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Dolphins in cerca del riscatto

Dopo la prestazione sfortunata contro gli Hogs di Reggio Emilia, gli Energy Building Dolphins Ancona hanno avuto due settimane di tempo per allenarsi e togliersi, metaforicamente e non, il fango di dosso. I ragazzi, assieme al coaching staff, guidato dal capo allenatore Roberto Rotelli, hanno avuto modo di studiare gli errori fatti e riordinare le […]


Dopo la prestazione sfortunata contro gli Hogs di Reggio Emilia, gli Energy Building Dolphins Ancona hanno avuto due settimane di tempo per allenarsi e togliersi, metaforicamente e non, il fango di dosso. I ragazzi, assieme al coaching staff, guidato dal capo allenatore Roberto Rotelli, hanno avuto modo di studiare gli errori fatti e riordinare le idee e iniziare subito a guardare avanti, perché il rivale della seconda sfida non ammetterà repliche. Si tratta del rematch della sfida che nel giugno scorso era valsa la qualificazione per le semifinali scudetto: Warriors e Dolphins si trovano nuovamente di fronte, sempre al Lunetta Gamberini di Bologna, questo sabato, nella prima di due sfide che il calendario prevede tra le squadre appartenenti allo stesso girone. La compagine emiliana si presenta forte della vittoria della prima settimana, dove ha avuto la meglio dei Marines Lazio per 29-13, anche qui in una partita caratterizzata dal campo di gioco che ben presto è diventato un tutt’uno con i giocatori in campo, chiamati a lottare tanto contro gli avversari quanto contro il fango. Dalla lotta sono emersi giocatori che ormai ben conoscono il campionato italiano e in particolare da anni ormai si sono fatti ben volere dalla tifoseria locale. Parliamo di Walter Peoples (DB, #21) e Jordan Scott (RB, #32), che hanno messo il loro marchio sulla vittoria finale: il primo con un intercetto nella propria endzone che ha contribuito a scavare il solco nella seconda parte di partita, il RB con 2 corse da TD ad inizio match che hanno dato il primo vantaggio. Il 24enne Peoples sono già 3 anni che è arrivato a Bologna, inizialmente come ricevitore, ma nella squadra felsinea ha conosciuto una maturazione che l’ha reso un giocatore a tutto tondo, capace di decidere le partite sia in attacco che in difesa, emergendo come uno dei defensiveback più determinanti del campionato, lo dimostrano i numerosi intercetti messi a segno nella sua carriera italiana. Jordan Scott, a Bologna dall’anno scorso, è un’autentica forza della natura: runner che sfiora l’ ”illegalità” nel campionato italiano per le sue doti di non andare mai a terra e riuscire a guadagnare sempre qualche yard in più rispetto al primo contatto con i difensori avversari. Uno stile di corsa elettrizzante che ha fatto soffrire non poco la difesa dorica della passata stagione, soprattutto nella partita di playoff sopracitata. A cercare di mantenere l’imbattibilità casalinga dei Warriors che resiste dal 2010, oltre ai due americani confermati, quest’anno ci sarà un nuovo QB che dovrà innescare l’ormai consueto trio di ricevitori italiani Piva, Panzani e Parlangeli: si tratta di Jacob Alexander Caron. Uno che, pur se in terza divisione di college americana, è stato una star nei suoi 4 anni a Pomona-Pitzer. L’ateneo della California partecipa nella Southern California Intercollegiate Athletic Conference, di cui Jacob è stato più volte miglior giocatore e l’ha visto lanciare 8408 yard nella sua carriera “scolastica”. Caron, dopo il suo periodo al college, ha dapprima iniziato con la AFL, chiamato dagli Utah Blaze, una delle squadre più spettacolari del campionato “al chiuso” di football negli USA e poi ha già assaporato il football europeo, con un’esperienza in Svezia, con la squadra di Stoccolma. Ora i suoi primi passi in Italia, dove nella prima partita, ha messo in mostra oltre ad un rilascio fulmineo anche buonissime doti atletiche, a dispetto di una stazza comunque imponente (190 cm), che gli hanno permesso di segnare ben due TD correndo lui stesso. Un osso duro per la nuova difesa anconetana, che non ha comunque sfigurato nella prima uscita e che spera di recuperare Roman Vikhnin, rallentato e indisponibile nel debutto stagionale causa un problema all’alluce. Mentre l’attacco guarda interessato alle previsioni meteorologiche sperando che la primavera annunciata dal calendario il 21 marzo, effettivamente sbocci sui cieli italiani, per poter ritornare a vedere lo spettacolo a cui i Dolphins ci hanno abituato e che 2 settimane fa sicuramente è stato non poco influenzato negativamente dalle condizioni atmosferiche.

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