di questi Dolphins. Per vedere come andrà a finire, l’appuntamento è tra un paio di settimane.

Crediti fotografici cover: Pro Football Focus.

 

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