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Storia di una disfatta: i Cardinals superano 37-14 i Browns

Errori in attacco, errori in difesa, infortuni nel finale per Mayfield e Hunt: Cleveland esce a pezzi dalla sfida contro Arizona.


Una bellissima giornata a Cleveland, una bruttissima giornata per i tifosi dei Browns. Doveva essere la domenica del riscatto, dopo la sconfitta contro i Chargers. La partita da vincere per dimostrare di saper sconfiggere anche i top team. E invece, contro i Cardinals, è andata in scena la peggior partita stagionale dei Browns. Peggiore perché se nelle prime 5 partite, a turno, un reparto si era sempre salvato, in questa Week 6 gli errori sono arrivati sia dalla difesa che dall’attacco. E per gli Arizona Cardinals è stato troppo facile riuscire ad andarsene dall’Ohio con una W in saccoccia.

“Non riusciamo ad essere costanti, ci perdiamo nelle piccole cose e nella cura dei dettagli.”
“Non corriamo come dovremmo, non copriamo come dovremmo, non restiamo concentrati come dovremmo essere in ogni momento della partita.”

La prima frase è di Baker Mayfield, la seconda di Myles Garrett. Racchiudono perfettamente quello di cui si è scritto prima: la pessima partita offensiva e difensiva dei Browns. Perché la OL non ha retto contro la difesa dei Cards, esponendo il proprio QB a ben 5 sack (2 di Hicks, 2 di Golden e uno di J.J. Watt); e anche Mayfield ci ha messo del suo, con 2 fumble e un intercetto sanguinosissimi che hanno indirizzato la partita dalla parte di Arizona. Vogliamo anche parlare del rushing game di Cleveland? Senza Chubb, è stato pressoché ridimensionato: solamente 73 yards guadagnate su corsa. A salvarsi, offensivamente, è stato solamente People-Jones, che ha ricevuto per 101 yards con 2 touchdown; segnali di risveglio da Odell Beckham Jr. (79 yards), ma l’intesa con Mayfield stenta ancora a decollare (in un paio di situazioni OBJ è stato totalmente ignorato, nonostante fosse libero). Difensivamente, le cose sono andate sulla falsa riga della gara disputata una settimana fa a Los Angeles: pessime letture sui lanci di Murray, ricevitori liberi di ricevere (scusate il gioco di parole) e guadagnare terreno o decollare in touchdown (vedere i 2 touchdown realizzati dai Cardinals sull’asse Murray-Hopkins). E la discontinuità messa in campo al rientro dall’intervallo lungo, dopo che grazie all’Hail Mary di Mayfield ricevuto in end zone da People-Jones il punteggio era comunque ancora raddrizzabile (23-14 Cardinals), è un campanello d’allarme che dovrà far riflettere coach Stefanski. L’attenuante infortuni (Chubb, Wills, Conklin e Landry erano out, Mayfield e Hunt si sono fatti male durante l’ultimo quarto) regge fino ad un certo punto: è la mentalità, la costanza e la concentrazione che sono venute meno nelle ultime due partite (e all’esordio stagionale contro i Chiefs).

Tutte doti che hanno dimostrato di avere gli Arizona Cardinals. Si sono presentati a Cleveland senza il coach Kliff Kingsbury, senza l’allenatore dei quarterback Cam Turner, senza l’allenatore della difesa Zach Allen, senza i due linemen Corey Peters e Chandler Jones (tutti e 5 causa Covid-19), senza Maxx Williams (perso per la stagione) e il suo sostituto (il nuovo arrivo Zach Ertz). Ma hanno eseguito ugualmente il piano partita; hanno annichilito i Browns più di quanto dica il punteggio; hanno soffocato l’attacco avversario grazie a blitz, coperture preventive, grande pressione sul gioco di corsa; hanno fatto tutto alla perfezione. Con un attacco guidato ancora una volta in modo magistrale da Kyler Murray (20 passaggi su 30 completati, 4 touchdown, 229 yards guadagnate): tutti i primi 5 drive dei Cards hanno fruttato punti sul tabellone (2 touchdown, 3 field goal); nel momento di massima sofferenza offensiva (inizio terzo quarto) sono riusciti a trovare le chiavi per non lasciarsi sfuggire di mano la partita. Impressionanti. Questo è l’aggettivo adatto per definire gli Arizona Cardinals, ormai non più solo una sorpresa di inizio stagione, ma seri candidati per arrivare fino in fondo.

La partita

Il buongiorno, e anche il contrario, si vede dal mattino: subito 3&out Browns. E i Cardinals iniziano il loro show: 9 giocate, 74 yards coperte in 5 minuti, TD di Kirk con lancio dalle 21 yards di Murray; Prater converte l’extra point, Arizona subito avanti 7-0. Mayfield rientra e sembra pronto a suonare la carica: lancio perfetto per OBJ per un guadagno di 25 yards, lancio chirurgico per People-Jones per un guadagno di 20 yards. Ma qui si inceppa e sul 4° down subisce il sack di Hicks. I Cardinals ripartono, Murray sfrutta bene Green e Kirk, Edmonds muove la catena, le penalità aiutano Arizona in un paio di situazioni intricate ed arriva, infine, il touchdown sull’asse Murray-Hopkins (con extra point di Prater). Neanche il tempo di riprendere l’ovale in mano che Mayfield subisce il sack di Golden e commette un fumble: Dogbe ringrazia e il possesso ritorna ai Cards. La difesa dei Browns prova a reggere l’urto dell’attacco dei Cardinals e costringe Arizona ad optare per un field goal: Prater centra i pali, 17-0 per gli ospiti. Che poi diventa 20-0: Mayfield viene intercettato da Alford (con ritorno di 23 yards), l’attacco dei Cards viene contenuto ma Prater realizza comunque un altro field goal. A questo punto i Browns hanno un sussulto: Mayfield disegna un drive da 8 giocate, coprendo 75 yards in poco più di 4 minuti; lo fa sfruttando bene Odell Beckham Jr., le corse e le ricezioni di Hunt, la dinamicità di Felton e, soprattutto, People-Jones, trovato in end zone per il primo touchdown di giornata di Cleveland. E la difesa “costringe” i Cardinals ad affidarsi ancora al field goal di Prater, che porta il punteggio sul 23-7. Mayfield ha pochissimi secondi (45) prima della fine del primo tempo per provare a mettere punti sul tabellone: con un Hail Mary pazzesco trova ancora People-Jones in end zone, per il touchdown del 23-13, che diventa 23-14 con l’extra point di McLaughlin.

Inizio di secondo tempo con le difese che la fanno da padrone: 3&out Cardinals, 3&out Browns, ancora 3&out Cardinals. Ti aspetti, a questo punto, un drive della riscossa da parte di Mayfield: ed invece commette un altro fumble e cade rovinosamente sulla spalla infortunata. Palla ai Cardinals e Baker sotto la tenda blu. Profondo rosso. Che diventa profondissimo perché Murray con 8 giocate disegna un altro touchdown, sfruttando la libertà di cui gode, inspiegabilmente, DeAndre Hopkins: touchdown dell’ex Texans e 30-14 Cardinals. Mayfield rientra, ma i Browns sono ormai fuori dalla partita: qualche corsa di Hunt la ravviva, ma l’ovale torna comunque nelle mani di Murray senza aver messo punti sul tabellone. E Murray, sfruttando uno scatenato A.J. Green (ma ha davvero 33 anni?!?), riporta Arizona in end zone: touchdown dell’ex Bengals, 37-14 Cardinals, buonanotte ai suonatori.

Considerazioni

“Adesso vediamo di che pasta siamo fatti. Siamo spalle al muro.”
Le parole di Mayfield nel post partita riecheggiano nella press room dei Browns. 3-3 dopo 6 partite, 3° posto in Division, dietro ai Bengals e ai Ravens (che hanno tenuto i Chargers solamente a 6 punti nella gara di domenica), pochi giorni per recuperare gli infortunati (giovedì bisognerà affrontare i Broncos nel TNF), scontri in division con Pittsburg e Cincinnati in Week 8 e Week 9. Per i Cleveland Browns, il prossimo sarà un mese chiave per indirizzare la stagione. Sarebbe importante affrontarlo con tutto l’organico a disposizione, perché senza Chubb e Hunt e con un Mayfield a mezzo servizio (i problemi alla spalla sinistra che si porta dietro dalla seconda partita di regular season), le speranze di prendersi la vetta dell’AFC North si affievoliscono. Ma la sfortuna e gli infortuni non possono essere un alibi: è la tenuta mentale, come già detto, il problema al momento dei Browns. E i troppi errori: bisogna assolutamente diminuirli se si vuole essere messi sullo stesso piano dei top team. Ma, parole di Mayfield, ci sono ancora 11 partite; la stagione, in teoria, è ancora lunga.

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