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Touchdown Magazine Awards 2020

Archiviata la regular season, scopriamo i protagonisti della NFL che si sono aggiudicati i nostri prestigiosi riconoscimenti.

Touchdown NFL Awards 2020

Archiviata la regular season 2020, arriva il momento dei playoff ed arrivano anche gli attesissimi premi stagionali di Touchdown Magazine. Scoprite i protagonisti della National Football League che si sono aggiudicati i nostri prestigiosi riconoscimenti.

MVP: Aaron Rodgers – QB, Green Bay Packers

La stagione straordinaria della superstar dei Green Bay Packers non poteva che essere coronata dal riconoscimento di miglior giocatore della stagione regolare. Numeri indiscutibili per Aaron Rodgers, aiutato anche da una linea offensiva che ha contribuito al minor numero di sacks subiti nella sua carriera da titolare dei Packers (solo 20): 372 passaggi completati su 526 tentativi (70,7%, miglior percentuale di completi in carriera), 4,299 yards lanciate, 48 TD lanciati (altro record in carriera), solo 5 intercetti, 121.5 QB rating. Statistiche da capogiro per un QB che qualcuno aveva dato sul viale del tramonto un po’ troppo prematuramente ma che invece ha trascinato la sua squadra al miglior record della NFC. Andrà meglio rispetto alla scorsa stagione, quando i Packers furono annichiliti dai 49ers nell’NFC Championship Game? Ai posteri l’ardua sentenza, l’arcano verrà svelato nelle prossime settimane.

Menzione d’onore (altri giocatori che hanno ricevuto voti da membri della redazione): Josh Allen, Derrick Henry e (un po’ a sorpresa) Alvin Kamara.

Offensive Player of the Year: Derrick Henry – RB, Tennessee Titans

Autentico cavallo da tiro che ha trainato l’attacco dei Tennessee Titans per l’intera stagione regolare, l’ex running back di Alabama Derrick Henry si aggiudica il premio di giocatore offensivo dell’anno. Anche per Henry i numeri sono da capogiro: 378 portate per 2,027 yards e 17 TD segnati (record di carriera, così come la media per gioco di corsa). Ottavo giocatore della storia a sfondare il muro delle 2,000 yards corse in stagione, Henry è il simbolo di un attacco riconosciuto come uno dei più produttivi della lega ed un elemento fondamentale anche nella rinascita ed affermazione definitiva del compagno Ryan Tannehill, un QB che dopo i primi anni di carriera difficoltosi vissuti a Miami è oggi un punto fermo della franchigia allenata da Mike Vrabel. L’anno scorso Henry fu protagonista della sorprendente vittoria dei Titans sul campo dei Ravens nel divisional playoff della AFC. Quest’anno la rivincita, a campi invertiti, cade già durante il weekend di wild card. Senza dubbio tutti i riflettori saranno puntati su di lui.

Menzione d’onore: Travis Kelce, Stefon Diggs, Josh Allen, Aaron Rodgers, Alvin Kamara.

Defensive Player of the Year: Tj Watt – OLB, Pittsburgh Steelers

La dinastia dei Watts colpisce ancora. Per il secondo anno consecutivo, Trent Jordan Watt è proclamato difensore dell’anno da Touchdown Magazine e le statistiche anche in questo caso non mentono, con il record personale di 15 sacks stagionali (7 nell’anno da rookie, poi 13, 14.5 ed appunto 15 nel 2020 a sottolineare una crescita impressionante con il passare degli anni), 23 placcaggi dietro alla linea di scrimmage e 41 colpi ai danni di QB avversari (leader in tutte e tre le categorie), cui si aggiungono 1 intercetto e 2 fumble provocati. Quest’anno, inoltre, a differenza del 2019, l’impatto devastante di TJ Watt ha contribuito indiscutibilmente ad i risultati decisamente positivi dei Pittsburgh Steelers, campioni della AFC North e qualificati ai playoffs come terzo seed della AFC.

Menzione d’onore: Aaron Donald, Trey Hendrickson, Xavien Howard.

Offensive Rookie of the Year: Justin Herbert – QB, San Diego Chargers of Los Angeles

Gli ex-San Diego Chargers sono storicamente una delle franchigie peggio gestite e meno amate della NFL, eppure c’è qualcosa in cui sono al top nel football professionistico: la capacità di identificare nel draft, indipendentemente dal GM di turno, QB di talento. Lasciato libero di emigrare il volto della franchigia per gli ultimi 15 anni circa, Philip Rivers, la prima scelta da Oregon Justin Herbert si è subito imposta come uno dei QB predestinati a scrivere la storia della NFL nei prossimi anni. Per lui, emerso vincitore del premio di matricola offensiva dell’anno dopo una dura “sfida tra Justins” con Jefferson, ricevitore dei Minnesota Vikings e prodotto dei Louisiana State Tigers, una stagione davvero da sogno per personalità mostrata in campo e statistiche (395/595, 4,336 yards lanciate, 31 passaggi da TD contro 10 intercetti, 98.3 QB rating), malgrado un record non esaltante per i suoi Chargers.

Menzione d’onore: Justin Jefferson, Joe Burrow.

Defensive Rookie of the Year: Chase Young – DE, Washington Football Team

Quasi un plebiscito nella redazione di Touchdown Magazine per il defensive end degli ex-Redskins e prodotto di Ohio State University, Chase Young. Al termine di un’annata culminata con un’inattesa qualificazione ai playoff per la franchigia della capitale (a dire il vero ancora lontana da standard di eccellenza, ma che già ha dimostrato di beneficiare della mano di coach Ron Rivera), Young ha totalizzato 7.5 sacks e dimostrato di valere la seconda scelta assoluta spesa dalla sua squadra allo scorso draft.

Menzione d’onore: Jeremy Chinn.

Coach of the Year (Ex Aequo): Sean McDermott, Buffalo Bills & Kevin Stefansky, Cleveland Browns

Durissima la battaglia in redazione per la nomina del coach dell’anno e, a conti fatti, niente di più giusto se non premiare a pari merito i due artefici della stagione splendida di due squadre che per tanto, troppo tempo, hanno riservato ai propri pur fedelissimi tifosi grandi delusioni. Finalmente, i Buffalo Bills di Sean McDermott si presentano ai playoffs con le credenziali per dare fastidio ai Chiefs nella AFC e potenzialmente arrivare in fondo, mentre i Cleveland Browns di Kevin Stefanski lasciano alle spalle gli incubi di anni e anni di anonimato (eufemismo) e si presentano alla postseason con la spensieratezza di chi va a Pittsburgh senza pressioni, consapevole di avere le carte in regola per una sorpresa.

Menzione d’onore: Ron Rivera, Bruce Arians, Brian Flores, Matt LaFleur.

Offensive Assistant of the Year: Arthur Smith – OC, Tennessee Titans

Abbiamo già fatto capire parlando del nostro Offensive Player of the Year, Derrick Henry, quanto l’attacco dei Tennessee Titans sia stato una macchina da guerra estremamente efficiente. E allora niente di più giusto che celebrarne l’architetto, l’offensive coordinator Arthur Smith, già sulla lista delle franchigie alla ricerca di un nuovo head coach, che ha portato i suoi Titans ad esprimere il secondo miglior attacco sulle corse e per TD totali e terzo attacco in assoluto per yards conquistate. Vedremo se lo attende per davvero una posizione da capo allenatore nella lega.

Menzione d’onore: Brian Daboll, Eric Bieniemy.

Defensive Assistant of the Year: Matt Eberflus – DC, Indianapolis Colts

Gli Indianapolis Colts tornano ai playoff e lo fanno nel segno di una squadra molto bilanciata ma in cui la difesa ha sicuramente spiccato in varie occasioni, senza nulla togliere all’attacco guidato da Philip Rivers sotto la sapiente supervisione di Frank Reich. Protagonista è stato certamente il Defensive Coordinator Matt Eberflus, ora anch’egli come Arthur Smith sulla lista delle franchigie che si preparano a selezionare un nuovo capo allenatore. La difesa dei Colts appare nella top 10 in varie categorie, con punte di eccellenza nella difesa contro le corse (seconda per yards concesse) e turnover generati per partita (quinta).

Menzione d’onore: Robert Saleh.

Executive of the Year: Brandon Beane – GM, Buffalo Bills

Grande consenso in redazione per l’artefice (in coabitazione con Sean McDermott) dei bellissimi Buffalo Bills che hanno dominato la AFC East e si sono affermati tra le realtà più floride di tutta la lega. Brandon Beane ha negli anni costruito un roster estremamente competitivo su entrambi i lati del campo (o “della palla”, come dicono negli Stati Uniti), impreziosito dalla scelta di Josh Allen nel draft 2018, una decisione che sta pagando enormi dividendi e che potrà sostenere per anni la franchigia di Upstate New York, mandando in visibilio la “Bills Mafia”, la tifoseria che segue fedelmente il club nelle gioie (poche nell’ultimo quarto di secolo) e nei dolori.

Menzione d’onore: Chris Grier.

Comeback Player of the Year: Alex Smith – QB, Washington Redskins

Malgrado non abbia raccolto la totalità dei voti di redazione, non poteva che essere Alex Smith il prescelto per il premio di Comeback Player of the Year. Una storia incredibile, drammatica ma a lieto fine quella di Smith (potete leggere di più qui: https://www.touchdown.it/20775-alex-smith-epopea-di-un-comeback) che si è ritrovato QB titolare del Washington Football Team una volta fallito l’esperimento Dwayne Haskins e che ora ritornerà nel palcoscenico della postseason NFL, quando gli ex-Redskins affronteranno i Tampa Bay Buccaneers di Tom Brady in uno dei Wild Card games. Alex Smith merita indiscutibilmente questo riconoscimento, con il suo esempio di grande giocatore, volto umile della NFL e uomo dal coraggio autentico.

Menzione d’onore: Ben Roethlisberger.

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