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Julio Cesare varca il Rubicone: ripartirà dal Tennessee

Julio Jones lascia gli Atlanta Falcons e vola a Tennesse, per giocare con i Titans in un attacco che ha già Derrick Henry. Analizziamo la trade.

Foto: FiveThirtyEight/ Getty Images

Era nell’aria da mesi. Il sospetto è poi divenuto certezza qualche giorno fa quando Julio Jones, stella degli Atlanta Falcons – squadra in rebuilding – ammise candidamente di fronte ai microfoni di considerare conclusa la sua esperienza in Georgia. A buon intenditor poche parole. Ma anche a cattivo, perché ora è ufficiale: il numero 11 l’anno prossimo giocherà con la divisa azzurra dei Tennessee Titans.

Titanici a Tennessee

Che attacco, signori. Una squadra già di livello – forse non ancora nell’Olimpo della AFC, ove Kansas City Chiefs, Buffalo Bills e forse anche Cleveland Browns e Indianapolis Colts sembrano esserle superiori, almeno a inizio giugno sulla carta – si rafforza enormemente, tanto in campo quanto per quel che riguarda le entrate dei team store che venderanno le magliette di Jones, con questa acquisizione. È interessante notare come a Nashville non abbiano dovuto cedere il loro proverbiale regno per le prestazioni del WR. La trade infatti ha visto i Falcons spedire il ricevitore in Tennessee assieme a una sesta scelta nel draft 2023 in cambio di una pick al secondo giro nel 2022 e due al quarto nel 2023. L’accordo sarà depositato in lega non appena Jones supererà il test fisico.

Forse qualcuno tra chi mi legge non sarà convinto del fatto che i Titans abbiano fatto un affare. Se così fosse forse ciò si deve al fatto che questo qualcuno non conosce Jones oppure dà troppo peso alle 32 primavere sulle spalle del ricevitore. Julio è stato ad Atlanta per 10 anni ed è stato un focus indiscusso di quella offense, anche quando era il secondo di Roddy White. I Falcons hanno avuto un attacco fenomenale sulla carta per svariate stagioni e hanno raggiunto un Super Bowl, quello della memorabile – per tutti gli appassionati di football tranne quelli che tifano Atlanta – rimonta dei New England Patriots sotto di 28 a 3. Dopo quella partita, la franchigia georgiana è come implosa, non riuscendo più a ripetersi e restando poco più di una tigre di carta.

Julio Jones voleva giocare ancora in una squadra capace di competere per l’anello ed è stato accontentato mentre i Falcons spediscono la loro stella nell’altra conference, evitando la beffa di ritrovarselo contro con frequenza. Tutti contenti? Non proprio.

Nel montaggio, Julio Jones e i suoi nuovi compagni nell’attacco dei Titans. Foto: Clutchpoints/ Huddle Magazine

Vincitori e sconfitti dalla trade

Facciamo un’analisi a bocce ferme – troppo anticipata e dunque con un alto rischio di inesattezza – di chi siano i vincitori e gli sconfitti da questo scambio.

Chi vince

Partiamo da un punto fondamentale: checché se ne dica, Jones è ancora un giocatore perfettamente in grado di giocare un ruolo sostanziale, di riferimento, in qualunque strategia offensiva i Titans decideranno di mettere in pratica nei prossimi mesi. Non credo occorra spendere molte parole su chi sia Julio Jones, perché per lui parlano le statistiche. Secondo quanto riporta Pro-Football-Reference, il numero 11, nelle 135 partite disputate in carriera, tutte con i Falcons, ha messo assieme 848 ricezioni per un totale di 12896 yards percorse (entrambi sono record di franchigia); i TD che ha realizzato sono 60 ma – soprattutto – la media di yards per ricezione si attesta sulle 15.2, con un valore per il 2020 pari a 15.1. Julio è una macchina più che un route runner.

Alla luce di ciò, è facile trovare i principali vincitori di questa trade. Parliamo dei suoi futuri compagni nell’attacco Titans. Pensiamo a Ryan Tannehill, QB di Tennessee. Nei primi 2 anni con la squadra, dopo che nel 2019 fu malamente cacciato da Miami perché incolpato di qualunque cosa non funzionasse ai Dolphins – nonostante il ragazzo avesse sempre fatto il suo pur dovendo lottare con due gravi infortuni – il timoniere da Texas Tech ha dimostrato di poter stare nella lega, eccome. Ora può alzare l’asticella perché, se è vero come è vero che Jonnu Smith (TE) e Corey Davis (WR) hanno levato le tende in free agency, è anche vero che ora Tannehill ha due armi ben affilate in Jones e il suo futuro numero 2, AJ Brown, altro grande vincitore in questo scambio.

Un ulteriore giocatore che starà esultando in questi giorni è sicuramente Derrick Henry, RB dei Titans nonché l’uomo (enorme) che ha sorretto la offense azzurra negli ultimi due anni, contribuendo in maniera concreta alla rinascita di Tannehill, il quale ha potuto tranquillamente concentrarsi sul suo gioco e la compatibilità con il nuovo schema con una garanzia come King Henry a prendere un primo down dopo l’altro. Ora, un giocatore che corre 2027 yards in una sola stagione forse non ha bisogno di chiedere una mano al reparto dei ricevitori ma, sicuramente, non gli dispiacerà dover perdere un pò di quella luce sotto la quale si è trovato dal 2019 a oggi in cambio di quei primi down, TD e vittorie che Jones può significare per i Titans. Quante volte abbiamo visto Henry correre in rettangoli contenenti anche 8 o 9 difensori alle prese con il compito – arduo – di rallentarlo? Nonostante ciò il RB a Nashville ha sempre prodotto numeri che fanno cadere la mascella. Nella stagione che sta per cominciare, quale difesa potrà trascurare Jones per concentrare i suoi sforzi su Henry? Quale potrà fare il contrario? Quale potrà ridurre la pressione su Tannehill, uno che non ha certo paura a correre con l’ovale tra le braccia? Occhio ai matchup, avversari dei Titans. Che attacco, dicevamo.

Anche ad Atlanta qualcuno può comunque dirsi soddisfatto dello scambio. Uno è il nuovo general manager dei Falcons, Terry Fontenot. Quando questo quarantenne ha firmato il contratto sapeva bene una cosa, Atlanta si trovava in una situazione di salary cap hell, ovvero aveva troppi contatti onerosi. Uno dei principali, era proprio quello di Jones. Certo, il gm probabilmente sperava di strappare una prima scelta – nel caso in cui qualche pazza franchigia avesse pensato di offrirla per un trentaduenne così caro, che inoltre aveva candidamente affermato, tramite il microfono di Shannon Sharpe, a 330 milioni di americani e a tutti gli appassionati di football su questo pianeta, di volersene andare il prima possibile dalla Georgia – e ha dovuto accontentarsi di una seconda e picks più basse; però ora respira e ha una offense che può ancora contare su Calvin Ridley e il rookie superstar Kyle Pitts, TE solo sulla carta che gioca da WR, e – almeno per il momento – anche su un QB affidabile come Matty Ice Matt Ryan.

Non trascuriamo poi un ricevitore che ad Atlanta sta masticando briciole dopo una buona stagione da matricola nel 2018. Ci riferiamo a Russell Gage, il quale non ha trovato molto spazio dopo il primo anno e al termine di questa stagione va in scadenza contrattuale. Senza Jones, è molto probabile che troverà più tempo in campo per dimostrare quel che vale.

Julio Jones in maglia Falcons. Foto: patspulpit.com

Chi perde

Julio Jones è stato nominato per il Pro Bowl 7 volte. La sua carriera è iniziata 10 anni fa. Significa che solo 3 anni di questo decennio non è stato tra i 6 migliori nel suo ruolo, all’interno della sua conference. Quando è capitato, la colpa è stata degli infortuni che spesso lo hanno martoriato. Un grande punto interrogativo riguardo al WR è questo: quante partite potrà garantire? Non conosciamo la risposta a questa domanda ma sappiamo quali siano le cifre del suo contratto, quello che si porta dietro da Atlanta a Nashville. Per questa stagione, saranno 15,3 i milioni di dollari garantiti al numero 11. Qualora dovesse subire un infortunio, sarebbe un bel problema per i Titans. In quel caso, i nomi che stiamo per elencare – gli sconfitti di questa trade – potrebbero trovare un qualche sollievo alla loro amarezza.

Vediamo chi ci perde in questo scambio. Impossibile non cominciare questa lista proprio con Matt Ryan. Nei 10 anni che hanno giocato assieme Ryan ha avuto altri buoni ricevitori ma, ovviamente, sapeva sempre dove guardare quando si trovava in difficoltà. La Caporetto del 2016 è una cicatrice per i Falcons faithful ma se è arrivata in un Super Bowl, dopo che Ryan era stato eletto MVP, buona parte di questi meriti si deve a Jones. Al QB mancherà eccome. Nella stessa barca mettiamo il nuovo capo allenatore di Atlanta, Arthur Smith. Quando sei al debutto in una franchigia il cui attacco si basa in maniera così decisa sui passaggi e perdi il tuo miglior ricevitore non dormi sonni troppo tranquilli. Bisognerà avere pazienza con l’attacco dei Falcons quest’anno, ricordatevene tifosi di Atlanta.

Altri lampanti sconfitti appaiono gli Indianapolis Colts. Sebbene ci sia ottimismo intorno a Jacksonville, dopo il draft e l’arrivo di Tim Tebow, francamente né i Jaguars né i Texans appaiono in grado di poter vincere la AFC South. La divisione se la contenderanno Tennessee e Indy, salvo imprevedibili stravolgimenti. Fino alla sera di sabato 5 giugno i Colts apparivano favoriti, tutti parlavano di Carson Wentz e Frank Reich e del fatto che potessero tornare a dominare come nei migliori anni a Philadelphia del QB e la squadra di Indy, in attacco e in difesa, ha il tipo di organico che ti porta ai playoff. I Colts sono ben più bilanciati dei Titans, i quali all’attacco di cui abbiamo citato le lodi affiancano una difesa che va verificata. Un nome come quello di Jones può rovinarti l’estate, se sei vicino all’ambiente di Indianapolis.

Mettiamo nella lista anche i San Francisco 49ers e, soprattutto, il loro head coach, Kyle Shanahan. Ex coordinatore offensivo dei Falcons e fautore di alcune delle migliori stagioni di Jones, l’allenatore non ha mai nascosto il suo inseguimento al numero 11 nelle ultime settimane. Ciononostante, dopo aver strapagato Trent Williams, ceduto un tesoretto reale per acquisire Trey Lance al draft e fallito l’acquisizione di Aaron Rodgers – era fantafootball ma se n’era davvero parlato, a Shanahan resta in mano solo un pugno di mosche. Vero è che San Fran non dispone di prime scelte al draft per i prossimi due anni (proprio in virtù della trade per arrivare a chiamare Lance) ma è altrettanto vero che per Jones non è servito cederne una. Chissà che, con il senno di poi, i 9ers non avrebbero dovuto osare qualche cosa di più.

In chiusura mettiamo forse lo sconfitto più banale di questo scambio: il reparto di CB che dovrà fronteggiare Julio Jones il prossimo anno. Non lo diciamo perché apprezziamo l’ovvio ma perché vogliamo tirare in ballo un parallelismo importante, scomodando addirittura Randy Moss. Nel 2007 i Patriots acquisirono il ricevitore in una simile situazione, quando molti professori della NFL o presunti tali lo davano per morto e sepolto. Moss era alla sua decima stagione, appariva stanco e troppo propenso agli infortuni e gli studi televisivi bollarono quella trade come sbagliata e insensata. Per tutta risposta, il ricevitore fu il focus di una delle migliori stagioni della storia per un giocatore nel suo ruolo, realizzando 23 TD, un numero che è ancora il record di mete in ricezione nella lega. Quei Pats vinsero tutte le loro partite, dominando una stagione che li vedeva strafavoriti per il titolo di campioni del mondo ma sbagliarono a preparare la sfida ai New York Giants di Eli Manning.

Probabilmente quella squadra, fortissima ed estremamente agonistica, è stata la migliore della storia della NFL ma non se ne parla quanto si dovrebbe poiché ha fallito il Super Bowl. Ciononostante, in molti a Tennessee metterebbero la firma alla ripetizione di quella stagione.

 

 

 

 

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