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TNF, i Browns vincono 35-30 ma i Bengals tengono vivo l’incontro

Come da pronostico i Cleveland Browns battono i Cincinnati Bengals, ma la partita, seppur mai in discussione, rimane aperta fino alla fine.

Nick Chubb Browns

Come da pronostico la “Battaglia dell’Ohio” la vincono i Cleveland Browns senza troppi patemi ma senza riuscire a chiudere una partita che hanno avuto in mano dal primo quarto e che è rimasta aperta fino alla fine, con i Bengals sempre a rincorrere.

Partono benino i Bengals che vanno in vantaggio con un field goal di Randy Bullock nel primo drive, ma nel drive successivo Nick Chubb rimette la partita sui binari giusti e subito dopo Mayfield trova Odell Beckham Jr. con un perfetto lancio che vale l’allungo (14-3), da li in poi i Browns controllano e tengono sempre a debita distanza i Bengals, che però hanno il merito di crederci fino alla fine.

La chiave dell’incontro era il running game dei Browns contro il passing game dei Bengals, e la sfida è stata vinta dai padroni di casa che hanno messo a referto ben 215 yards di corse, con Nick Chubb mattatore del match (124 yards e 2 td), coadiuvato dal “gemello diverso” Kareem Hunt (86 yards e 1 td ma con sole 10 corse).

Non se l’è cavata male neanche Joe Burrow con 316 yards di passaggi e 3 touchdown pass, a fronte di 37 completi su 61 tentativi (primo rookie a fare più di 60 lanci senza intercetti dal 1950), ma qualche errore di troppo (l’inesperienza si paga) e una difesa che non è praticamente quasi mai riuscita a fermare gli avversari, gli hanno impedito di festeggiare la prima vittoria in NFL.

Grazie al dominio territoriale Cleveland ha potuto permettersi il lusso di far lanciare Baker Mayfield solo lo stretto necessario, in sicurezza, anche se la prima scelta del draft 2018, ex Oklahoma Sooners, ha concentrato la maggior parte dei completi nei primi due quarti di gioco, sempre uscendo in bootleg dopo una play action, sfruttata ottimamente sulla difesa dei Bengals che è sempre rimasta più concentrata sul running game avversario che sui passaggi. Unica pecca del numero 6 è stato l’intercetto scellerato su William Jackson, una palla sparacchiata male che poteva essere gestita meglio, in un drive che aveva tutte le carte in regola per chiudere la partita.

Incontro che è rimasto aperto sia per la tenacia delle tigri di Cincinnati che per l’inconsistenza della difesa dei padroni di casa, e se l’assenza di Williams e Johnson (i due cornerback titolari) ha pesato come un macigno sulla secondaria dei Browns, non ci sono scuse per una pass rush troppo morbida, che anche se ha sempre messo pressione a Burrow, il più delle volte gli ha comunque mancato il “goal”, cioè il sack, portando a casa un “misero” bottino fatto da 3 sack e 5 tackle for loss, numeri che potevano essere comodamente quasi raddoppiati da quello che si è visto in campo.

Burrow ha praticamente tenuto in piedi l’attacco da solo, poichè Joe Mixon è stato ampiamente contenuto, riuscendo a correre solo per 46 yards in 16 portate, con una media si 2,9 yards per corsa, troppo poco per poter alleggerire la pressione sul suo quarterback.

Nel complesso una partita godibile, con due squadre che in questo momento però non sembrano in grado di poter ambire a palcoscenici migliori di una onesta regular season. Per i Browns c’è da sistemare la questione offensive line, ma soprattutto va migliorata la qualità della difesa, che attualmente è la palla al piede che frena Cleveland dal salto di qualità.

Per i Bengals invece servirebbe più confidenza e soprattutto più esperienza (e non solo per Burrow), perchè la qualità c’è, ma è ancora troppo sbilanciata sul passing game, il resto è deserto.

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