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Saints @ Bears: da qui passa il destino delle due squadre

Destini incrociati, ma diretti verso due direzioni diverse. I Saints e i Bears si scontreranno domenica, in una sfida che non le accomuna.

NFL 2019 Trubisky vs Bridgewater

Uno dei match di cartello della Week 7 sarà certamente la sfida del Soldier Field fra Chicago Bears e New Orleans Saints. Due delle protagoniste della scorsa stagione che, reduci entrambe da un’eliminazione sofferta e amara agli ultimi playoff della NFC, si sono presentate al via di questa stagione 2019 con grandi ambizioni. L’inizio di stagione è stato contraddistinto per entrambe le franchigie da avversità varie, cui i Saints hanno saputo rispondere molto bene, al punto da presentarsi a Chicago con un buonissimo record di 5-1, mentre i Bears hanno deluso buona parte delle aspettative, come indica il loro record di 3-2 che lascia poco spazio ad ulteriori passi falsi.

Due delle nostre firme, Federico Aletti e Ruben Novello, si sono confrontate sui temi principali di questa sfida, cercando di ragionare con la testa più che con il cuore. Abbiamo scelto in particolare tre punti di discussione per questa chiacchierata a distanza che pubblichiamo alla vigilia della partita di Chicago.

Come arrivano Saints e Bears a questa partita e che cosa questa partita può significare per il prosieguo della loro stagione? 

FA – I Bears ci arrivano un po’ con le spalle al muro. Nulla è perduto dopo 6 partite, per carità, ma la sconfitta di Londra contro i Raiders ha esposto una serie di debolezze che mettono in discussione i cardini dell’intero progetto di Pace e Nagy. Senza però volere ampliare troppo il discorso, i Bears devono presentarsi al Soldier Field con l’atteggiamento di chi: 1) ha beneficiato della settimana di bye per riposare e sistemare le lacune tattiche emerse nel primo mese di stagione; 2) sa che non può assolutamente permettersi di perdere uno scontro diretto in casa. Se l’approccio sarà questo, anche in una sconfitta allora si potranno trovare spunti di fiducia in vista di un filotto di partite sulla carta relativamente abbordabili, a parte la trasferta di Philadelphia. Un’altra prova sul tenore di quella di Londra però potrebbe fare calare prematuramente la notte sui Bears.

RN – Diciamo subito che si, Bridgewater è il miglior QB di riserva dell’intera NFL, e si, la sconfitta con i Rams vista a posteriori è del tutto mendace: sarà stato il clima, o la negatività che aleggiava per quella squadra, ma poi sono arrivate 4 vittorie, tutte consecutive, tutte con l’ex Viking dietro al centro, tutte con una difesa granitica, e una squadra che generalmente ha saputo reggere l’urto, anche dai Cowboys, e dai Seahawks. Vittorie non scontate, giocate comunque in maniera saggia, preparate nel miglior modo possibile. L’analisi, che dovremo fare ad anteriori è questa: mettiamo caso che i Saints vincano poi a Miami il prossimo SB (in uno stadio quindi per loro amico). E dopo questo riposo, Brees torna di nuovo a fare quello che gli spetta. Vince, e si ritira. Possibile un avvicendamento di Teddy al posto di Drew? Effettivamente, guardando tutto, è la riserva più pagata, e poi c’è l’All-Rounder Taysom Hill, che può sempre tornare utile. Insomma, ci sono tutti i presupposti per pensare addirittura in termini di medio-lungo periodo. E i Bears non sembrano una squadra capace di impensierire questi Saints. Lo scoglio più duro, forse, sarà affrontare i 49ers a Dicembre. Ma se c’è già stato abbondante fieno in cascina, nessuno vieterà ai Saints di pensare subito ai playoff.

Entrambe le squadre sono state colpite da infortuni più o meno seri. Qual è l’outlook delle due infermerie e quale può essere l’impatto sulla gara?

FA – Lungi da chiunque in pieno possesso delle proprie facoltà mentali pensare che gli infortuni dei Bears si avvicinino anche solo lontanamente alla prolungata assenza di Brees per i Saints, però tre situazioni hanno avuto un certo peso nelle ultime settimane. Intanto, durante il bye Chicago ha messo in “Injured Reserve” sia Kyle Long che Akiem Hicks. Per il primo, forse una “blessing in disguise”, una sorta di fortuna nella sventura, viste le prestazioni ampiamente deludenti di Long. Per il secondo, invece, a dispetto di cose interessanti viste dai backups sulla linea difensiv, si tratta di un’assenza abbastanza pesante. Hicks per me resta uno dei D-Linemen più sottovalutati dell’intera NFL, specialmente in un front 3 dove lui può sia ancorare la rush defense che fare collassare la tasca. Un’assenza non da poco insomma, considerando anche le doti di leadership di Hicks. In secondo luogo, la terza situazione di infermeria riguarda Mitch Trubisky, che dovrebbe essere quasi pienamente recuperato dopo il problema alla spalla sinistra (quella debole) accusato all’inizio della gara contro i Vikings. Occorre il miglior Trubisky per battere i Saints. E occorre soprattutto che Trubisky e Nagy crescano assieme, altrimenti Pace dovrà necessariamente cominciare a riconsiderare tutta la sua strategia di lungo termine, inaugurata nel 2017, che vedeva in Trubisky un (inatteso dai più) franchise QB.

RN – Il lungo degente Brees è fuori almeno fino alla bye week dei Saints, quindi dopo la sfida contro i Cardinals. Ma ancora non è detto che torni per Novembre. Ha rivelato, in una recente intervista radiofonica, che avrà bisogno anche di una fasciatura o ingessatura una volta che avrà riparato il suo pollice destro. “Ordini del dottore”, per parola di Brees. Per New Orleans, l’infermeria riguarda principalmente l’attacco, con 3 possibili defezioni: Tre’Quan Smith, Jared Cook (eroe della partita contro Jacksonville), e Alvin Kamara. Il dinamico RB (ma questo varrebbe anche per gli altri due), ex Tennessee Volunteers, ha avuto una caviglia gonfia a fine partita (infatti la sua prestazione molto in ombra) è giustificata dall’infortunio. Il mercoledì, nessuno di loro ha sostenuto l’allenamento.

AGGIORNAMENTO DI SABATO 19 OTTOBRE – 10:30

Tutti out, compreso Trey Hendrickson (DE)

Venendo al dunque, che partita dobbiamo aspettarci?

FA – Considerando il grande equilibrio e l’efficienza che i Saints hanno trovato in queste settimane con Teddy Bridgewater under center, mi aspetterei una partita simile a Saints vs. Cowboys. Una riedizione delle battaglie dell’Isonzo, estenuanti attacchi suicidi vanificati da trincee difensive invalicabili, in attesa che qualcuno commetta un errore degno di Caporetto (o che l’altro lo induca con una manovra diversiva). Sia Bridgewater che Trubisky possono, se in giornata sì e se non intimoriti eccessivamente dalle difese avversarie, trovare big plays sorprendenti in grado di spezzare l’equilibrio. Tuttavia, mi pare più probabile attendersi una partita segnata da due difese pronte a fare vedere i sorci verdi ai due QB.

RN – Mi aspetto la solita difesa che ha tenuto duro nelle ultime 4 partite, dove avrà si concesso, ma è stata anche in grado di essere all’altezza del punteggio. Francamente, non trovo i Bears quel pericolo che sembra possa arrivare una volta al Soldier Field. Mi aspetterei qualcosa di peggio se per caso ci dovessimo scontrare contro Green Bay, oppure contro i Vikings, ma non credo che Chicago abbia quel qualcosa in più che possa far togliere il sonno a Sean Payton, almeno sulla carta. L’unica cosa che potrebbe far impensierire i tifosi di New Orleans sarebbe il fattore campo (si gioca al nord, e non al sud), la voglia di tenere la barra dritta per Chicago (devono come minimo tentare di vincere, se vogliono andare ai playoff), e credo che possano fare affidamento al QB Trubisky, che ritorna, dopo la non felice trasferta di Londra.

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