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Sconfitti, di nuovo. Recap di Pittsburgh Steelers – Miami Dolphins

Un Monday Night tristemente in linea con la stagione che i Dolphins stanno affrontando: il crollo nel secondo tempo vale la vittoria per gli Steelers


Nonostante il monday night, nonostante gli occhi della nazione (e del mondo) addosso, nonostante l’avversario alla portata, non cambia nulla per i Miami Dolphins: il risultato finale del MNF a Pittsburgh dice 27 a 14 per gli Steelers.

Una formula nota: un buon primo tempo…

Miami parte in attacco e lo fa con un 3 e fuori in cui l’unico a muovere la palla nella direzione giusta è il RB Mark Walton, sempre più titolare dopo che Kenyan Drake è stato spedito a Glendale in cambio di una pick condizionale detenuta dagli Arizona Cardinals (al momento è una sesta, potrebbe diventare una quinta); Matt Haack deve puntare. Va pure peggio l’attacco di Pittsburgh, con il QB Mason Rudolph che si fa intercettare dal rientrante Xavien Howard, per un turnover che dà la scossa agli ospiti, tanto che nel possesso seguente i Fins vanno in meta grazie ad un passaggio corto (5 yards) di Ryan Fitzpatrick ad Albert Wilson, a chiusura di un buon drive dove anche l’altro ricevitore velocista, Jakeem Grant, riceve per 17 yards.

Il possesso successivo degli Steelers è viziato da qualche bandiera gialla, dall’una e dall’altra parte, e dopo aver consumato oltre 3 minuti di cronometro, è nuovamente Miami ad attaccare. Gli ospiti si muovono bene con Preston Williams che sa farsi trovare, Walton che spinge e Fitzpatrick che coinvolge anche Mike Gesicki e DeVante Parker, prima di rivolgersi all’affidabile, anche se poco utilizzato, Allen Hurns, il quale dopo aver ricevuto per 12 yards porta l’ovale in meta, per il secondo TD Dolphins.

A questo punto le squadre si scambiano punt, prima che Pittsburgh si svegli e cominci a giocare. Il primo segnale arriva da un FG realizzato dal kicker Chris Boswell, che accorcia le distanze mettendo i suoi a tabellone e, soprattutto, facendoli rinvenire. Un segnale importante arriva dalla difesa e, naturalmente, dall’altro Fitz, Minkah Fitzpatrick, il quale fino a poco più di un mese fa giocava a Miami, con i Dolphins che lo avevano selezionato come undicesimo assoluto al draft del 2018. Il CB ferma l’attacco, intercettando il suo omonimo e mettendo i suoi compagni offensivi in condizione di far male agli ospiti, partendo da una posizione di campo favorevole. Rudolph coglie l’invito, vede il suo WR Diontae Johnson e gli lancia la palla, per ben 45 yards, TD Steelers e 14 a 10 che è un tracollo psicologico per i Dolphins. Al termine del primo tempo termina anche la partita di Miami.

…e un crollo nella seconda mezz’ora

Da questo punto in poi è un’altra partita, i Dolphins involvono fino a diventare una pessima squadra di college, con un terzo quarto nel quale i due possessi ospiti terminano con una seconda INT firmata da Minkah Fitzpatrick ed un turnover on downs; due drive che lasciano ben capire come andrà a parare l’ultimo periodo di gioco (i possessi si chiuderanno così: 2 fumble, un altro turnover, end of game); mentre Pitts non si lascerà sfuggire l’opportunità di vincere davanti al suo pubblico, realizzando 14 punti nel terzo quarto, un TD su una ricezione per 26 yards firmata  Ju Ju Smith-Schuster e un secondo grazie ad una run centrale di James Conner, per 9 yards. Il colpo di grazia giungerà nell’ultimo periodo, su un calcio di Conner.

Buona parte del merito degli Steelers va riconosciuto anche alla sua difesa: giocatori come l’ottimo T.J. Watt, Bud Dupree e Cameron Heyward mettono pressione per l’intero secondo tempo al QB avversario, impedendogli di avere il tempo necessario ad imbastire una efficace manovra d’attacco.

Pittsburgh evita l’onta della sconfitta contro la squadra materasso di questa lega mentre Miami tornerà in Florida a capo chino, augurandosi di non perdere altri pezzi importanti della sua rosa prima della trade deadline di giovedì 31 ottobre. Certo, ormai pezzi pregiati ne restano pochini, ma chissà che qualcuno, in nome di questo deprimente rebuilding, non stia telefonando per piazzare gente come Howard, Parker o Reshad Jones, è lecito aspettarsi di tutto da una squadra che sta operando in maniera così terribilmente imbarazzante, nella speranza di poter costruire qualcosa in un futuro speriamo non troppo remoto.

Un’altra croce rossa sul calendario

Questi Miami Dolphins sono difficili da giustificare, nel loro tanking così spregiudicato e, a mio avviso, irrispettoso del gioco e della lega; pessimi da tifare e supportare, poiché nessun tifoso è contento di vedere la propria squadra giocare per perdere ogni maledetta domenica, ed insopportabili da commentare, dal momento che è davvero deprimente doverne scrivere ogni settimana. Almeno, però, ci troviamo già a metà strada nel corso di questa stagione, e dunque non restano più troppe gare di questo tenore con le quali dover occupare righe. Ci auguriamo che nella non troppo lontana offseason ci saranno buone notizie da dover analizzare e commentare, per il momento, ci tocca questa situazione.

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